Chi non ha seguito la squadre della Primavera azzurra ne è stupito. Chi le ha seguite da sempre dice che quella di quest’anno è una delle Primavera più forte di sempre. Lo ha detto anche il Presidente Corsi in un’ intervista rilasciata nel dopo gara della partita vinta con il Cosenza che è valsa all’Empoli la Serie A. Ma il Presidente, nell’elogiare alcuni giocatori (senza, giustamente, farne pubblicamente i nomi) e nel sottolineare la qualità e la spettacolarità del gioco della squadra, si è dimenticato – pensiamo perché preso dall’emozione della settima promozione in A –  di citare chi di questo gioco è il costruttore, chi di questi giocatori è colui che ne ha valorizzato le potenzialità e aiutato la crescita qualitativa e non solo. E allora il nome del timoniere di questa nave azzurra che sta solcando da mesi il mare in tempesta di un Campionato che più difficile non si può, per i disagi provocati dal Covid e per la forza delle altre navi che si danno sportivamente battaglia, lo facciamo noi: Antonio Buscè!

E lo facciamo adesso, quando mancano ancora 7 giornate alla fine del Campionato, perché “comunque vada sarà un successo”. Perché non è giusto far dipendere sempre la valutazione di un gruppo e di chi lo sostiene e lo guida, solo dai risultati: contano anche la qualità di ciò che si esprime e la qualità di chi lo esprime, contano i misuratori oggettivi della crescita di un collettivo e di un singolo. Contano la qualità del lavoro che si desume da quanto si vede. E contano quegli elementi impalpabili che nel calcio, come e forse ancor più che nella vita, fanno la differenza: il carattere, la personalità, lo spirito di sacrificio, la capacità di soffrire e di stringere i denti, la voglia di lottare.

Questa squadra merita tutti gli elogi del mondo. Da chi come me ha avuto il privilegio di vederla e di raccontarla dal vivo nelle sue gare di Monteboro e da parte di tutti quelli che l’hanno potuta solo vedere in TV, purtoppo senza poter dare dalla tribuna quel calore umano che il covid ci ha “momentaneamente” rubato e che i ragazzi avrebbero ampiamente meritato.

Buscé sta allenando le squadre giovanili dell’Empoli da 8 stagioni. Ho spesso visto le sue squadre, in tutte le Categorie, e le ho sempre viste con lo stesso comune denominatore: la qualità del gioco, la qualità dei giocatori (certo, chi più chi meno), la loro crescita nel corso degli anni e quegli impalpabili elementi di cui scrivevo prima.

Nei vari articoli del nostro “Un secolo d’azzurro” abbiamo parlato di diversi giocatori che hanno vestito la maglia azzurra. Non lo abbbiamo fatto per Antonio Buscé perché alla fine siamo arrivati a quota 100 articoli ed il tempo era di fatto finito. Lo facciamo adesso, raccogliendo le notizie su di lui come in una cassetta della memoria, come rivedendo in una pellicola un film di tanti anni di amore per una maglia che l’uomo di Gragnano ha indiossato sempre con onore e rispetto.

Quando lo vedevi correre avanti e indietro sulla fascia destra del campo sembrava una farfalla, eppure aveva la forza e la determinazione di un felino che annusa la preda. Quando arrivò ad Empoli dal Lumezzane (tre Campionati con i lombardi in C1) tutti si chiedevano chi fosse quel giocatore che veniva dalle serie inferiori, che non era più giovanissimo (quando arrivò ad Empoli aveva 26 anni già compiuti) e che si voleva far debuttare addirittura in Serie A, riconquistata appena tre mesi prima con Silvio Baldini. Lo avevano scovato quel genio dello scouting di Roberto Tolomei e il DS Pino Vitale: una sommessa, allora a Empoli si faceva così. Eppure furono proprio la sua età e la sua storia professionale, l’aver mangiato sogni e polvere, a dare a Buscè quella spinta in più che hanno fatto di lui non solo uno degli esterni più importanti nella storia azzurra ma anche uno dei giocatori più amati dai suoi tifosi.

Il debutto al “Castellani” fu in una parita di Coppa Italia, il 25 agosto 2002, col Livorno. Ma il debutto che Antonio Buscé da Gragnano non si dimenticò  mai crediamo fu quello dell’ 8 settembre 2002: la prima giornata del Campionato di Serie A 2003/2003, avversaria l’Inter. Da Lumezzane a giocare dopo 3 mesi in Serie A contro l’Inter non è un passo da poco. Ma lui non si scompose più di tanto. L’emozione c’era di sicuro. Lui è un uomo che vive di emozioni, ma forse perché le vive in modo così intenso riesce in qualche modo a conviverci, a farle diventare una scarica di adrenalina in più per volare sulla fascia prima e per gestire oggi il gruppo dalla “prigione” della sua panchina.

