Una nuova rubrica a cura di Claudio “Freccia”

Match che si gioca di sabato sera, 21 maggio 2022, alle h.20,45, valevole per la 38esima e ultima giornata del campionato di calcio di Serie A 2021/22, con una buona affluenza di pubblico sugli spalti del “Gewiss Stadium”, infatti gli spettatori ufficiali paganti sono 17.654 unità. L’Atalanta chiede a questa partita la qualificazione in Europa, mentre l’Empoli gioca con la forza dei nervi distesi, essendo salvo da alcune settimane. La spunta la squadra azzurra, con una bella rete di Stulac al 79° e una buona dose di fortuna. Il migliore in campo è il portiere dell’Empoli Vicario, autore di tante belle parate. L’Empoli, per questa ultima fatica di campionato, è seguito in terra lombarda da un buon numero di tifosi, considerando la distanza (Bergamo non è lontanissima ma neanche dietro l’angolo), la mancanza di stimoli di classifica e che si gioca di sabato sera. Circa un centinaio i tifosi empolesi presenti, saliti a Bergamo perlopiù in pullman, compreso dei ragazzi di un Accademy neozelandese: eseguono tanti cori, con poche pause, e non smettono mai di cantare neppure nell’intervallo e al triplice fischio finale del signor Abisso, per diversi minuti. A coadiuvare il tifo anche un bandierone e diverse bandierine. Da alcune giornate fa bella mostra di sé anche la pezza “Tifo la squadra della mia città”, con il fumetto di Mister Magoo con un boccale di birra in mano.

Si prodigano nel tifare con tanto impegno, ed alla fine di può dire che la loro prova è positiva e comunque buona, anche se per loro non è facile farsi sentire nella bolgia dello stadio, anzi quasi impossibile. Infatti il tifo atalantino stasera è davvero molto buono, tanta roba. La Curva Nord appare più che mai in forma, i cori sono ben coordinati e i bandieroni sventolano sempre alti, con davvero poche pause. Anche i “Forever Atalanta” e gli “Agitati” in Curva Sud partecipano al tifo, esponendo anche, in maniera permanente fin dall’inizio, lo striscione “Grazie Atalanta per quest’altra stagione da sogno”, mentre la Nord espone, sempre in maniera fissa fin da subito, la scritta “Un’altra stagione è passata la maglia è stata sempre sudata: grazie ragazzi”. Striscioni che vanno oltre il risultato che poteva venir fuori dalla partita, che alla fine ha visto l’Atalanta rimanere fuori dalla zona-Europa, in virtù soprattutto del risultato di Fiorentina-Juve; striscioni che testimoniano la fede incrollabile della gente bergamasca, in una serata in cui ha cercato in tutti i modi di aiutare la squadra, incapace di trovare il guizzo giusto per perforare la difesa empolese.

Un lungo striscione è stato esposto anche prima della gara, sul tema del Covid-19, in Curva Nord: “Un saluto a chi in quei giorni non abbiamo potuto abbracciare. Bergamo non vi dimentica”. Sempre in Nord nel secondo tempo sono stati esposti gli striscioni “Claudio per sempre al tuo fianco”, in favore di Claudio Galimberti, acclamato capopopolo atalantino purtroppo pluridiffidato, e, in lingua tedesca, “Ein adler fliegt in den zimmel uber Europa!” (Un’aquila vola nel cielo sopra l’Europa), riferito all’Europa League conquistata dall’Eintracht Francoforte, i cui Ultras sono fraternamente gemellati con i colleghi bergamaschi, lo scorso 18 maggio ai rigori contro i Glasgow Rangers. Lo striscione, rimasto esposto molto tempo, era scritto con lettere rosse e nere, come sono i colori sociali della Società tedesca. Applausi per Josip Ilicic, tornato in campo dopo quattro mesi e mezzo, ma forse per l’ultima volta a Bergamo. In Nord anche una sua gigantografia con la scritta “Josip mola mia” (Josip non mollare).

