a cura di Claudio “Freccia”

Gruppi esistenti: Diffidati Liberi (gruppo principale), Curva Sud Reggina 1914

Politica: Destroidi

Settore: Curva Sud

Gemellaggi/Amicizie: –Salernitana: gemellaggio vecchissimo, ancor più vecchio di quello col Bari, storico, molto sentito. Nel 1986/87 nasce una sorta di patto di rispetto e fratellanza, dopo che in precedenza non erano mancati scontri. La stagione seguente viene ufficializzato il gemellaggio, divenuto negli anni sempre più solido, e che va oltre ragioni extracalcistiche. Numerosissime le visite reciproche che si scambiano. Il rapporto si rinsaldò definitivamente quando oltre 8mila calabresi gremirono l’intera curva Nord dell’’Arechi’ per un match che, se vinto, avrebbe consentito alla squadra di Franco Colomba di festeggiare la promozione in Serie A. Sbandierata con giri di campo in Salernitana-Reggina 01/02 e altre volte. Il 24 marzo ’19 visita salernitana per Reggina-Catania al “Granillo”. “Ciao Mario fratello salernitano” in Reggina-Casertana del 20 aprile ’19. In Reggina-Catanzaro del 12 ottobre 2019 gli amaranto espongono il messaggio “Una stella in più illumina il cielo di Salerno…ciao Melissa!”, sedicenne tifosa salernitana scomparsa per un malore. La settimana dopo, a Monopoli hanno esposto un pensiero per due ragazzi di Salerno ricoverati all’ospedale per un incidente stradale, che purtroppo non ce l’hanno fatta: “Combattete e non mollate come solo un ultras sa fare…Andrea e Antonio con noi!”. –Bari: fraterna e storica amicizia, consolidata nell’87/88. Sbandierata con giri di campo in Bari-Reggina 2000/01. Il gemellaggio ha resistito anche alla delicata sfida-salvezza del 00/01, vinta dal Bari. Una gara che ha fatto discutere per un infelice arbitraggio, ma che al di là di questo è stata l’occasione per rinnovare il bel gemellaggio, con 3mila reggini presenti con tutti i gruppi importanti. Per una domenica, i “galletti” sospendono lo sciopero del tifo riprendendo a sostenere la squadra, di fronte ai fratelli reggini. I gemellaggi di cui sopra, alla fine degli anni 80 furono portati avanti alla grande dai “Boys”, favoriti da un periodo di crisi del “Cucn”. In Reggina-Bari 12/13 esposto dai reggini lo striscione “Cambiano i tempi e le generazioni…non sono in vendita le nostre emozioni”, ed i baresi rispondono con “Reggio saluta la Bari ultras”. Il 13 gennaio 2018 festeggiati i 30 anni di gemellaggio coi baresi, esposto in una piazza lo striscione “Nuovi e vecchi volti per onorare le nostre tradizioni, Reggio e Bari dopo 30 anni ancora le stesse emozioni”. “Libertà per la Bari Ultras” in Reggina-Viterbese del 23 gennaio ’19, con in basso striscione “Lotta e vinci”. A Bari i calabresi espongono lo striscione, metà biancorosso e metà amaranto, “I nostri valori ultras vero simbolo di mentalità…due città, un unico mito…il nostro amore per sempre infinito”, in Bari-Reggina del 16 settembre 2019. –Latina: gemellaggio diretto fin dalla fine degli anni ’80, sull’asse CUCN ’82-Falange Latina. Amicizia molto sentita, sia ora che in passato. Una rappresentanza reggina era presente nella finale Playoff 12/13 di Latina per la B col Pisa. Per la prima volta in Serie B si gioca il 1° novembre 2013 Latina-Reggina, gara che mancava da tantissimi anni, cosicché le due tifoserie hanno l’opportunità di rinsaldare, prima della gara, questa amicizia di vecchia data. Tutti a pranzo insieme quindi, sia i non tesserati di casa, che quelli di Reggio, che per loro fortuna riusciranno ad entrare allo stadio senza problemi. La Nord pontina espone per loro gli striscioni “Benvenuti a Latina” e “Dal 1976 Latina e Reggina”. Da segnalare che, dopo la gara, i ragazzi della Curva Nord, ma anche chi non era entrato per scelta personale, hanno fornito agli ospiti un servizio per la stazione e cibo per il viaggio di ritorno. –Milan: questo curioso gemellaggio risale alla prima stagione di Serie A, dopo 80 anni, della Reggina, quella delle invasioni amaranto. Nacque la scintilla perché i milanisti riconobbero nei reggini una bella tifoseria, mentre i milanisti furono tra le poche tifoserie apprezzate al primo anno dai reggini. Per la verità, nei confronti della tifoseria rossonera c’era un’ombra di scetticismo, essendo comunque una tifoseria settentrionale, ostacolo però ben superato dal rispetto per la Curva Sud milanista, quando le due sponde hanno avuto modo di conoscersi e confrontarsi. Legame cementato quando, nel 2007, con un Milan rimaneggiatissimo e con la testa alla finale di Champions League col Liverpool, la Reggina vinse 2-0, conquistando, nonostante la penalizzazione di 11 punti, la salvezza con Walter Mazzarri. –Ascoli: buon rapporto d’amicizia. Il “Settembre Bianconero” di Ascoli presenziò alla partita-salvezza della penultima giornata del campionato di A 2000/01, a Perugia, dove erano presenti circa 9 mila reggini. In Ascoli-Reggina del marzo ‘13, i reggini senza tessera, lasciati fuori dal “solerte” servizio d’ordine, furono poi ospitati dagli ascolani nella loro curva. In casa con la Juve Stabia, il sabato successivo, i reggini esposero lo striscione “Ringraziamo la Sud di Ascoli”. Esposto nel febbraio ’19 “Solidarietà per gli Ultras 1898”, tenuto a mano con bandieroni alti striscione, e “Reno vive!” nell’ottobre ’19 dai reggini. –Acireale: amicizia piuttosto recente; erano presenti all’apertura della sede dei “Diffidati Liberi” e ai funerali del “Gitano”. In Reggina-Rende del 4 marzo ’19 esposto “Vicini al dolore della città di Acireale”. –Andria: gli andriesi sono gemellati con salernitani e baresi, quindi sono anche amici dei reggini. Il 24 marzo ’19 in Reggina-Catania esposta la scritta “Marco vive!”, un fratello andriese scomparso. “Brigata Fidelis” drappo presente per l’inaugurazione della sede dei “Diffidati Liberi”.

Ex-gemellaggi-amicizie: Roma, Torino, Palermo, Siracusa, Catanzaro, Cagliari, Avellino, Sporting Gijon, Ravenna, Locri.