Antonio Buscè, “Il pendolino”, come lo hanno chiamato i tifosi azzurri per tutte le 8 stagioni nelle quali ha vestito la maglia azzurra. La prima partita in assoluto in maglia azzurra in una gara di Coppa Italia, Pistoiese – Empoli, il 14 agosto 2002, quando subentra a Tavano nel secondo tempo. L’ultima, scolpita in una data che rimarrà indelebile nella storia dell’Empoli: 8 giugno 2012, il ritorno del play out col Vicenza. Nel mezzo ci sono state 5 stagioni in Serie A e 3 in B, con un intervallo di 2 stagioni passate a Reggio Calabria e Bologna per un totale di  297 partite giocate – il che fa di lui il 3° giocatore con più presenze nella storia dell’Empoli – e 30 gol.

Antonio va a terminare la sua carriera da giocatore a Pisa, in serie C1, qualcosa che ha stonato nella testa e nel cuore dei tifosi azzurri che avrebbero voluto vedere chiudersi al “Castellani”  la sua ultima volta da giocatore.

La storia di Buscè calciatore finisce dunque sotto la Torre Pendente ma le strade tra lui e l’Empoli non si sono chiuse per sempre. E comincia la sua seconda vita.

Nell’estate del 2013 viene richiamato dalla Società del Presidente Corsi, questa volta non per correre sulla fascia ma per sedere in panchina. Fu  scelto come allenatore di una delle due squadre dei Giovanissimi B,   ragazzi nati nel 2001, tra loro Ricci e Donati. Quella di quest’anno è l’ottava stagione nella quale l’ex capitano azzurro guida una compagine dell’Empoli FC. Si può dire che ha praticamente allenato tutte o quasi le Categorie del Settore Giovanile: dopo il primo anno infatti, nel 2014/2015 sarà ancora con i Giovanissimi B con  i quali conquisterà dopo anni il titolo di Campione Regionale Toscano della Categoria. Nei due anni successivi è con gli Under 15, con i quali raggiunge una Fase Finale Nazionale e l’anno seguente i play off. Poi un passaggio con la Under 17 ed infine il suo capolavoro con gli Under 16. E’ il 15 giungo 2019 ed in una Finale pirotecnica e piena di emozioni l’Empoli conquista il titolo italiano (https://www.pianetaempoli.it/under-16-empoli-inter-diretta-live-match): è la prima volta nella sroria dell’Empoli FC (eslusa la Primavera nel 1999) che una squadra azzurra si cuce il tricolore  sulla maglia . La prima volta per una squadra di Settore Giovanile “puro” (la Primavera è qualcosa di già oltre), la prima volta dopo tante, troppe, finali perse. In 6 anni mister Buscè è il secondo titolo che porta a casa! Di quella squadra fanno parte alcuni ragazzi che troveranno continuità nella Primavera di oggi (Biagini, Fazzini, Rizza, Rossi, Baldanzi, Morelli, Degli Innocenti ) ed altri che – insipiegabilmente – verranno ceduti. E questo è il segno di un cambio di passo nel Settore Giovanile azzurro avvenuto negli ultimi anni: cedere giocatori ancor prima che diventino professionisti o che approdino in Primavera è stata una cosa che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile.

Il titolo vale bene una promozione e così per Buscè si aprono le porte della Primavera, sulla panchina lasciata da Zauli andato a Torino in casa Juve. Il salto dalle squadre del Settore giovanile “puro” alla Primavera è universalmente riconosciuto essere importante. Ma questo evidentemente non vale per quelle allenate dall’ex esterno azzurro. Nella Stagione 2019/2020 Buscé mette in campo una squadra per la quale sceglie il 4.3.1.2 (modulo che sembra il marchio di fabbrica della casa madre e che è tuttora il modulo della Primavera), vede partire Ricci aggregato alla prima squadra ma continua a fare quello che in questi anni in panchina ha dimostrato di saper fare meglio: costruire un gioco di qualità e formare giocatori.  Nella rosa ritroviamo “vecchie” conoscenze come Asllani (che Buscè aveva già avuto nella Under 15), Belardinelli, Donati, Fradella, Lombardi, Martini, Fazzini, Pratelli, Riccioni, Viti. Quando il Campionato si interrompe per il Covid, alla 21a Giornata, l’Empoli è ad 1 punto dalla zona play off. Ha superato ogni aspettativa.

