Pasquale Malvolti, “Pasqualino”, è morto oggi. Una tristissima notizia, specie per quelli che come me hanno i capelli bianchi e ricordi troppi lontani. Ricordi che vanno al Campo Sussidiario nel lontano 1963 e poi ai tanti incontri nella sua edicola, o per strada, o dovunque si potesse parlare con lui di calcio e dell’Empoli.

Pasquale era nato nel 1938 ma rappresentava per quelli della mia generazione l’idea di una “empolesità” perduta, di un modo di essere e pensare calcio smarrito ma che negli anni aveva reso orgogliosi  i tifosi azzurri, si giocasse nei campi delle periferie più sconosciute d’Italia o allo Stadio Olimpico di Roma.

E siamo felici di aver ricordato Pasquale come meritava anche quando era ancora in vita, in un articolo del 10 dicembre 2020, nell’ambito della rubrica “Un secolo d’azzurro” che per tutto il 2020 Pianetaempoli dedicò alla storia dell’Empoli FC in occasione del centario della sua nascita. Di quell’articolo (era dedicato anche ad un altro azzurro, Piero Pelagotti) riportiamo lo stralcio che riguardava proprio Pasquale Malvolti

Quando Pelagotti tornò ad Empoli, nella Stagione 1964/65, trovò in squadra un ventiseienne che aveva già giocato una stagione in maglia azzurra e si era fatto la fama di difensore implacabile e dalla forte personalità. Non a caso è il capitano della squadra. Si chiama Pasquale Malvolti (per gli empolesi sarà per sempre “Pasqualino”). E’ arrivato ad Empoli nell’estate del 1963, quando c’era da ricostruire la squadra che aveva appena riconquistato la Serie C. Quella sarà una squadra che rimarrà per sempre nella memoria e nel cuore dei tifosi azzurri che hanno avuto la fortuna di vederla giocare. Malvolti viene acquistato dalla Pistoiese – che già disputava il Campionato di Serie C – dove era arrivato dopo una trafila nelle serie minori: Castelfranco e Cuiopelli.

L’Empoli in una formazione del 1965/66. La squadra gioca già al nuovo “Castellani” ma sullo sfondo si vede la tribuna in tubi innocenti che fu costruita al Sussidiario di fronte alla gradinata in cemento.
Nella formazione, da sinistra, in piedi: Polentes, Marchetti, Cipollini, Latini, Orlandini, Maiani. Accosciati: Bernardis, Zanderigo, Malvolti (cap), Rigato, Ballotta

Il suo debutto in maglia azzurra è il 27 ottobre 1963: Empoli – Rimini. Malvolti rimarrà ad Empoli per 3 stagioni, totalizzando 53 presenze, fino al termine di quella 1965/66, disputando la sua ultima gara in maglia azzurra il 27 marzo 1967, e per unovstrano caso del destino sempre con il Rimini, anche se questa volta in terra romagnola. Sarà quella anche l’ultima partita da giocatore di Malvolti che lascia il calcio giocato e va a sedere in panchina di altre squadre, coltivando però sempre nel suo cuore un amore sconfinato per la maglia azzurra.

Non molto alto, fisico minuto ma grinta da vendere, raramente perdeva un contrasto qualunque fosse la stazza dell’avversario, una grande capacità di anticipo, doti che che facevano di lui uno dei più forti difensori di quel periodo. Veloce, impiegato principlamente come terzino sulla sinistra, Malvolti ci mette poco ad imporre la sua personalità ed a conquistare la fascia di capitano. Lo vedo ancora guidare i suoi compagni dal campo, alzare le braccia per indicare posizioni e dare ordini, una furia.

E furia fu anche il 5 aprile 1964, al “Sussidiario”, quando i livornesi fecero invasione di campo. Ci racconta Pasquale che, essendo capitano della squadra, si sentì in dovere di andare in tribuna affrontando a viso aperto i tifosi labronici che stavano invadendo il campo. La situazione diventò caotica e costrinse lui e tutta la squadra a rimanere chiusi negli spogliatoi per alcune ore dopo che l’arbitro Sanguineti aveva, di fatto, sospeso la gara. Il fatto fu ancora più brave per Malvolti perché era da pochi giorni nato suo figlio Simone che, essendo “settimino”, era in incubatrice nel reparto Maternità  delll’Ospedale di Empoli. Pasquale voleva andare dal figlio ma fu “trattenuto” negli spogliatoi e pare (non abbiamo dubbi a crederlo) che si arrabiò moltissimo.

L’edicola di Pasquale è vicina allo Stadio “Castellani” (e come poteva essere altrimenti?) e quando lui è lì, tra le riviste ed i giornali, parlare dell’Empoli è naturale come bere un bicchiere d’acqua. Sempre aggiornato su tutto, sempre con una profonda conoscenza del calcio, capace di guardare a fondo al di là delle apparenze, lucido nelle analisi.

Pur avendo giocato solo tre anni nell’Empoli Pasquale Malvolti, anche a distanza di tanti anni da quando ha appeso le scerpette al chiodo,  è ancora amato dai tifosi azzurri e da tutti quelli che ruotano intorno al mondo Empoli. E’ il suo carattere schietto ed aperto, la sua grinta mai smarrita, il suo attaccamento all’ Empoli, che hanno fatto di lui una sorta di leggenda, amato e rispettato.

Da parte di Pianetaempoli le più sentite condoglianze ed un sincero abbraccio alla moglie ed ai figli di Pasuale ed ai suoi familiari tutti.

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La foto dell’articolo è tratta dal libro di Carlo Fontanelli “75° Azzurro: Silvano Bini racconta,….” (Ed. Mariposa, 1996)

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10 Commenti

  1. Per me che empolese non sono, ma che lo segue dal 1980, io che la mia settimana è condizionata dal risultato della domenica, quando sento parlare di prontagonisti attaccati ai nostri colori, mi sento orgoglioso di essere adottato.
    Condoglianze alla famiglia

  2. Ciao Pasquale è stato un piacere ed un onore averti conosciuto ed aver parlato tante volte di calcio con te. Se ne va un pezzo importante della nostra storia calcistica! RIP

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