Rivalità: –Messina: sicuramente la più sentita, campanilistica, quella del derby dello Stretto; ciò che anima realmente gli incontri è l’ideale dominio dello Stretto. I messinesi vengono chiamati “buddaci” (buddace si chiama una particolare specie di pesce che abita i fondali dello Stretto, perennemente a bocca spalancata causa la bizzarra forma allungata del muso), numerosi gli scontri e gli striscioni di sfottò in passato. A loro venne rubato lo striscione “Cep”, esposto in Reggina-Salernitana 2001-02. In un derby dello Stretto del 1990, successe il finimondo. Dalle h.13 alle 19 fu una vera battaglia, una guerriglia urbana, con inoltre diversi feriti tra le forze dell’ordine e tifosi. I facinorosi partirono dal settore della curva Nord per forzare il cancello, aggredirono i messinesi presenti in Tribuna e invasero il campo, scontrandosi con la polizia. Si tornò a casa a tarda sera, per poi ritrovarci alle 4 del mattino in Questura. Partirono quaranta diffide e denunce a piede libero. Dei quaranta fermi, molti erano del gruppo dei “Boys”. Balenò l’idea dello scioglimento del gruppo. Molti ragazzi si allontanarono, anche sotto minaccia dei genitori. Per i “Boys” sembrava calato il sipario, ma tra mille difficoltà e vari stratagemmi fu deciso di continuare a tifare. La domenica dovevano andare a firmare, ma non si presentarono, poi furono tutti scagionati. Un altro documento annullò l’obbligo di firma, ma confermava la denuncia. Si andò avanti così per 7 anni. Nel 2006/07 la Reggina, con la zavorra di 11 punti di penalizzazione, inflitti per Calciopoli, si salvò, spedendo nello scontro diretto il Messina in B. 24 Daspo a tifosi messinesi, molti finiti ai domiciliari, armati di ogni cosa atta ad offendere negli incidenti con diversi episodi di violenza, come danneggiamenti all’impianto sportivo, tentata invasione del rettangolo di gioco e della Tribuna, nonché tentato contatto coi reggini, circa 700, feriti anche un poliziotto e uno steward, nel derby di ritorno dei Playout Messina-Reggina (0-1) del 30 maggio 2015, che ha determinato la retrocessione dei peloritani. –Cosenza: storica rivalità, per motivi politici e campanilistici, ora un po’ meno sentita che in passato. I reggini vanno a Cosenza nei primi anni 80 e nel 1982-83 i “Position Fighters” lasciarono al S. Vito lo striscione dopo tafferugli con gente della Tribuna, a causa di un lancio di torce sui cosentini nel settore sottostante. I tifosi reggini, come pochi sanno, entrarono in possesso dello striscione “I Fedelissimi di Rende”, però poi la polizia entrando sul pullman lo riprese e restituì ai cosentini. Ai reggini rubarono lo striscione “Boys” a fine anni 80, esposto in Cosenza-Monza 88/89 con tanto di coro a presa in giro. Anni fa, in un Napoli-Cosenza, due ragazzi di Salerno andarono sotto il settore cosentino e tirarono via lo stendardo “N.S.”, acronimo di Nuclei Sconvolti, tutto avvenne troppo in fretta per una pronta reazione. Fu esposto poi in un Cosenza-Reggina 98/99. Lo striscione “Brigate Rossoblù Cosenza” finì in mano agli empolesi, in strane circostanze, ed esposto in un Reggina-Cosenza 90/91. In Cosenza-Reggina 95/96, i padroni di casa espongono striscioni di sfottò, tipo “Dio non salvi la Reggina”, poi lancio di oggetti durante la gara e, alla fine, scontri tra cosentini e polizia che carica e lancia lacrimogeni ad altezza d’uomo. Nell’89/90 i derby contro il Catanzaro furono due feste, al “Militare” andarono in 5mila nell’anno in cui i cosentini si videro a Reggio, presenti; decisero di andare in cento e scortatissimi, dopo averci pensato 10 anni. Furono sistemati in un angolo della Gradinata, comunque sfatarono un tabù. I cosentini rischiarono grosso ma i reggini non sapevano ancora che erano stati loro gli artefici del furto notturno di sei striscioni amaranto all’interno dello stadio reggino. I reggini erano sicuri che quel gesto, poco ultras e molto infame, fosse opera dei messinesi, ma scoprirono tutto quando gli striscioni amaranto furono esposti dai “Nuclei Sconvolti” nella loro curva. Certo i cosentini, almeno nei messaggi che espongono non le mandano a dire; in Cosenza-Reggina 98/99: “Disegnate scacchiere, sognate l’arrembaggio, ma di scendere dal treno vi è mancato il coraggio”, “Che brutto scherzo ti ha fatto la natura o camerata dalla pelle scura”, ecc. Altri striscioni: il cosentino “Dio non salvi la Reggina” (Cosenza-Reggina 95/96), il reggino “I Lupi cattivi? Solo nelle fiabe” (Cosenza-Reggina 2001/02). –Catania: rivalità antica, risalente come minimo agli anni 70, di campanile. Ai catanesi, in uno dei tanti scontri intercorsi in passato, venne rubato lo striscione “Catania”, esposto poi in Reggina-Catania 87/88. Nel 1991/92 i reggini, arrivati in stazione a Catania, vengono accolti da una bella sassaiola e un ragazzo dei “Boys” prende 3 punti di sutura. Il furgone del “Cucn” viene circondato dagli ultras del Catania, due dei quali accoltellati alla gamba, gli altri si danno alla fuga alla sola vista delle lame, ma un reggino però viene colpito alla testa da un bastone e viene ricoverato all’ospedale con ben 50 punti di sutura. Nel 98/99, diretti ad Andria, i calabresi incontrarono gli “Irriducibili” Catania. Dagli insulti ai fatti, a colpi di cinture ed aste. Arriva la polizia che spara colpi in aria, poi dei catanesi nessuna traccia. Il 4 febbraio ’17 esposto lo striscione “Rip Ciccio Famoso”, capoultrà catanese deceduto, famoso lo era davvero. In città, nonostante la rivalità, esposto lo striscione “Speziale libero”, che per l’assassinio di Filippo Raciti del 2 febbraio 2007 sta scontando anni di carcere facendo da capro espiatorio. Nell’ottobre 2017 i reggini allestirono una coreografia irriverente ed insultante nei confronti degli etnei, che costò 20 Daspo, la chiusura della Curva Sud per una giornata e 5mila euro di ammenda alla Società. In Reggina-Catania del 24 marzo ’19 esposta la frase “28/10/2017 Reggina-Catania: goliardia e rivalità…non ucciderete mai la nostra mentalità ed il nostro vivere ultras…tifo libero”. –Catanzaro: prima c’era un gemellaggio vero e proprio, che viveva sull’asse Cucn-Ultras Catanzaro; i primi contatti già sul finire degli anni 80, con molte visite reciproche, ad esempio nel 1991/92 i giallorossi fecero visita ai reggini con Casarano e Acireale ed altre ancora, mentre i reggini sono stati a fianco dei catanzaresi col Vigor Lamezia (giocata a Reggio), e a Catanzaro col Trani. Adesso però il rapporto si è incrinato irrimediabilmente, anche perché Reggio Calabria, prima città calabra per popolazione con i suoi  180.082 abitanti, avrebbe tutti i requisiti storici, culturali e urbanistici per tornare ad essere il capoluogo della Regione Calabria, al posto dell’attuale Catanzaro, città più piccola e con meno storia, tanto che, quando, intorno al 1970, si trattò di designare Reggio capoluogo di Regione, si scatenò quasi una guerra civile, passata alla storia come la Rivolta di Reggio: per motivi di ordine pubblico quell’anno, Serie B 1970/71, non si potette giocare il derby né a Reggio né a Catanzaro, ma solo in campo neutro, a Firenze, il 25 