Questa Stagione, dopo un inizio stentato, si interrompe il 25 ottobre 2020 per per riprendere il 22 gennaio 2021. Ci sono state partite da recuperare ed un Calendario sempre più intenso, con gare ravvicinate,  e che condurrà gli azzurri fino al 16 giugno prossimo. L’obiettivo stagionale era una tranquilla salvezza ma ora la squadra è in piena corsa per i play off. Ha il miglior attacco del Campionato con 52 reti. Peccato che la difesa sia la quintultima peggiore: 41 i gol subiti, davvero troppi per una squadra che ha un potenziale offensivo così devastante. Se nelle  7 giornate che restano alla fine del Campionato si riuscisse a trovare un maggiore equilibrio e una maggiore solidità difensiva ogni risultato non sarebbe precluso. Va detto che delle sconfitte subite molte sono state davvero immeritate sul piano dal gioco: penso a Roma con i giallorossi, penso alla partita casalinga con l’Inter, all’ultima con l’Atalanta, penso anche ad alcuni “episodi” che non hanno mai girato a favore della squadra, uno per tutti la giornata no dell’arbitro nella gara interna con la Sampdoria.

Al termine del Campionato mancano, lo abbiamo detto, 7 giornate. La speranza è che possano essere qualcuna in più….

Mister Buscè consegna comunque al Campionato una meravigliosa realtà sportiva, ai tifosi la conferma dell’ orgoglio per la loro maglia, alla Società l’indicazione di un cammino e, soprattutto, giocatori molti dei quali già pronti per il grande salto nei professionisti.

Buon proseguimento!

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17 Commenti

  1. Il mio preferito di sempre!
    Aaaaahhh… quella volta che mise a sedere Costacurta… palla da una parte e lui dall’altra…
    Ne vorrei sempre 11 in campo come lui.

  2. Grandissimo Antonio: un pendolino martellante su quella fascia destra… uno che faceva le “buche” in terra quando correva e riusciva come pochi ad abbinare fisicità e qualità.

    Uno della “vecchia guardia” stile Max Cappellini… uno di quelli che hanno l’Azzurro cucito addosso.

    Facciamogli fare una giusta crescita, con qualche esperienza da professionista in C e B… dopodiché può essere pronto per la panchina della prima squadra Azzurra.

    I tifosi e la Maratona ti aspettano 💙💪🏻

    • Benevento ha rivoluzionato la rosa. Si sentivano già salvi. Retrocesso. Umiltà, coesione gruppo storico. Testa bassa e son salvi, Spezia.

      Il lavoro e la voglia di emergere, paga.
      Da semi sconosciuti si può sopperire alla qualità, aiutandosi.

      Hanno stravinto il campionato, programmazione senza avere nessuno cresciuto nel settore giovanile, ecco che cos’è Benevento. Se non stanno attenti fanno il doppio salto e serie C.

      • Calma ragazzi, come vi continuo a ripetere, conta molto l’allenatore. Italiano ha portato allo Spezia 7-8 punti, Inzaghi ne ha tolti al Benevento altrettanti. Ma in 11 contro 10 e 1-0 sul Crotone si mette un altro difensore e ci si chiude a difendere? Pippo non lega neanche le scarpe al fratello Simone come allenatore. Come giocatori, il contrario

        • L’avrebbe fatto anche Iachini di difendersi.
          Questo vuol dire che alla lunga il gioco paga sempre.
          Ci potranno essere incidenti di percorso, ma alla lunga giocare paga sempre.
          E Italiano le fa giocare bene le squadre.
          Lo scorso anno Spezia e Crotone avevano il miglior gioco.
          Poi ci sta anche un Parma che giocando di contropiede si salvi: ma aveva signor di giocatori per fare questo gioco…

        • Gandalf, giustissimo quello che dici. Anche noi con 13/14 esordienti, ma Sarri in panchina ci siamo salvati.

          Il manico conta più di tutto e in società (visto il paragone con l’anno scorso), lo sanno bene.

          Fiducioso e orgoglioso !!

  3. Nella speranza che non faccia come Martusciello.
    Vorrei capire come fa giocare le squadre: il 4-3-1-2 mi piace, ma vorrei capire come la fa giocare.

  4. per non fare lo stesso errore con baldini e martusciello io gli darei un paio di anni in altre panchine. ma ci scommetto su questo mister..sempre che noi si rimanga in a e b

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