Eh già, sono passati esattamente ben dieci anni da quel 4 Ottobre 2007. Una data per Empoli storica in quanto prima ed unica nel suo genere, ovvero una trasferta ufficiale europea. Chi quel giorno c’era non lo potrà mai dimenticare; le emozioni e la felicità di essere li, nello stadio Letzigrund di Zurigo, come punto più alto di una storia fatta di grandi sofferenze sportive ed anche di sacrifici. E per quanto a livello chilometrico quella non fosse certo una delle trasferte più lontane fatte dai supporter azzurri (la Sicilia, per fare un esempio, è oggettivamente più lontana), quel 4 ottobre pareva di stare in capo al mondo.

La vera bellezza di quel momento la si respirò, ad essere sinceri, nei tre/quattro giorni antecedenti all’evento, con la macchina organizzativa che si era messa in moto per gestire al meglio la vendita dei biglietti e la logistica. Le lunghe code al centro di coordinamento per avere il biglietto dei sogni, e poi chi a valutare l’eventualità pullman, chi treno chi auto, aereo… Un clima davvero incredibile, l’Empoli si apprestava a giocare la sua prima gara esterna europea ed aveva vinto per 2-1 all’andata con quindi buone possibilità di passaggio del turno e partecipazione alla fase a giorni. Zurigo, quel 4 ottobre, si colorò di azzurro. Una gioia per gli occhi e per il cuore trovare ad ogni angolo della città tifosi vestiti con i colori dell’amata squadra che, festanti, attendevano il momento di recarsi nello stadio che l’estate successiva avrebbe ospitato i campionati europei. L’ingresso allo stadio, la presa dei posti nella curva nord, i primi cori, le prime sciarpate, i tanti striscioni goliardici a far da cornice con il “A voi le svizzere a noi le bistecche” a farla da padrone. Minuti indimenticabili, attimi unici per chi nel cuore non ha le solite big del calcio italiano ma tifa una squadra che già partecipando ad una serie B deve essere fiera ed orgogliosa.

Poi la partita, il momento sicuramente di minor gioia di tutta quella giornata. Una formazione scellerata (dopo già quella dell’andata che aveva fatto storcere i denti), scelte assurde e qualcuno dei big in campo solo dopo aver aspramente litigato negli spogliatoi. Un 3-0 secco per lo Zurigo, con sì in mezzo un gol annullato per ingiusto fuorigioco a Marianini, e tutti a casa. Le conseguenze di quella disastrosa serata, di quella allucinante gestione, l’Empoli le avrebbe poi pagate domenica dopo domenica in campionato con una delle retrocessioni più amare di sempre (quella dello scorso anno per certi versi ha fatto pari), ma quella sera l’Empoli, gli empolesi, avevano toccato il cielo con un dito ed anche con qualche leggera lacrima che affiorava c’era in fondo una grande soddisfazione, c’era l’orgoglio empolese che era arrivato in Coppa Uefa!

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

11 Commenti

  1. Prima di tutto grazie, Alessio Cocchi, per questo bell’articolo appassionato.
    Io c’ero, a Zurigo, e confermo tutto nel bene e nel male.
    Il grande male di quella partita secondo me si riassume essenzialmente in:

    -) Daniele Balli in panchina: dopo una carriera più che dignitosa, a 40 anni ha l’occasione della vita, se la è ampiamente meritata sul campo. Ha fatto panchina all’andata e si ritrova in panchina anche a Zurigo per far giocare Davide Bassi. Perché? A fine campionato ebbe a dire che quella serata è stata la delusione più grande della sua carriera insieme all’essere spedito a Salerno anni prima dopo una promozione dell’Empoli in serie A.

    -) Davide Moro in panchina: anche lui si era conquistato la Uefa sul campo. Il giorno della conquista della qualificazione Uefa il Lippi di Antenna5 gli chiese per scherzo: “Ma se per la partite di Uefa il mister ti dicesse che non giochi perché devi preservarti per il campionato e mandasse in campo al posto tuo, per esempio… Pizza?!” Davide Moro, raggiante per la qualificazione Uefa appena conquistata, si mise a ridere e rispose “No, no, le partite di Uefa le gioco io, non le gioca Pizza!”.
    Ecco fatto. Dopo averlo messo in panchina all’andata per far giocare Prevete (sic! Prevete!), a Zurigo torna in panchina per far giocare Marchisio e Marianini, che erano la sue due riserve. Perché?
    Dopo quella sera Davide Moro non fu più lo stesso. Ce lo eravamo giocato per una sciocchezza enorme, priva di senso, priva di riconoscenza, priva di rispetto.