novembre 1970 e il 3 giugno 1971, dopo numerosi rinvii. Nel 1986/87 Catanzaro dovette subire le “barbarie” degli amaranto inferociti per la sconfitta. Si creò una rissa, con poca polizia a cercare di sedarla e molti reggini si misero perfino a saltare sulle auto targate ‘CZ’, la celere a fatica fece risalire sui pullman i 500 reggini al seguito. Amichevole giocata a Soverato (CZ), per le vittime dell’alluvione, con issati gli striscioni “U.C.” e “Massimo”, a rappresentare la curva “Massimo Capraro”  catanzarese. Striscione “Ultras Catanzaro” esposto in Reggina-Casarano 91/92. Il legame vero e proprio sarebbe svanito anche per lo scioglimento di “Warriors” e “Fighters”. Recentemente i rapporti si sono ancor più inaspriti, infatti il 3 febbraio 2019 tafferugli nel dopogara di Reggina-Catanzaro, quando uno sparuto gruppo di reggini attende il passaggio dei catanzaresi, causando brevi momenti di tensione, in particolare due tifosi hanno lanciato pietre e bengala, senza peraltro provocare danni a cose o persone; un altro gruppo di tifosi amaranto blocca la strada e alcune auto colpendole con calci. Seguono Daspo. Il 26 febbraio 2020 ultras Reggina in trasferta a Catanzaro danneggiano due bus che li portano allo stadio. Un tifoso amaranto è stato aggredito a Soverato da un gruppo di tifosi catanzaresi a fine giugno 2020, “colpevole” solo di indossare la maglia celebrativa per la promozione in Serie B della propria squadra del cuore. –Cavese: il 15 maggio 2016, in Cavese-Reggina, semifinale Playoff di Serie D, disordini prima del match con molti tifosi metelliani che aggrediscono gli ospiti entrando in campo, armati di cinghie e oggetti contundenti, fin sotto il settore ospiti, scagliando anche fumogeni contro le forze di polizia e i reggini. Dopo interminabili minuti tutto è tornato alla normalità. Momenti di tensione si sono avuti a Nocera Inferiore l’11 gennaio 2020, tra sostenitori di Reggina e Cavese, entrambe le tifoserie dirette a Castellammare di Stabia  dove la Cavese gioca le partite casalinghe. Due auto con a bordo ultras amaranto non seguono l’itinerario previsto dalle autorità competenti, incrociando così i tifosi avversari nei pressi del casello di Nocera Inferiore, dove avviene uno scontro con lancio di oggetti. Inoltre un pullman di reggini perquisito e 3 occupanti denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, mentre gli stessi agenti sequestrano mazze e petardi. –Palermo: da gemellaggio a sentita rivalità nel giro di poco tempo. Ai siciliani è stato rubato lo stendardo “Palermo nel cuore”, esposto in Reggina-Palermo 04/05. Nel febbraio 2006 i palermitani, accompagnati da una scorta inadeguata, una volta a Reggio avrebbero raccolto pietre e bastoni di legno iniziando una sistematica opera di devastazione. I tifosi reggini nel frattempo, appreso degli scontri fuori lo stadio escono dalla loro curva per andare verso i palermitani, che in oltre 150 vengono fatti entrare, sprovvisti di biglietto, per ragioni d’ordine pubblico. Nel dopogara è caos totale, scontro aperto e tutti sono coinvolti, anche un lancio di lacrimogeni. Gli scontri proseguono alla stazione. Gli pseudo-tifosi, dopo aver inseguito e aggredito 4 agenti Polfer, fanno tranquillamente ritorno a casa. –Crotone: vecchia rivalità, i reggini chiamano “zingari” i crotonesi, i vecchi derby sono sempre stati infuocati, numerosi gli scontri e gli striscioni offensivi in passato. In Reggina-Crotone, 1° turno di Coppa Italia 13/14, la Sud accoglie i rivali con la scritta “Fai il rivale…ti presenti scortato, ma lo scontro l’hai mai usato??”. –Frosinone: vecchie ruggini: nell’87, in un Frosinone-Reggina, i ciociari bruciarono lo striscione “Boys”, all’esordio in trasferta in assoluto, e altro materiale. Prima rissa in un bar in mattinata, volarono tavoli e sedie. I reggini non riuscirono nemmeno a vedere la partita, perché appena arrivati vennero subito assaliti, in un clima davvero ostile. In curva li aspettavano una 50ina di ultras locali, ma i reggini peccarono di presunzione attaccando gli striscioni al di là della rete. Una pioggia di sassi scagliata dai frusinati all’improvviso, anche dalla tribuna, chiuse i reggini tra due fuochi; la polizia fu costretta ad aprire i cancelli e a manganellate li spinse fuori lo stadio. Si salvò solo lo striscione “Cucn-Centro Italia”. Gli altri striscioni entrarono in possesso dei tifosi locali che li bruciarono nella loro curva. I reggini non rientrarono dentro lo stadio e uno di loro rimase all’ospedale perdendo un occhio. La rabbia era tanta e al ritorno, al primo autogrill solito assalto per rubare tutto. 4 arresti di cui 3 frusinati. Nel girone di ritorno i frusinati pensarono bene di non presentarsi; comunque a Reggio le accoglienze ai ciociari sono sempre state brutte. Furibondi anche gli scontri in terra laziale del settembre 2009: i reggini, armati di mazze di legno e di bottiglie di vetro mandarono in frantumi i vetri di diverse auto che stavano transitando, inevitabili gli scontri. –Lecce: nel maggio ’05 scontri violenti nel piazzale sotto la Nord a Reggio e al parcheggio Botteghelle. Il 2 ottobre 2016 a Lecce fuori lo stadio si verificano scontri tra le due fazioni. I reggini, a bordo di alcuni mezzi sarebbero scesi per scontrarsi coi rivali; attimi di terrore per il lancio di una bomba carta, un bengala, alcune pietre e diverse bottiglie di vetro verso chi si stava recando allo stadio a piedi. Sequestrate spranghe e bastoni. Una 30ina di amaranto è stata identificata. –Verona: fortissimo odio, rivalità antica, alimentata anche dallo spareggio-salvezza in A del 2001, ma tra i tanti “incontri ravvicinati” spicca quello del marzo ’96 a Reggio, dove non videro neanche la partita, perché, così si narra, ad aspettarli c’erano circa 300 ultras reggini; il loro comportamento fu invece quello di aggredire ragazze e passanti, evitando gli ultras. Il C.u.c.n non aveva niente da dimostrare a nessuno, cercando lo scontro solo con gli ultras. –Juve: rivalità nata con la Reggina in Serie A, già dal primo anno (99/00). Striscione “Genova” degli juventini rubato, esposto in un Reggina-Juve. –Atalanta: fiera rivalità; in occasione del ritorno dello spareggio salvezza in A del 2 giugno 2003 a Bergamo, finito con vittoria della Reggina 1-2 (0-0 al “Granillo” all’andata), 5 tifosi reggini vennero aggrediti in un bar di Bergamo da un gruppo poco più numeroso di atalantini con 2 feriti reggini medicati all’ospedale; lancio da parte amaranto di bottiglie e fumogeni verso la Sud e la Tribuna, inoltre pare che mentre atalantini, numerosissimi, e celere se le davano di santa ragione, i reggini incitassero i caschi blu, che riportarono 17 feriti. Incidenti in Coppa Italia, in campo neutro, nel 04/05 e altre volte in passato. –Inter: rivalità piuttosto recente; a loro rubarono, in un dopogara della stagione 2002-03, la bandiera “Curva Nord” Inter, esposta poi in Reggina-Inter 05/06. –Perugia: rivalità ormai vecchia; a loro vennero rubati, in un Reggina-Perugia 2000-01, gli stendardi “Perugia cosmico” e “Gruppo di Spinta”. Nel ’94 i Grifoni furono accolti benissimo a Reggio