Uno sguardo altrove: Buona affluenza al “Grande Torino” per TORINO-ROMA, anticipo del venerdì sera, coi romanisti che prendono quasi tutto il settore ospiti, ma che si fanno sentire poco, nonostante il rotondo 0-3 finale; molti di loro sembrano avere la testa già a Tirana, dove mercoledì 25 maggio la Roma affronterà gli olandesi del Feyenoord nella finale di Conference League. Davvero buona la prova della Curva “Maratona”, nei primi 20 minuti si sentono solo loro e, nel finale, con la squadra pesantemente sotto nel punteggio, alzano incredibilmente i decibel. Tanta voce per loro, intervallati solo ogni tanto dai romanisti, come nel finale quando mandano in quel posto i torinisti. Coro alla sostituzione del “Gallo” Belotti “Un capitano, c’è solo un capitano” da parte della curva torinista. In Curva “Primavera” si nota la presenza degli striscioni “Mods” e “Cedrata”. In buon numero i bolognesi al “Ferraris-Marassi” per GENOA-BOLOGNA: si danno da fare, sventolano i loro bei bandieroni, ma si sentono poco. Buona l’affluenza allo stadio, con 17.768 spettatori ufficiali, specie se si considera l’inutile match, col Genoa già in B e il Bologna da tempo a centroclassifica. Ma la Gradinata Nord è in forma, più piena che mai, ha voglia di tifare e organizza una bellissima coreografia con aste che sorreggono tante strisce, a mo’ di mare rossoblù, al piano inferiore, con al centro un disegno, piuttosto piccolo, che riproduce la Lanterna, simbolo di Genova, su cui si issa una bandiera del Genoa; al piano superiore al centro un coprisettore rossoblù con la scritta “Gente di Mare”, con intorno tante bandiere e in transenna lo striscione “Gli stessi colori che cadono in mare”, con ai piedi della Nord la scritta, a completare la frase “Quando il sole tramonta senza parlare”. A fine gara il Genoa è rimasto mezzora sotto la Nord, che a lungo ha intonato cori, tra lo sventolio dei bandieroni: incredibile l’attaccamento alla maglia della Gradinata Nord.

Quasi 35mila spettatori ufficiali al “Franchi” per FIORENTINA-JUVENTUS, per una partita sempre sentitissima. Gli juventini non occupano bene neanche uno spicchio del settore ospiti, privi di stimoli di classifica, non si fanno sentire, tra le pezze si riconosce quella di “Genova” e lo striscione “1986” dei “Viking”. Al contrario la Curva “Fiesole” incita la squadra per quasi tutto il tempo, ha voglia di tifare ed alla fine, grazie anche al risultato di Bergamo, può festeggiare il settimo posto, che vuol dire qualificazione in Conference League. La gente viola si lascia poi andare a caroselli di auto e scooter per le vie cittadine. Oltre 50mila spettatori all’”Olimpico” per LAZIO-HELLAS VERONA, con buona rappresentanza di Ultras veronesi che, come sempre, lasciano il segno anche se è difficile sentirli. I laziali tifano con continuità, voglia ed entusiasmo per la qualificazione in Europa League, già certa prima della gara. Inoltre espongono striscioni verso i butei veronesi a suggellare la vecchia amicizia che intercorre tra le due tifoserie. Napoletani che occupano tutto il settore ospiti al “Picco” per SPEZIA-NAPOLI. Incidenti prima, durante e dopo, festa rovinata. Alla fine si contano 4 feriti, oltre a diversi steward che si sono fatti medicare allo stadio. Tra i feriti un napoletano rischia di perdere alcune dita per aver cercato di rilanciare un petardo, esplosogli in mano. Indagini sulla presenza di gruppi Ultras marsigliesi, notoriamente nemici dei napoletani. Tutto inizia poco prima delle 12, quando uno dei pulmini che trasporta gli Ultras del Napoli entra in contatto con tifosi spezzini: vetri rotti di vari mezzi, ma le forze dell’ordine riescono a sedare la situazione. In Curva “Piscina” (Nord), divisa in due tra le tifoserie, si capisce che il clima è pesante. I cori tra le fazioni diventano sempre più minacciosi (bruttissimo uno su Maradona morto), finché a inizio gara comincia il reciproco lancio di fumogeni, che vengono ripresi e rilanciati pericolosamente da una parte all’altra. La tensione sale. Le forze dell’ordine arrivano quando l’arbitro Marchetti al 12° sospende la gara, perché alcuni tifosi saltano dalla balaustra in campo e cercano di aggredire a colpi di asta i rivali più vicini. Ci vogliono 12 minuti per far tornare un minimo di calma. Mentre dalla Curva “Ferrovia” locale alcuni entrano in campo, troppo facilmente, cercando di attraversarlo per arrivare allo scontro fisico. Nel dopogara ecco nuovi durissimi scontri, con parecchi vetri delle auto parcheggiate in frantumi.

