Il trequartista azzurro Tommaso Baldanzi ha rilasciato un intervista a SportWeek di cui vi riportiamo un estratto.

“E’ vero che il mio ruolo un po’ è andato a scomparire, perché il calcio nel duemila è più fisico rispetto a prima, ma io non mi sento solo. Oltre a me, ci sono altri giovani con le mie caratteristiche che si stanno mettendo in luce: Bellingham, Colpani, Soulè, che è un gran giocatore….e poi c’è sempre Dybala, che fa da anello di congiunzione tra vecchia e nuova generazione. Insieme a Messi, è il mio idolo. Il trequartista è il mio ruolo: posso farlo bene oppure male, maè il mio ruolo.”

E sei a tuo agio, in questo calcio così muscolare?

“Si, perché è più complicato, e, a me, più le cose si fanno difficili più piace trovare soluzioni. Proprio perché non è il “mio” calcio, ci tengo a dimostrare di poterci stare. Non mi spaventa: sono ambizioso e ho voglia di migliorare. E poi, non è soltanto corsa, fisico, muscoli: conta tanto la testa, la creatività. E io di creatività penso di averne.”

“Il mio calcio ideale è un calcio basato sulla qualità e sul divertimento, perché se in campo non ti diverti, è difficile vincere. E’ un tipo di calcio che proviamo a fare anche qui all’Empoli, giocando veloci e passandoci la palla rasoterra, mai da fermi, ma sempre in movimento.”

Cosa è rimasto, oggi, del calcio che giocavi da bambino per strada o in oratorio?

“Giocavo sotto casa con gli amici. E’ rimasta la caratteristica che conservo ancora adesso: puntare l’uomo con la palla attaccata al piede per creare superiorità numerica, con l’obiettivo di arrivare al tiro o di servire l’assist al compagno, che è la cosa che mi piace di più.”

In quali occasioni tu non rispetti le regole e vai oltre gli schemi, in campo e fuori?

“In campo, Mister Andreazzoli non mi permette di andare oltre le regole, ma penso sia giusto. Però all’interno di queste, cioè della disposizione tattica che il nostro allenatore ci impone, sono libero di dare sfogo alla mia creatività. L’Empoli gioca con due trequartisti ed entrambi hanno la possibilità di cercare gli spazi come gli detta l’istinto e di giocare come gli viene meglio. Insomma: negli ultimi venti metri posso fare quello che mi passa per la testa.”

E nel recinto di quali regole invece sei obbligato a restare?

“Devo giocare insieme alla squadra e vicino all’altro trequartista. Quando non abbiamo la palla, devo disturbare l’inizio dell’azione avversaria.”

E fuori dal campo, quando ti capita di uscire dagli schemi?

“Sono una persona abbastanza tranquilla; si vabbè, da ragazzino spesso saltavo la scuola, niente di che.”

Secondo la Gazzetta sei tra i migliori 20 calciatori al mondo, il più bravo tra gli italiani, tra quelli nati nel 2003. Chi era il piccolo Tommaso?

“Uno che è sempre stato con gli amici, gli stessi che ho ancora oggi. Giocavo con loro a pallone a Poggibonsi, dove sono nato. Adesso ci vediamo per andare a cena o, più spesso, ci scambiamo messaggi.”

Quando ti sei accorto che coi piedi facevi cose diverse da quelle dei comuni mortali?

“Forse nell’Under 16 dell’Empoli, con Buscè allenatore. Avevo iniziato così così, lui mi prese da parte e mi spiegò che sarei potuto diventare un calciatore a patto che in partita mettessi tutto quello che avevo dentro. Quelle parole mi fecero svoltare: dimostravano fiducia nei miei confronti e allo stesso tempo mi spingevano a riflettere su me stesso”

Famiglia?

“Dal mio punto di vista, perfetta. Papà e mamma fanno mercato tutte le mattine nella zona di Siena, tra Poggibonsi e San Gimignano. Vendono abbigliamento da donna. Quando non avevo voglia di andare a scuola mi portavano con loro. E da loro ho imparato cosa vuol dire la parola “sacrificio”: ogni mattina si alzano alle cinque. Ma a scuola andavo bene: sono diplomato in Ragioneria, materia preferita inglese.”

Come entra il calcio nella tua vita?

“Inizia al parco, dove mi portava nonno, che oggi non c’è più. Ho voluto tatuarmelo sul braccio sinistro: lui tiene me bambino per mano, io ho il 10 sulla schiena. Solo al disegno è scritto: you’ll never walk alone, non camminerai mai solo. Ecco, nonno mi è sempre stato vicino. A mio padre piace di più il basket, ma fu proprio lui ad accompagnarmi per la prima volta al Castelfiorentino, dove ho iniziato sul serio. Mamma non era così contenta, aveva paura degli infortuni. Adesso è stra-orgogliosa.”

Nella Under 21 sulla maglia porti il 10, nell’Empoli invece hai il 35. Perchè?

“In Nazionale ho sempre portato il 10 perché è il mio numero preferito e c’era la possibilità di prenderlo. All’Empoli ho il 35 perché arrivai dalla Primavera in prima squadra a stagione in corso ed era uni dei pochi numeri rimasti.I magazzinieri lo proposero e accettai. Ho esordito con quello, l’anno scorso ho fatto bene con quello, mi sono affezionato e l’ho tenuto.”

In questa stagione, Paolo Zanetti, prima di venire esonerato per far posto a Andreazzoli, ti schierava esterno a destra perché diceva “deve imparare anche altro”. Non è sufficiente quello che sai fare?

“Nel calcio moderno è importante saper ricoprire più ruoli.”

Risposta diplomatica

“Ma è vero: se imparo a fare più cose, mi torna utile”

Cosa invidia a Luperto, il tuo capitano dell’Empoli, sette anni più di te?

“La fase difensiva, il carisma, la persona che è.”

E lui cosa invidia a te?

“Il dribbling, il passaggio, il tiro in porta”

In estate si era parlato di Milan. Cosa ti serve per meritarti una grande?

“Devo solo continuare a lavorare come sto facendo. Ma adesso devo concentrarmi sulla salvezza dell’Empoli.”

Il tuo giocatore perfetto?

“Sinistro: Messi. Destro: De Bruyne. Mentalità: Ibra. Forza fisica: Haaland. Velocità: Mbappè. Colpo di testa: Lewandoski. Tiro da fuori: Dybala. Tecnica: Messi.

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17 Commenti

  1. E’ un ragazzo umile, vissuto in una famiglia umile…. come ce ne sono pochi al giorno d’oggi…. soprattutto nello sport…. l’altro è Sinner!!!

  2. A chi non ha ancora capito la strategia della società dopo gli ultimi 5/6 anni svelo un segreto. Nel pacco regalo di Baldanzi era inclusa la vittoria in trasferta previa l’accortezza di non spremere il giocatore, che è già venduto da 10 giorni lo capite o no? Il 29 gennaio leggerete l’ufficialità, svegliatevi per favore!

    • Se è come dici, la questione è da Ufficio Inchiesta, da violazione della lealtà sportiva e da retrocessione….. spero che così non sia, altrimenti tifoso o non tifoso, è giusto che parta la segnalazione….

        • Evidentemente non conosci le dinamiche della serie A made in Italy, il campionato con piu’ puntate da parte delle mafie dell’est.

      • Riccardo è sempre stato così avanti, alcune cessioni degli ultimi anni sono state giustamente preparate nel mese precedente. Non pensare che si ritrovino due società e in un giorno o due a gennaio decidano di fare una trattativa, non è così.

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