C., da veri fratelli, visto anche il gemellaggio che avevano coi salernitani, tanto che, a fine partita, c’è pure uno scambio di sciarpe e una bevuta insieme. Ma al ritorno i reggini, arrivati con un treno speciale, cinque pullman e diverse auto, non vengono ripagati dalla solita moneta, anzi, vengono accolti da scritte “Benvenuti africani” e, appena entrati allo stadio, vengono offesi da cori razzisti, anche se il fotografo dell’Armata Rossa Pg disse loro che i gruppi sono tanti ed ognuno pensa alla sua maniera. –Napoli: sfida sempre verace e spesso condita da incidenti, come quelli del dicembre 2003 quando venne accoltellato un reggino nel corso di una rissa tra supporters calabresi, diretti a Udine, e napoletani in viaggio per Venezia, che si trovavano sullo stesso treno fermato alla stazione di Roma Tiburtina, dove una 50ina di partenopei son stati fermati dalla Polfer e portati in Questura per accertamenti. I sostenitori reggini decisero di rinunciare alla trasferta in Friuli; alla fine son stati 120 i tifosi napoletani fermati e portati in Questura. –Avellino: rivalità di carattere sportivo, risalente agli anni ’90, in cui le due squadre si sfidavano spesso nei testa a testa per la Serie B. Ad Avellino, Serie B 95/96, Carminello, storico leader della curva reggina, all’apice della sua carriera da ultrà, scavalca il fossato e, da solo, si dirige lentamente verso la Sud fino a metà campo, poi si mette a correre velocissimo, arriva sotto il settore e comincia a staccare lo striscione “Cruels”, con gli avellinesi basiti, allibiti. Le f.d.o. poi arrivano e lo bloccano. Il 27 ottobre 2019, dopo il match Avellino-Reggina, alcuni tifosi irpini hanno provato a tendere un agguato a alcuni sostenitori reggini, che stavano facendo rientro verso casa, ma ad avere la peggio sarebbero stati gli avellinesi, in netta minoranza, la cui auto è stata anche danneggiata e loro 4 daspati. –Parma: rivalità storica. Nell’88/89 addirittura in treno speciale per Parma. Violenza gratuita: automobili con vetri in frantumi, biciclette e vetrine spaccate, passanti picchiati e scontri sul treno con la celere prima di ripartire. Durante la gara dagli spalti piove di tutto al primo gol subito dalla Reggina. Aumentando il passivo aumenta anche la tensione, infatti, a un certo punto alcuni reggini iniziano a scuotere la rete che separa il settore dai distinti cercando di abbatterla e si assiste anche a un paio di tentativi di invasione di campo. Ma è fuori dallo stadio che si registrano gli episodi più gravi. Al Pronto Soccorso arriva anche un tifoso della Reggina. Gravissimi atti di vandalismo lungo i viali che portano dallo stadio alla stazione ferroviaria con diverse decine d’auto danneggiate, alcune anche con spray colorato, rotti anche i vetri delle abitazioni Gli oltre 4mila reggini arrivati a Parma erano decisamente troppi per consentire un controllo efficace da parte delle f.d.o.. –Ternana: scontri furibondi sul terreno di gioco nel maggio 2002 a Terni, coi reggini in 3000, affiancati dagli allora gemellati romanisti, che fecero invasione di campo per festeggiare il ritorno in Serie A. Botte da orbi, i ternani non sopportarono l’esultanza reggina, ma fuori lo stadio non si videro. Scaramucce anche ad inizio anni 90. Alcuni anni fa a Terni esposto lo striscione “Puttana la Ternana”. –Licata: nell’87/88 accaddero incidenti dopo la partita Reggina-Licata. Un gruppo di tifosi, uscito per contestare dopo la sconfitta, lanciò sassi contro il pullman dei giocatori del Licata. Un ragazzo di 16 anni fu raggiunto da un candelotto lanciato dalla polizia nel tentativo di disperdere un gruppetto di facinorosi, che aveva bloccato una strada adiacente lo stadio a conclusione del match. –Matera: nel 1993/94 incidenti a Matera: le scaramucce accese nel finale di gara, sono proseguite dopo, costringendo le f.d.o. a effettuare alcune cariche. Bilancio finale: una 20ina di tifosi fermati per accertamenti, mentre un carabiniere e un poliziotto sono rimasti contusi. Dopopartita da guerriglia urbana, con per “armi” pietre e cinture. –Taranto: incidenti a Taranto-Reggina 88/89 sugli spalti. I tarantini sono entrati in possesso e hanno esposto allo stadio gli striscioni “Forza Reggina club Amato” e “U.R.C Accariello”. –Genoa: nell’88/89 Genoa-Reggina si giocò sul neutro di Alessandria. I reggini trovarono allo stadio molti compaesani residenti al Nord. Fuori lo stadio, mentre s’aspetta l’apertura dei cancelli si avvicinano ai reggini senza motivo una decina di genoani, teste rasate propriamente chiamate “Red Skins”. Dagli insulti verbali si passa subito ai fatti e un reggino viene ferito da una bottiglia in testa. Perdeva tantissimo sangue; i reggini erano di più ma stavano avendo la peggio. I genoani però alla vista delle lame si ritirarono. –Brescia: era nato intorno al ’90 un rapporto amichevole tra “Skinheads Ultrà Brescia” e “Kaos Korps Reggina”. Ma nell’88/89 a Brescia trovarono una città tutt’altro che amichevole, ma uniti e compatti, i reggini caricarono gli ultras Bs fin sotto la loro curva. Una 50ina i reggini, una 30ina i bresciani facenti parte lo scontro. Tafferugli anche nel 2004 e nel maggio 2014, quando a Reggio, un gruppo di tifosi amaranto col volto coperto, armati di bastoni e catene, ha teso un agguato ai due pullman di sostenitori bresciani, con lancio di sassi; alcuni di loro sono scesi dal pullman e per difendersi si sono armati di alcune bottiglie raccolte in un cassonetto. Il pronto intervento della polizia ha evitato il peggio. Bilancio: 2 feriti lievi, entrambi reggini. –Sampdoria: scaramucce già il 30 agosto 2003 a Reggio Calabria. Rubato ai doriani in un Reggina-Samp 04/05 lo striscioncino “Hell’s” degli “Hell’s Angels”, esposto in Reggina-Samp 05/06 e 06/07. –Torres: vecchi dissidi, risalenti a molti anni fa, intorno agli anni 80-90. Rivalità comunque all’epoca abbastanza sentita. –Livorno: gara di Coppa Italia a Livorno nel ’98, la prima ufficiale in terra labronica. Una decina di reggini vengono avvicinati e ne nasce una maxiscazzottata, senza davvero nessun motivo. Entrati allo stadio vengono aggrediti con cori offensivi, stranamente, visto che non si erano mai incontrati prima. –Brindisi: incidenti di rilievo nell’87/88, caricati a Brindisi i pochi ultras locali fino a spingerli fuori lo stadio; intervento della celere che evita il peggio ai malcapitati. –Vicenza: incidenti in terra veneta il 6 febbraio 2010. Varese: un varesino di 48 anni colpisce nel marzo 2012 un tifoso reggino con un tirapugni. Comminati due Daspo, uno anche per un giovane ripreso mentre inseguiva un calabrese armato di cintura. –Rende: scontri furibondi nell’85/86 nella cittadina in provincia di Cosenza, con feriti, su cui si abbatté la furia dei 100 ultras reggini. Inevitabile l’impatto coi rendesi e ci pensarono anche gli abitanti del luogo, inferociti, a difendere la città dopo la distruzione di auto e vetrine. Alcuni reggini cercarono, armati di cinture e bastoni, lo scontro con tutti, effettuarono anche una sassaiola verso le tribune locali, ci furono molti visi sanguinanti al termine degli scontri.