Il presidente federale Gabriele Gravina parla di “calcio ostaggio di incivili e violenti, qualcosa di assolutamente indegno”. Buona la presenza sampdoriana al “Meazza-San Siro” per INTER-SAMPDORIA, ma si fanno sentire poche volte; si notano per i bandieroni. 71.109 spettatori ufficiali, il pullman dell’Inter arriva allo stadio tra due ali di folla speranzosa, all’interno spalti divisi equamente di nero e azzurro. Ma la speranza dura poco, le notizie provenienti da Reggio Emilia non sono affatto buone. Alla fine saluti sotto la Curva Nord, specie ad inizio gara impeccabile, tra orgoglio e tristezza. Invasione vera e propria dei tifosi milanisti al “Mapei Stadium” di Reggio Emilia, per un memorabile SASSUOLO-MILAN, con oltre 18mila cuori rossoneri. Coreografia bellissima nel settore ospiti, con la scritta “Noi” formata da cartoncini bianchi, contornata da quelli rossi, su sfondo di cartoncini neri, ed in basso l’enorme scritta, con la stessa scalanatura di colori, “Sempre con te”. Alcuni fumogeni accesi all’inizio, molti quelli accesi al gol di Giroud dello 0-1. Assordante il tifo rossonero, specie nel primo tempo, davvero eccellente, Ultras quasi tutti a torso nudo. Molti milanisti erano anche nella Curva Sud sassolese. Gli Ultras di casa erano praticamente in un angolo, hanno sventolato 2-3 bandieroni e provato anche a tifare. Alla fine, come era prevedibile, è stata festa-Scudetto, il 19° milanista, una gioia che mancava dal 2011. Grande baldoria, con doppia festosa invasione di campo cantando “We are the Champions” dei Queen, per poi rimettersi in marcia verso Milano: un serpentone rossonero lungo oltre 150 chilometri, chiassoso, strombazzante, impazzito di gioia. Mentre in 40mila già affollavano Piazza Duomo a Milano, dove la marea rossonera ha festeggiato tra cori, soprattutto di sfottò, fumogeni, ubriaca di gioia. A un certo punto è entrato anche un trattore. Anche Casa Milan ha fatto registrare diverse presenze di tifosi festanti. Da lì oggi, 23 maggio, ha avuto inizio il giro della città dei Campioni d’Italia a bordo di un pullman scoperto, per una nuova festa.

Incredibile, pazzesco quanto successo in SALERNITANA-UDINESE: mai uno 0-4 era stato così festeggiato. Infatti, grazie al pareggio del Cagliari a Venezia, si salva la Salernitana col minimo storico di 31 punti per un torneo a 20 squadre. Festa grande alla fine di un popolo intero, che ha vissuto la ripresa in un silenzio surreale. Tutto sembrava perduto, visto la prestazione pessima della Salernitana, in balia dell’Udinese. Poi il delirio, tutti a saltare, tanti fumogeni accesi, buttati anche in campo, mister Davide Nicola che fa il giro del campo saltando come una molla, in un “Arechi” impazzito, che aveva fatto registrare il record di spettatori per quest’anno con 30mila presenze. Tutti sotto la Curva Sud, che aveva organizzato una coreografia iniziale sbalorditiva ed elaboratissima: due coprisettore uguali alle estremità della curva che riproducevano due telecamere in bianco e nero, che proiettavano, con la proiezione fatta di cartoncini gialli su sfondo di quelli neri, un disegno bellissimo, coprente dall’alto in basso tutta la curva, che riproduceva gli inizi della storia della Salernitana, veramente ben fatti, con una maglia granata, un giocatore con pallone e porta, la scritta “Piazza d’Armi” e una foto d’epoca della squadra; in basso bobina gigante, sulla sinistra guardando la curva, un ciak cinematografico con le scritte “C’era una volta a Salerno” sopra, “Scene 19”, “Take 06”, “Still 1919”, “Date 22-05-2022”, e in basso “Director ‘Curva Sud Siberiano’”; più a destra un rullino e i numeri a formare l’anno di nascita della Salernitana “1919”, con ogni numero riprodotto grande in bianco e nero. Davvero gran tifo all’inizio, brusio sullo 0-3. Peccato i fumogeni e gli oggetti verso Pereyra, che mostra una dedica in spagnolo sotto la maglia verso la Sud dopo il suo 0-4, e l’incendio, peraltro fortuito, poco dopo, su un lato della curva, di una parte della scenografia. Udinesi in buon numero, molte pezze tenute a mano, tra le quali la semplice “Via Riccardo Ovunque”, altre stese per terra. Nel tifo lasciano la scena ai salernitani. I cagliaritani al “Penzo” per VENEZIA-CAGLIARI sono in buon numero e sono autori di una buona prestazione, sventolando anche due bandieroni. Finale amaro per loro, con la squadra incapace di segnare un gol al già retrocesso Venezia, e lo spettro della Serie B che si manifesta in tutta la sua drammaticità. Orgogliosa, come la loro squadra in campo, la prova dei veneziani: veramente esemplari e lodevoli per il loro attaccamento alla maglia, non smettono mai di tifare, bandieroni sempre al vento. Con loro i fratelli gemellati lancianesi, modenesi e pistoiesi.

Articolo precedenteC’è anche Pinamonti tra i convocati di Mancini per le gare di giugno
Articolo successivoCorsi: “In settimana faremo le nostre valutazioni, non sarà facile trovare giocatori come Vicario e Pinamonti”

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here