Adagio

La rivoluzione morbida di mister Alessio Dionisi comincia nel segno della continuità tattica con la precedente gestione ma caratterizzata da un evidente scarto temperamentale con chi l’ha preceduto. Questione di feeling: quello che evidentemente non è mai scattato tra Guido Pagliuca e la miscellanea di giocatori a sua disposizione. L’ex tecnico della Juve Stabia non paga tanto una breve sequela di risultati alterni, peraltro conclusasi con una, seppur rocambolesca, vittoria esterna a Bolzano, quanto una vistosa scollatura tra volontà e interpretazione. Le intenzioni di proporre una squadra arrembante e incline al gioco offensivo si sono scontrate con una linea difensiva fragile, un centrocampo tecnico ma poco propenso all’interdizione e una batteria di attaccanti falcidiata da assenze ed elementi a mezzo servizio. L’Empoli di Pagliuca ha finito quindi per sbattere contro avversari dotati di maggiore fisicità, atletismo e compattezza, capaci di affondare come lame nel burro di una retroguardia esposta costantemente alla burrasca. Inevitabile correre precipitosamente ai ripari, alla ricerca di differenti equilibri tattici e maggiore pragmatismo.

Moderato

L’Empoli è una squadra anagraficamente molto giovane, in possesso di una buona cifra tecnica ma dallo spessore caratteriale del tutto indefinito. La società è andata alla ricerca di una figura in grado di far crescere un gruppo ancora acerbo sul piano della personalità, non caricandolo di eccessive pressioni e favorendone il naturale processo di maturazione. Alessio Dionisi lo conosciamo. È un tecnico realista e ambizioso. Cinico, per certi versi. A Empoli ha valorizzato talenti come Bajrami, Ricci e Zurkowski e affinato la prolificità di elementi come Mancuso e La Mantia. Ha proposto un’idea di calcio forse meno appariscente di quella dei suoi illustri predecessori ma è stato in grado di compattare l’ambiente in una stagione complessa e surreale, in cui le vicende azzurre si vivevano forzatamente a distanza. Ha conquistato una brillante promozione in A prima di fare scelte personali che hanno lasciato inevitabilmente degli strascichi. A lui il compito di riconquistare la piazza e valorizzare il materiale a disposizione, lontano da certe recenti spigolosità e impeti caratteriali che non hanno giovato a un gruppo ancora tutto da adattare alle linee guida societarie.

Andante

Al debutto contro il Venezia, il tecnico amiatino ha proposto una squadra più corta e compatta rispetto a quella sfilacciata e tatticamente irrisolta vista in questo primo spicchio di torneo. Nessun particolare sovvertimento ma solo una maggiore concentrazione e attenzione ai dettagli. Di fronte a una compagine di qualità come quella lagunare, costruita per primeggiare nel torneo cadetto, Dionisi ha cercato maggiore densità a centrocampo puntando sulla tecnica di Ilie e sulle veloci ripartenze di Ceesay. L’Empoli non ha brillato sul piano del gioco ma ha dato dimostrazione di saper soffrire portando a casa un risultato tutt’altro che scontato. Carattere e temperamento al servizio di un obiettivo comune: quello di crescere senza l’assillo del risultato a tutti i costi. Solo trasmettendo serenità e fiducia, un gruppo ancora acerbo sul piano dell’identità tattica e della coesione caratteriale può veder germogliare i semi di un progetto in divenire. Solo il tempo dirà se il figliol prodigo Alessio Dionisi è il profilo giusto per tagliare il nastro di un nuovo percorso e riprendere la narrazione di una parabola interrotta bruscamente quattro anni fa. 

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15 Commenti

  1. Inappuntabile! Mi piacerebbe tanto sapere da Nico cosa ne penserebbe del mio 433

    Fulignati
    Curto Guarino Lovato Obaretin
    Ghion Yepes Haas
    Elia Shpendi Ceesay

    Grazie

    • Curto e Obaretin non sono terzini. Come fai a fare la difesa a 4 con zero terzini e 4 centrali? IN più in avanti con attaccanti a questo giro in abbondanza metterne uno solo mi sembra uno spreco. Io ridico quello scritto settimana scorsa. Per me Dionisi rimane a 3 in difesa. Anche perchè ovviamente la rosa è stata costruita x quel modulo. Però lo scorso anno a Palermo pur partendo dall’ inizio giocò tutto l’anno a 3. Io non son sicuro che passi a 4. E l’unico modo x farlo e metterci dentro Elia è 442. Però o cresce Moruzzi (che lì ci giocava a Pescara con Silvio) ed Ebuei smette di fare pasticci sennò a 4 con questi giocatori non ci andrai mai. In più se fai 442 perdi totalmente i tre quarti (Ilie e Saporiti)

  2. Il problema resta il centrocampo dove abbiamo giocatori troppi leggeri e ci portano via di peso. L’unico insostituibile (Bela) non gioca mai, non a caso si è vinto solo con lui in campo.

  3. A parte che avevo chiesto al giornalista, Curto e Obaretin sono 2 esterni difensivi. Entrambi sgraverebbero Elia e Ceesay da compiti difensivi e contemporaneamente potrebbero intervenire sulle tante seconde palle che perdiamo a centrocampo.

  4. Con il 433 tagli Ilie e Shpendi e questo non va bene…. forse più giusto è un 4231
    Fulignati
    Eubehi, Lovato, Guarino, Carboni
    Ghion, Haas
    Elia, Shpendi, Ceesay
    Pellegri

  5. Ora il titolare è Shpendi. Pellegri entra a partita in corso. Facciamolo questo 433, ora! Poi quando saremo più avanti come consapevolezza di squadra e come amalgama, potremo rispolverare i trequartisti o le seconde punte. Ora no, ora c’è da assestare la fase difensiva.

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