In passato “noie” anche con: –Giulianova: vecchie ruggini, incidenti nel marzo 1982. –Foggia, trasferte movimentate negli anni ’80. –Barletta. –Cremonese.

Storia del tifo reggino: In una città come Reggio Calabria, afflitta da mali come Mafia e ‘Ndrangheta, martoriata e ferita da gravi problemi di natura sociale, politica ed economica, la squadra di calcio ha sempre rappresentato una valvola di sfogo e di svago, una bandiera a cui legarsi, per un amore viscerale che difficilmente tradisce. Il primo gruppo veramente ultrà nasce nel ’79 con gli “Warriors”, per molti un mito, ma che presto si defilano dall’attività di curva, anche se comunque rappresentano i capostipiti per gli almanacchi del tifo. Nei primi anni dalla loro nascita fanno da chioccia a tutti i giovani che vogliono urlare e tifare Reggina. In particolare i suoi sostenitori avevano una matrice di appartenenza comune, quella di provenire dai due quartieri più popolati e famosi della città, quello di Sant’Anna e quello di Gebbione. Presto gli “Warriors” saranno affiancati dai “Position Fighters”, forse il migliore (o uno dei migliori) tra i gruppi mai visti a Reggio: entrambi si posizionano in Curva Catania. I “Position Fighters” si contendono il comando della curva con gli “Warriors”, ma dopo poco tempo non espongono più lo striscione, pur continuando a esserci. Nell’82  il primo “scossone” in seguito agli incidenti di Giulianova. A rimetterci sono principalmente i rapporti con la Società che peggiorano sensibilmente. Sempre nell’82 nasce un gruppo destinato a dare un impronta nuova e tangibile alla curva: il “Commando Ultrà Curva Nord”, compatto, fondato da una compagnia di tifosi che frequentano un bar del centro, ma provenienti da quasi tutti i quartieri della città, il cui primo striscione copriva tutta la curva. Il gruppo, in quanto a idee politiche non si è mai nascosto, caratterizzato da una forte componente di esponenti di destra, anche perché, dove nacquero, vi era la sede comunale del Fronte della Gioventù. I primi anni ’80 sono difficili per la Reggina, che vive tra C1 e C2, ma ciò non arresta l’evoluzione della curva: nel 1986, a pochi anni dal ritorno in cadetteria, nascono i “Boys”, ragazzi del quartiere di San Brunello, che saranno tra le colonne del tifo organizzato a Reggio. All’inizio mettono lo striscione in Curva Sud, che era la curva opposta a quella principale, ma dopo una partenza difficile, si mettono in luce come gruppo dinamico, moderno, innovativo, trascinatore, al centro della Nord, fino a diventare il gruppo principale. Il binomio C.u.c.n.-Boys porterà avanti per diversi anni le redini della curva, nonostante qualche frizione. Nascono poi altre sigle, come “Eagles”, “Gioventù Amaranto”, “Amaranth Korp”, “Bob Marley Friends”. Il 1988 vede, oltre alla nascita degli “Irriducibili”, che contribuiscono notevolmente alla crescita del tifo, la promozione in Serie B, inaspettata anche se la squadra del condottiero Nevio Scala gioca un calcio divertente e spregiudicato, che arriva contro la Virescit nello spareggio di Perugia, invasa da oltre 20mila reggini. L’anno dopo, nuovo grande esodo con ben 25mila calabresi che raggiungono Pescara per lo sfortunato spareggio per la A, contro la Cremonese, seguita da circa 700 tifosi, che vede la Reggina sconfitta ai rigori (decisivo quello di Attilio Lombardo). I cremonesi si presentano con lo striscione “Noi nordici…voi sudici”, seppelliti da fischi e oggetti. Nel ’91 arriva addirittura il ritorno in C1: lo stadio si svuota e comincia una forte contestazione alla società, colpevole di aver venduto i pezzi migliori. Negli anni a cavallo tra la B e la C si formano altri gruppi di secondo rango, come la “Brigata Veleno”, alfiere del quartiere di Gebbione, un gruppo di quasi 200 ragazzi che si mette in luce; gli “Ultrà Covo”, ragazzi del quartiere Gallico; gli “Indios”; gli “Oltranzisti”, ala più contestatrice della curva, sottogruppo dei C.u.c.n.; e il “Sun Group”, formato da ragazzi di San Francesco. A fine estate 1991 la parte un po’ più giovane del “Cucn” si ritrova, per volere dei “vecchi”, in Curva Sud con lo striscione “Commando ‘82”, mentre quelli che avevano diretto il gruppo fino a tale momento, rimangono nella Nord con gli striscioni “C.u.c.n.” e “Oltranzisti”, accanto a “Boys” e “Irriducibili”. Il “Commando ‘82” vede scemare l’entusiasmo fino a quando, ad attaccare lo striscione, non restano che in pochi. Nel 1991/92, con la Reggina che non combina nulla di buono e rimane in C1, la Nord è quasi sempre piena, ma a cantare e sostenere la squadra rimangono in pochi. Il “Commando ‘82” presenzia per la prima volta in trasferta, a Terni, con tanto di striscione, mentre per le trasferte successive ognuno parte per conto suo, unendosi fuori casa ai gruppi della Nord, anche se del “Cucn” partivano sempre i soliti 4/5 in auto. Nel ’93 nascono “Ultras Gebbione” e “Nuova Guardia”, più lo stendardo, il primo in curva amaranto, “Whit you forever”, avvicinati poi dal Cucn. La luce è comunque dietro l’angolo: nel ’95 c’è il ritorno in B e nel ’99, per la prima volta nella sua storia, la Reggina raggiunge l’agognata Serie A (20mila reggini raggiungono festanti Torino, approfittando del gemellaggio con i torinisti, coi quali l’intesa durava dalla stagione 1996/97), che manterrà fino al 2001, quando perderà lo spareggio-salvezza col Verona, per ritornare in A l’anno dopo. Sono gli anni dell’epopea amaranto: stadio nuovo, il “Granillo”, da quasi 30mila posti, 25mila abbonati il primo anno di Serie A, cioè il 1999/00, anno d’oro del tifo reggino, con ultras e semplici tifosi in giro per tutta l’italia, a tingere tutti gli stadi di amaranto, tanto che, il vulcanico presidente Lillo Foti vuole riconoscere a quel tifo così trascinante e incessante la maglia “n° 12”, quella del dodicesimo uomo in campo. Ciliegina dell’anno 200/01 la fantastica coreografia e il grande tifo, davvero sbalorditivo, per la partita Italia-Portogallo. Poi incomincia un lento, inesorabile declino: la Sud si imborghesisce, abituata bene al calcio ai massimi livelli, e arrivano le prime gelosie tra i gruppi, le prime discrepanze interne. Durante Reggina-Atalanta del 29 maggio ’03, in curva volano botte da orbi tra i gruppi, mai viste a Reggio prima di allora, che coinvolgono in pratica metà settore. Ma è nel febbraio 2010 che la tifoseria reggina conobbe una lotta intestina senza precedenti. Infatti, nella trasferta di Vicenza, si verificano violenti scontri fratricidi tra i due gruppi principali, “Boys” e “Ultras Gebbione”, poco prima dell’inizio della partita, all’interno e