Una rubrica a cura di Claudio “Freccia”

Partita valevole per la quarta giornata del campionato italiano di Serie A di calcio 2023/24, che si svolge in una serata serena, piuttosto afosa, di domenica alle h.20,45, esattamente il 17 settembre 2023, davanti a 61.443 spettatori ufficiali. Entrambe le squadre arrivano a questa sfida con una classifica deficitaria: la Roma con appena un punto in tre partite, strappato nella prima con la Salernitana (2-2), cosa che forse nessuno si sarebbe mai aspettato; l’Empoli inchiodato a zero punti e addirittura con zero gol fatti, fanalino di coda. La partita, che già prima si prevedeva difficile per l’Empoli, si mette subito in salita per l’undici di Paolo Zanetti, che oggi rinuncia al trequartista Baldanzi. Pronti via e dopo soli 40 secondi Walukiewicz commette un fallo di mano da rigore, che Dybala trasforma. All’8° Renato Sanches raddoppia inesorabilmente e mette in discesa la prova della Roma, che infierisce poi sul povero Empoli, azzanna la preda, la sbrana con ferocia e gli dà una sonora lezione, di quelle che possono lasciare davvero il segno in una squadra, almeno per un po’, memorabile, un pesantissimo 7-0 di dimensioni bibliche.

Ma se l’Empoli in campo non è stato in grado di reagire, lo hanno fatto, eccome, i 120/125 tifosi toscani giunti nella Capitale con due pullman quasi pieni di “Desperados” ed “Ultras Empoli” e qualche macchinata. Nonostante il numero piuttosto ridotto – nota dolente in quanto va bene che la partita è di domenica sera, ma la trasferta è una delle più vicine dell’anno, seppur affrontata con zero punti su tre partite – il tifo che proviene dal settore ospiti sostiene la squadra fino allo sfinimento, riscattando la prova incolore e senza mordente che offrono i ragazzi in campo. Esposto all’entrata delle squadre lo striscione autorizzato “Forza Marco lotta da Ultras”, dedicato ad un ragazzo della Maratona che una decina di giorni fa è incappato in un incidente con la moto. Buoni battimani e tifo costante, nonostante il pesante passivo, per gran parte della partita. Sventolati anche due bandieroni e diverse bandierine. Molti cori riescono bene, uno in particolare (“Sempre insieme a te…ovunque andrai non ti lascerò mai…”) è tenuto su per quasi una decina di minuti. La Roma ci prende gusto e cammina sui resti dell’Empoli, i cui tifosi escono invece a testa altissima. Verso la fine anche tre cori per i diffidati, che in pratica mai mancano. L’Empoli, indegno, continua a prendere gol, ma questo poco interessa al manipolo di Ultras empolesi, che solo alla fine tirano un po’ il freno a mano, circondati dal pubblico romanista che invece di tributare loro un applauso che sarebbe stato più che meritato per la tenacia dimostrata, schernisce, deride, prende in giro gli empolesi, senza un minimo di ritegno, senza pietà. Buona parte dello stadio canta più volte “Tornerete in Serie B”, e con i tifosi giallorossi della vicina Tribuna Montemario è un continuo scambiarsi di condite offese, di “vedute”. Meno cattivi, ma forse perché sono solo più lontani, gli Ultras della Roma in Curva Nord. In questo quadretto, come se non bastasse, ci si mettono pure i giocatori dell’Empoli, ai quali sembra mancare gli attributi, il coraggio, di andare sotto il settore ospiti, chiedendo scusa da lontano, quasi a centrocampo. Ci dev’essere stato un malinteso, perché solo Cacace e Bereszynski si avvicinano, loro che poi non avevano colpe particolari, specie il primo che non viene impiegato dalla trasferta di Monza del 26 agosto scorso. Certo che se gli azzurri avessero offerto una prova degna del bel tifo profuso dai suoi Ultras – loro sì che si sono impegnati – la clamorosa disfatta non sarebbe esistita. Il livello del tifo empolese è stasera da considerarsi molto buono.