    Poi mancava anche Antonio Buscé; si diceva che era rotto. Ma anche lui avrebbe meritato almeno un minuto di campo, anche rotto, sempre per rispetto e riconoscenza. Perché anche per lui era la prima e l’ultima occasione.
    E invece c’era Vannucchi, in campo, alla fine l’unico superstite “pesante” della qualificazione. Perché lui sì e gli altri no?
    E c’erano Ascoli, Rincon (che fu espulso a bischero), e il “grandissimo” Rey Volpato invece di Pozzi. Perché?
    Un disastro totale. Ma più che tattico di civiltà sportiva.

    Insomma, allo stadio entrammo pieni di entusiasmo ed uscimmo incazzati neri, pensando a quello che poteva essere stato e invece non fu per scellerata scelta tecnico-societaria.

    Fu comunque, al di là di tutto, una esperienza unica e indimenticabile. Tutto quello che dice l’articolo del bello di quella esperienza lo ricordo nitidamente e lo confermo: il clima prepartita, certo, ma anche il viaggio di andata, le cene alla Zeughauskeller, roesti, birra, ecc. Ci agganciai due giorni di ferie e mi fermai 5 giorni a girare anche per Berna e Lucerna. In fondo, grazie all’Empoli, già che c’ero… bah no…

    Però, rientrando in Italia e facendo la fila alla Dogana di Brogeda, domenica pomeriggio, ascoltando Siena – Empoli 3-0, maestosa figura di m. dopo 3 giorni da questo 3-0 di Zurigo, mi era tornato il magone ripensando a Balli in panchina, a Moro in panchina, a Buscé in tribuna (o a casa) , a quello che avrebbe potuto essere e poi non è più stato.

    La retrocessione fu senza dubbio anche figlia di quella serata. Per esempio chissà se Daniele Balli, giocando a Zurigo, magari poi con l’Udinese sarebbe stato più sereno…

    Però una cosa va detta: la retrocessione dello scorso anno è stata anche peggio. E qui mi fermo per decenza.

    Grazie ancora dell’articolo. Buon anniversario a tutti, a chi c’era e a chi non c’era.
    E un saluto affettuoso a Balli, Moro e Buscé. Avete ancora tutta la mia solidarietà, anche dopo 10 anni.
    Forza Empoli.

  2. Mi fa piacere che dopo 10 anni finalmente esca fuori la verità che tutti sapevamo. Anche allora si accusò chi non c’entrava nulla (Cagni) delle scelte societarie, volte a non far giocare i big per non distrarli dalla salvezza, e poi si sa tutti come andò a finire. Mi fa felice che finalmente ne parlino i giornalisti, così certi utenti non cominceranno con le solite solfe che me l’ha detto la zia del Corsi ecc. ecc. Forse tra dieci anni qualcuno si deciderà a raccontare la verità sull’ultima retrocessione che tutti conoscono ma alla quale qualcuno si ostina a non voler credere. Ho parlato di Zurigo con Igli il 15 agosto scorso e mi ha detto che per giocare un tempo dovetete fare il diavolo a quattro, testuali parole, e mi fece capire la delusione della squadra che era convinta di poter portare alto il nome della città in Europa. Per qualcuno saranno etichettabili traditori come Croce e Maccarone. Certa gente che dimentica e accusa persone perbene mi fa pena prima ancora che schifo

    • C’entra eccome Cagni,infatti quelli che è venuto dopo di lui è durato un attimo.Fu reo di non opporsi alle imposizioni di formazione e difatti si è visto la fine cha ha fatto(è anche andato a fare il secondo di Zenga).
      Poveri noi…

      • Se la metti così si, ha avuto poco coraggio a non opporsi alle scelte societarie, anche perchè se li avesse fatt giocare non penso lo avrebbero esonerato. però concordi con me che la decisione non venne presa direttamente da lui…

        • Su questo sono pienamente d’accordo.Ormai siamo abbastanza vecchi ,di sicuro lo sono io,per riconoscere il “Corsi Style”..

        • Se l’Empoli lo scorso anno voelva salvarsi lo poteva fare tranquillamente, non aggiungo altro…purtroppo i soldi sono la malattia del corsi…potevamo essere noi al posto dell’atalanta in coppa quest’anno con Giampaolo allenatore…ma così non rimanevano soldini per fare la bella vita…

  3. Credo che il commento di Sistina sia perfetto. X una gara buttata una stagione. Il turnover si sarebbe fatto se si fosse andati ai gironi. Con 6 partite sicuri di giocare hai voglia. Tanto poi i giocatori se la segnano al dito. Ma lo scorso anno ancora peggio

  4. la trasferta più bella di sempre , speriamo prima o poi e spero e credo capiterà di ritornare in COPPA UEFA magari con lo stadio nuovo il sogno di tutti i tifosi azzurri

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