all’esterno del settore, sedati poi dalle forze dell’ordine con non poca fatica. Una vera e propria guerriglia, cruenta, conseguenza della rissa di Vicenza, ha luogo poi una sera successiva a Reggio Calabria, nei dintorni dello stadio, che vede coinvolti circa trenta ultras. Di questi, sei vengono subito arrestati e “daspati” per 5 anni. Lo storico gruppo “Boys”, protagonista in negativo di queste divisioni interne, insieme agli “Ultras Gebbione”, decide, circa due settimane dopo i fatti, di sospendere la propria attività. Una scelta che è la naturale evoluzione di una situazione che, nel corso degli anni, andava via via precipitando, in particolare dopo la decisione dei capi storici, Carminello prima e Ciccio poi, di lasciare il loro ruolo di leader, abbandonando la Sud dopo un’infinità di procedimenti a loro carico, accumulati in 24 anni di militanza. Lo scioglimento è apparso la cosa più naturale da fare. I gruppi organizzati della Sud decidono di non sottoscrivere la Tessera voluta da Maroni nel 2010, non aderendo al progetto dell’allora Ministro degli Interni, principalmente perché comprendente il famoso Articolo 9, che vieta a chi è stato colpito da Daspo o da qualsiasi altro reato da stadio, di poterla fare, non prima che siano passati 5 anni dalla data della notifica della diffida o reato da stadio. Nonostante tutto, dopo un po’ di riflessione, dovuta alle diffide prese già nel campionato di B 2009/10, ricominciano a seguire la propria squadra in tutte le trasferte, rigorosamente e chiaramente senza tessera, a partire dalla stagione 2012/13 fino al 2014, a volte rimanendo fuori (vedi Ternana-Reggina, Crotone-Reggina, Novara-Reggina 12/13), a volte riuscendo ad aggirare il divieto (Cittadella-Reggina, Livorno-Reggina 12/13, Trapani-Reggina 13/14), consapevoli a cosa potevano andare incontro. Quello che è successo a Brescia, il 7 dicembre 2013, con altre 21 diffide ricevute, unito a tutti gli altri problemi, sono state una mazzata tremenda ed hanno portato con grande amarezza, nel gennaio 2014, alla decisione di sospendere a tempo da definire tutte le attività del gruppo “Ultras Curva Sud 1914”, che poi era praticamente l’unico rimasto in Curva Sud. La notizia dell’autosospensione fa clamore anche perché presa dopo soli pochi giorni dalla ricorrenza del Centenario, celebrato in grande stile, l’11 gennaio 2014, solo dagli ultras della Sud, ma non dalla società, per scelta cervellotica del presidente Foti. Il discorso tifo era, fino all’autoscioglimento, portato avanti da un gruppo di volenterosi, circa 200, a volte anche meno persone, che si può verosimilmente definire lo “zoccolo duro”, quel poco che era rimasto della Sud degli anni belli. Negli anni si affaccia prepotentemente il gruppo “Ultras Reggina 1914”, dall’estetica casual e dal materiale innovativo, più altri gruppi minori come “Cani Sciolti”, “Reggio Ultras”, “Quei Bravi Ragazzi” e “Quelli di Sempre”, portando avanti il tifo a Reggio nonostante lo scioglimento dei gruppi storici, tenendo duro anche se la curva è ridotta male: un pugno allo stomaco di chi ama il mondo ultras e il calcio in generale. Nel 2014 arriva anche la caduta in Serie C a deprimere ulteriormente l’ambiente. Dalla stagione 2014/15 in Curva Sud il gruppo attivo è “Per la Maglia Per la mia città Reggio Calabria”, rappresentati dallo striscione, in casa e in trasferta, “Dignità”, gruppo sciolto il 10 luglio 2017. Salvatasi dalla retrocessione nei dilettanti, tramite i Playout nel 2015, la società, oberata dai debiti, non si iscrive al campionato di Lega Pro e cambia più volte denominazione. Dopo la chiusura del progetto “Dignità” un gruppo di ragazzi decide di rimanere attivo, portando avanti in qualche modo il movimento Ultras a Reggio. E’ così che nell’agosto 2017, partita di Coppa Italia col Catanzaro, vi è una riunione e senza pezze, si decide di fare l’esordio. Le cose si complicano fin dall’inizio, con un tentativo di scontro coi giallorossi e, di conseguenza, le prime diffide. Per uno scherzo del destino la gara successiva di campionato è di nuovo col Catanzaro; si decide di effettuare una protesta, con silenzio per tutta la partita e il solo striscione “Chiuso per abuso…siamo a firmare”. Nelle successive partite, in casa come in trasferta, viene deciso di presenziare con lo striscione “Chiuso per repressione”, restando in silenzio i primi 45’ e cantando nella ripresa. Questo fino alla partita col Catania, il 28 ottobre 2017, dove dopo una coreografia che raffigura il vulcano Etna e la lava sulla città di Catania, con l’esposizione della scritta “Nessun elefante vi protegge, prima o poi la lava vi distrugge”, viene diffidato tutto il Direttivo. Di conseguenza la Sud, fino a fine stagione, rimane orfana di tifo. Il gruppo decide comunque di continuare la militanza, vedendosi settimanalmente per le riunioni e mantenendo i rapporti con le tifoserie gemellate: nel gennaio 2018, presenza in quel di Bari per festeggiare i 30 anni dello storico gemellaggio. Di seguito i ragazzi si ricompattano e decidono di creare il nuovo gruppo “Diffidati Liberi Reggio Calabria”. La prima pezza presenzia nel marzo 2018 al funerale di un ultrà andriese, scomparso in un incidente stradale. Nell’agosto 2018 si decide di ritornare a tifare, prima presenza a Siracusa in Coppa Italia. Nonostante i risultati della squadra i ragazzi presenziano sempre. Dopo tanti sacrifici a novembre 2018 si decide di aprire un’accogliente sede. La stagione arriva al termine non senza difficoltà. Nel gennaio 2019 l’imprenditore romano Luca Gallo interviene finanziariamente per sanare le pendenze più urgenti relative al club. Nell’estate 2019 la Società muta il nome in “Reggina 1914”, e nasce, unendo in un unico striscione tutte le persone che frequentano la Sud, il progetto “Curva Sud A.S.Reggina 1914”. Grazie soprattutto ai risultati positivi della squadra, la Sud del “Granillo” torna gremita come un tempo, così che si riesce ad organizzare anche delle belle coreografie, una su tutte quella nel derby col Catanzaro dell’ottobre 2019, grazie ad una apposita raccolta fondi. I militanti della Sud, per il suo bene, sperano che questo progetto possa durare a lungo. Nel 2019/20, stante l’impossibilità di proseguire la stagione a causa della pandemia di Covid-19, la squadra viene promossa in Serie B per decisione del consiglio federale della F.i.g.c., trovandosi al primo posto nel girone C di Serie C al momento dell’interruzione del campionato. Nel 2020/21 la Società parte con rinnovate ambizioni, avendo in squadra elementi come il francese Jeremie Menez e l’argentino Denis.  