Ancor prima dell’inizio del match la Sud si riscalda e si fomenta vogliosa di tifare. Striscioni in Nord alta per chi è stato colpito recentemente da Daspo. La Sud inizia bene come la squadra che in pochi minuti chiude la pratica-Empoli. Uno striscione ricorda la morte di Ginulfi, portiere della Roma dal 1962 al 1975, mancato il 6 settembre scorso: “Ciao Ginulfi…estremo difensore!”, un altro recita “80 anni di Roma…ciao Anna”. Solo sul 3-0 c’è un certo appagamento. Al 72° (il 1972 è l’anno di nascita dei “Fedayn”), preceduto dallo striscione “Signa inferre” (“Portare avanti le insegne”) illuminato da torce, entra lo striscione “Gruppo Quadraro”, con relativa fumogenata giallorossa, scritta gialla su sfondo rosso, applaudito non solo dalla Curva Sud, cui una buona fetta alza il coro “Fe-fe-Fedayn”, seguito da “Siamo pronti a ricominciare, tutto il mondo dovrà tremare…asRoma non sarai mai sola…” sulle note della famosa hit “Montagne verdi”, ma da buona parte dello stadio. I “Fedayn” quindi risorgono proprio contro l’Empoli, contro il quale il 4 febbraio 2023, nel dopopartita, a seguito di un vile agguato teso dagli Ultras della Stella Rossa, gemellati coi napoletani, gli venne rubato lo storico striscione, più altro materiale, bruciato poi dai serbi in una partita di campionato poco dopo, escluso lo striscione “Brigata Roberto Rulli”, l’unico poi restituito. Dal Quadraro proviene il nucleo storico dei “Fedayn”. La grandinata di gol lascia poi la strada spianata ai cori giallorossi, con buona pace dei romanisti da social. Si rivede in Sud anche lo storico striscione “La Vecchia Guardia”. Davvero un bel tifo questa sera all’’Olimpico’, con continuo sventolio di numerosissimi bandieroni. Ovviamente anche il tifo giallorosso è da ritenersi molto buono.

Uno sguardo altrove: L’anticipo del sabato alle 15 è JUVENTUS-LAZIO, che si gioca davanti a 40.562 spettatori ufficiali, coi laziali che sono 1.621, che però, complice l’andamento della partita, sono poco incisivi. Partono bene poi si spengono. Gli Ultras della Juve si ritrovano dietro la Curva “Scirea” sventolando decine di bandierine e bandieroni inquadrati dietro gli striscioni “Mille bandiere bianconere intorno a noi”, che parafrasa un vecchio inno della Juve, e “La Juve siamo noi”, concetto ribadito in un comunicato in cui si esorta gli Ultras ad essere compatti, uniti, sostenendo a gran voce la squadra, combattendo ancora una volta contro la repressione inaudita che devono affrontare a Torino, dove basta un niente, anche il semplice sedersi sulla balaustra, per beccare denunce o diffide. Il popolo bianconero fa festa per l’importante vittoria. Il Derby della Madunina INTER-MILAN, va in scena il sabato alle 18, ed è sold out. La sfida è prima che in campo sugli spalti a colpi di coreografie, e la vince decisamente la Nord interista che l’articola su tre anelli, in modo molto elaborato. Striscioni con una lettera rossa e una nera “Permalosi”, “Complessati” e “Siete usciti dal tombino”; ai lati, partendo dalle estremità, cartoncini gialli, azzurri, neri e ancora gialli, mentre al centro, con vari colori rosa, grigi e con la punta del naso e la bocca fatte di cartoncini rossi e neri, si forma perfettamente un coniglio. Quella dei milanisti consiste in un grosso telone con vari personaggi da circo sopra disegnati, come clown, cartomante con su una mano il “re di coppe” e sull’altra il “due di picche”, un uomo con un megafono in uniforme con su scritto “since 1908”, anno di nascita dell’Inter; in balaustra lo striscione giallo su sfondo azzurro “Circo Internazionale”. Il resto della Sud, ma solo al secondo anello, è colorato di cartoncini rossi e neri: si può fare di più. Gran tifo fin dall’inizio di ambedue le fazioni. In Sud si nota lo striscione “Old Clan” al secondo anello, fumogeni accesi a inizio secondo tempo e sul 2-1 di Leao. Gli interisti, giocando in casa sono la stragrande maggioranza degli spettatori e, agevolati dal largo successo, un 5-1 che non ammette repliche, sono autori di una prova di tifo maiuscola, con largo uso dei bandieroni, ma comunque anche il tifo rossonero è più che buono, con la Sud che incita la squadra anche quando è sotto di diverse reti. Striscioni esposti dagli interisti esterno stadio il giorno dopo il derby: “Io al circo, tu al bingo, cinquina”, “5-1= un’estate ad aspettare per poi farsi umiliare”, “Noi a testa alta…voi testa bassa”.