Curiosità: -Ora che i contagi stanno prepotentemente risalendo si torna a parlare di porte chiuse fino a fine campionato 2020/21, cambi format, playoff, protocolli. Anche perché, tra Serie A e B soprattutto, si comincia a contare un numero di positivi importante. Andando a sviluppare un previsione sulla perdita economica in milioni di euro, che la Reggina dovrebbe purtroppo subire se questa situazione dovesse continuare a persistere, emerge un dato veramente importante, cioè che la Reggina abbia perso quasi un milione di euro per la stagione passata e ne perderebbe, considerando tutto, una cifra stimabile in circa 3,5 milioni di euro per la stagione da poco cominciata. -In vista del Derby Reggina-Cosenza, 4^ giornata Serie B 20/21, del 20 ottobre 2020, alcuni tifosi cosentini hanno lasciato squallide scritte offensive all’esterno del “Granillo”, quali “Passeggiamo e pisciamo sulla vostra città, bastardo reggino…passi di qua?” e “Reggio merda”, firmate “Allupati Primo Lotto”. -In occasione dell’imminente inizio del campionato di Serie B 2020/21, gli Ultras comunicano che con ingressi limitati, posti a sedere obbligatori, distanziamenti e mascherine, che non rappresentano il loro modo di vivere la curva, non saranno presenti né in casa né in trasferta. -Il 25 settembre 2020 al campo d’allenamento esposta alla rete la scritta “Forte e chiaro è questo messaggio…onorate la maglia, è il vostro primo traguardo”. -In merito alla festa promozione di venerdì 12 giugno 2020 la Curva Sud chiede a tutta la tifoseria che tutto avvenga nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e distanziamento sociale, invitando tutti ad andare muniti di mascherine, sciarpe e bandiere amaranto. I ragazzi si sono altresì organizzati per delimitare le aree destinate all’accensione di torce, fumogeni ed esposizione striscioni, oltreché di un’area nella zona anfiteatro e via adiacente, la più ampia possibile in maniera da dare l’opportunità al maggior numero di persone possibile di partecipare all’evento. In realtà purtroppo gli sforzi dei ragazzi saranno vani e si verificano vari assembramenti; la situazione sarebbe sfuggita di mano agli organizzatori, uno schiaffo alle misure di contenimento del Coronavirus. Colorata di amaranto l’arena di Reggio, cori da stadio, fumogeni e fuochi d’artificio. -Ai primi di aprile 2020, in un momento di grande difficoltà sanitaria ed economica per il rapido diffondersi della pandemia Covid-19, la Curva Sud ha sentito il dovere, nel suo piccolo, di far qualcosa a sostegno del territorio e della sua gente in particolare. Per questo, a seguito di una raccolta interna al gruppo “Diffidati Liberi” ha distribuito presso un esercizio alimentare un buono spesa di 500 €., che servirà a dare un sostegno alle famiglie in difficoltà. Col progetto “Pasqua per tutti” hanno deciso di promuovere e rendere pubblica la raccolta fondi, il cui ricavato è stato devoluto a favore di esercizi convenzionati che hanno provveduto a consegnare, insieme a delle uova di Pasqua e a delle mascherine, generi alimentari e di prima necessità alle famiglie più disagiate del territorio di Reggio. Il 15 aprile, tre giorni dopo Pasqua, sono arrivati al termine di questa iniziativa, volendo ringraziare tutti quelli che hanno contribuito arrivando così a una raccolta fondi totale di 3000 €. Sensibilità, orgoglio e appartenenza, valori imprescindibili che ancora una volta hanno dimostrano il valore della gente reggina. -Alla vigilia del 28° turno di Serie C 19/20, partita Catanzaro-Reggina, del 26 febbraio 2020, penultima gara prima del lockdown, i “Diffidati Liberi” annunciano la loro assenza sugli spalti, contrari da anni a tessere del tifoso e altre amenità; prendono questa importante decisione, ma al contempo, si riuniscono presso il centro sportivo “S.Agata” per manifestare il loro affetto e la loro vicinanza alla squadra. Oltre 200 tifosi con cori e striscioni vogliono dare la giusta carica in vista di una partita sempre particolare come un derby, la cui importanza diventa duplice quando, come nel caso specifico della Reggina, ci si gioca per la prima volta dopo tanti anni delle serie chanche di rilanciare le proprie ambizioni verso migliori lidi calcistici. -Per Reggina-Ternana del 10 febbraio 2020, 25^ giornata di C 19/20, esposti gli striscioni “Fianco a fianco insieme la nostra bandiera in alto portiamo!”, “Lotta e non mollare, solo come tu sai fare…forza Angelo!” e “Riposa in pace Giuseppe figlio di questa terra”, per un ultrà prematuramente scomparso. -Maestosa scenografia organizzata in occasione di Reggina-Bari del 26 gennaio 2020, 23^ giornata di Serie C 2019/20: un copricurva con scritto “Del mare abbiamo le profondità” sopra, al centro disegno con due mani che si stringono, con subito sotto la scritta “Reggio e Bari”, a destra e a sinistra del disegno i lungomari delle due città, più in basso “Eterna Fedeltà”, in cima bandierine bianche-amaranto-nere, alla balaustra la frase “Due città due popoli un unico ideale…Ultras”. -Nel dicembre 2019 esposta nel piazzale antistante la Sud la scritta “SORVEGLIANZA SPECIALE…senza un precedente penale…ancora una volta ULTRAS uguale criminale”. -Il gruppo “C.u.c.n. Reggina” non è più attivo dalla stagione 2009/2010, quando decise di mettere da parte striscioni e vessilli per manifestare il proprio dissenso verso un mondo del calcio che anno dopo anno ha cercato di reprimere la passione popolare e spegnere l’urlo genuino e ribelle di chi ha abbracciato non una moda derivante da risultati e classifiche, ma uno stile di vita ben preciso. Nonostante però la sofferta decisione alcuni di loro sono rimasti all’interno della curva, perché certi legami non puoi spezzarli, certe radici non puoi reciderle, ma vivono dentro te, ed è per questo che si sono sentiti di confluire nel progetto “Curva Sud Reggio Calabria”, ne fanno parte integralmente e lo appoggiano con entusiasmo e senso d’appartenenza. I ragazzi sognano una Curva Sud unita, compatta e fieramente reggina. -Nel novembre 2019 è partita un’iniziativa di solidarietà e vicinanza da parte della curva verso un bambino di soli 3 anni, Alessandro, affetto da una brutta e rara malattia, che gli ha causato la perdita di un occhio. In Reggina-Casertana esposto lo striscione “Nessun timore tutto passerà…piccolo Ale lotta e vinci per gli ultrà”. -Bellissima coreografia in Reggina-Catanzaro del 10 ottobre 2019, 9^ giornata di Serie C 19/20: un muro di bandierine bianche e amaranto ed al centro il bello striscione “I nostri colori, la tua gente, quella che ti sostiene sempre”; esposto inoltre “Dal capoluogo ad ogni aula di Tribunale, oggi nessun politico ti potrà aiutare”. -In Reggina-Bisceglie dell’8 settembre 2019 la curva è rimasta spoglia di striscioni e bandiere per i primi 45 minuti, senza sostegno vocale, in seguita a due pretestuosi Daspo di 3 anni comminati a due ragazzi che stavano tornando a casa e basta, ma, secondo la Questura, intenti a cercare pietre, che poi dagli atti non risultano, da scagliare contro i cavesi. -A partire dalla prima partita in casa, domenica 1 settembre 2019, alle soglie di una nuova stagione, è stato  esposto lungo tutta la vetrata, oltre al solito stendardo sul balconcino, lo striscione unico “Curva Sud A.S. Reggina 1914, che da lì in avanti ha identificato appunto la Curva Sud in casa. Per l’occasione, visto il ritorno di alcuni diffidati, viene esposto il messaggio “Così come uno scoglio non può arginare il mare voi non potrete mai fermare il nostro ideale. Bentornati fratelli”. Fuori si identificano col solo striscione “Curva Sud”, dopo gli ultimi anni difficili per la curva, per questioni riguardanti la squadra e per le note vicende extracalcistiche con le decine e decine di diffide che hanno rallentato e ostacolato il percorso di crescita della curva. -Il 12 maggio 2019, Serie C 18/19, striscione in basso in Sud “Perché abbiamo una vita…e io questa vita la dedico a te”, sopra un bellissimo quadro copricurva con 3 ultrà in campo e sullo sfondo la Sud. -In Reggina-Sicula Leonzio del 7 aprile 2019, esposto lo striscione “Figlio della nostra città, innamorato della casacca amaranto la tua gente ti saluta…ciao Giacomo”. -Il passaggio di consegne tra i presidenti Mimmo Praticò, che a sua volta aveva ereditato la carica da Lillo Foti, e l’imprenditore Luca Gallo porta un ritrovato entusiasmo in città e nella tifoseria. -Il 21 novembre 2018 lasciava nello sgomento il movimento ultras reggino la scomparsa di Totò Antonio Ferrara, detto “Gitano”, appena 51enne. Due giorni dopo il popolo amaranto dice addio a un’autentica colonna storica, ad un figlio orgoglioso e fiero della città. 40 anni di militanza ultras, nella sua curva, negli stadi di tutta Italia, da protagonista, grazie ai suoi valori e alla sua impareggiabile vena di artista: disegni, striscioni, coreografie, adesivi. Non si poteva non volergli bene, aveva un sorriso per tutti. Prima di arrivare in Chiesa, Totò arriva per l’ultima volta vicino a quella curva che ha contribuito a far diventare grande, insieme alla sua famiglia e agli amici d’ieri e di oggi, a ultras di svariate città, senza distinzione tra tifoserie amiche e nemiche, perché da più parti d’Italia è stato sostenuto nell’aver combattuto come un leone indomabile contro un male incurabile che l’ha afflitto per tanti, tantissimi anni. Fuori la Chiesa, striscioni e pensieri: “Esempio di vita e mentalità, Rip fratello ultrà”, “Un ultras non muore mai…ciao Totò”. Quando il feretro esce dalla Chiesa, avvolto da sciarpe, applausi e lacrime, la gente è pronta a dargli l’ultimo tributo. Ci sono anche i vertici della Reggina, che per l’occasione hanno portato la maglia amaranto, amata fin da bambino, senza né numeri, né nomi di calciatori, ma la scritta “Ciao Antonio…il Gitano”. Un altro striscione su sfondo amaranto recita “Per alcuni un padre, per molti un fratello, nel cielo amaranto continua a dar voce al tuo pennello…ciao Totò”, ha lottato da ultras, ma purtroppo non è bastato. A Catanzaro, il 26 novembre 2018, Serie C 18/19, esposto lo striscione “Ciao Totò, fratello ultras”; per l’anniversario della sua morte, in Reggina Rende, “Un anno è passato il tuo ricordo mai dimenticato, esempio per generazioni Gitano vive su questi gradoni”. -Il 17 novembre 2018 è il giorno dell’apertura della sede degli Ultras amaranto, ed il gruppo “Diffidati Liberi”, per suggellare al meglio una tappa frutto di mesi di sacrifici, ha voluto al suo fianco amici e gemellati. Un lungo corteo di persone, giovani e meno giovani, sfila nella zona sud della città. La Reggina  osserva il turno di riposo previsto dal calendario. Eppure sembra di essere in clima campionato, che sia alle porte una partita fra le più importanti vista l’atmosfera che si respira. Si parte da Piazza della Pace, con alle spalle la storica Curva Sud: le bandiere sventolano, i boati si susseguono. C’è spazio anche per onorare la memoria di chi se n’è andato troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile. “Pippo vive con noi…ovunque tu andrai, un coro sentirai”, cantano gli Ultras per salutare a modo loro l’indimenticato Pippo Schifani. Un coro dopo l’altro fino ad arrivare a quello che è il nuovo punto di ritrovo della Reggio Ultras. Prima delle foto di rito e dello scambio di targhe, si alza al cielo il grido di libertà “Siamo ultras non criminali”. Peccato che di loro si parli poco o nulla quando si sono recati personalmente a dare una mano alle popolazioni colpite dal terremoto nel centro-Italia, quando hanno dato una mano a persone che ne avevano bisogno, nel nome della solidarietà. -In Reggina-Paganese del 10 novembre ’18 esposta la frase “In un’Italia che piange i suoi figli vicini alle famiglie delle vittime delle alluvioni”. -Nel novembre 2018 esposta a una cancellata in città la significativa frase “Morti su strada, rifiuti ovunque, Granillo abbandonato…ultras l’ultimo baluardo di una città che avete offeso e umiliato!”. -Ultimo allenamento precampionato al “Granillo” del 13 settembre ’18: striscione esposto “Nulla è più presente dei nostri assenti…cuore, sudore e coltello tra i denti”. -Il vecchio capo-ultrà reggino Carminello, finito sotto i riflettori per le intemperanze col Brescia nel 2000/01, partita chiusa con 6 minuti d’anticipo, arbitro Collina, con seri incidenti sugli spalti e 13 diffidati, si lasciò andare  lanciando seggiolini in campo, ma ricevette la solidarietà dell’intera tifoseria, anche perché in fondo l’ha fatto per il suo amore per la Reggina. La gara col Brescia suscitò il classico vespaio di polemiche sui gruppi organizzati, molti puntarono il dito su una curva fino all’epoca irreprensibile, invidiata e ammirata in tutta Italia. Il 4 luglio 2020 ha compiuto 50 anni: attraverso il profilo Facebook divulga un video emozionante, una riflessione che tocca il cuore. -Per diverso tempo esposto il drappo “Enzo e Joshua con noi”.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

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