L’anticipo del sabato sera è GENOA-NAPOLI, giocato di fronte a 33.275 spettatori ufficiali, per una sfida che fino a pochi anni fa vedeva le due tifoserie fraternamente gemellate, e tante sono rimaste le amicizie personali tra tifosi. C’è grande entusiasmo a Genova. All’entrata in campo delle squadre la Gradinata Nord genoana allestisce una bellissima fumogenata, perlopiù arancione. Grande tifo e atmosfera ambientale. Bel tifo anche in Gradinata Sud e nel settore ospiti partenopeo, dove sventolano tante bandiere. In Nord sono tanti e bellissimi i bandieroni sventolati. Anche i napoletani accendono fumogeni. Alla balaustra della Nord il bellissimo striscione “Forza vecchio cuore rossoblù”, mentre alla balaustra Sud si legge “You’ll never walk alone” (non camminerete mai soli). Col Genoa in vantaggio, prima di uno poi di due gol, si gasa il popolo genoano e il “Ferraris-Marassi” è una vera bolgia. Anche i partenopei si danno da fare, per la loro gioia il Napoli ce la fa a rimontare, almeno fino al 2-2. Il lunch-match domenicale è CAGLIARI-UDINESE, con 15.221 spettatori ufficiali. I friulani sono in buon numero, circa un 80ina, nonostante la trasferta per loro sia a dir poco disagevole, piuttosto compatti, anche se ci sono dei clubs con tanto di striscione, molti a petto nudo, si danno da fare, per loro arriva un punto da non disprezzare. I cagliaritani non badano tanto al colore anche se hanno diversi bandieroni, il loro tifo è di buono spessore dietro lo striscione “Rispetto per gli Ultras! …Per i diffidati”. Di domenica alle 15 si gioca FROSINONE-SASSUOLO; come al solito pochi gli emiliani, qualche decina, gioiscono sullo 0-2, da ammirare per la tenacia. Molto bene la Curva Nord frusinate, buono il tifo, grande entusiasmo nel finale per la bellissima rimonta, gli fanno visita i gemellati messinesi con tanto di pezza della “Gioventù Giallorossa Messina”. 13.133 gli spettatori ufficiali presenti. L’altra sfida delle 15 domenicali è MONZA-LECCE, coi leccesi che invadono la Brianza in alcune migliaia, dato il grande entusiasmo per la partenza-sprint in campionato; per quanti sono potrebbero fare un tifo forse ancora più convincente, pur non demeritando. Accendono fumogeni sullo 0-1 e, seppure con un po’ di fortuna, riescono a strappare un buon punto. I monzesi non riempiono bene la loro Curva “Davide Pieri” ma operano comunque un buon tifo, pur non essendo ai massimi livelli. Spettatori ufficiali: 13.074.

Alle 18 della domenica il match è FIORENTINA-ATALANTA: agli atalantini è vietata la trasferta per i non possessori della tessera del tifoso, che a Bergamo non sono in tanti ad avere, specie gli Ultras. Quindi a Firenze sono solo 300 circa ed il loro tifo non è comunque giudicabile. La Curva Fiesole è compatta, offre dei buoni battimani e si esalta nel finale, un bel 3-2, dopo l’altalena di emozioni. Bello classico sventolio di bandieroni numerosi. Striscione posto in basso a destra guardando la curva: “16.09.92 – 16.09.23 Pompa ovunque al nostro fianco” (il “Pompa” soprannome di Stefano Biagini, mitico condottiero della “Fiesole” a circa 31 anni dalla sua scomparsa). Spettatori ufficiali: 32.100. Alle 18,30 del lunedì va in scena il posticipo SALERNITANA-TORINO, che vede la schiacciante (0-3) vittoria degli ospiti, seguiti in terra campana da un buonissimo numero di tifosi, considerata soprattutto la non felice collocazione della partita; si fanno sentire a più riprese e fanno festa alla fine. Consueto bel tifo della Curva Sud Siberiano, che incita encomiabilmente fino alla fine la propria squadra, anche sotto di tre gol, anche se poi a fine partita qualcuno perde la pazienza e si sentono alcuni fischi. Buon pubblico al “Bentegodi” per il posticipo del lunedì sera HELLAS VERONA-BOLOGNA, con la presenza di circa 2.000 tifosi bolognesi, numero davvero ragguardevole considerando l’ora e il giorno. Parte bene il tifo gialloblù coi classici cori, ma i bolognesi rispondono subito, facendosi sentire bene. Gran bel duello a colpi di cori, buon incitamento da ambo le parti. Due curve davvero attive, che non risparmiano di offendersi reciprocamente. Bella la sciarpata veronese verso la fine. Partita equilibrata e naturale è lo 0-0 finale.

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