“Qualcosa è cambiato” dice il titolo di un film del 1997 con i grandi Jack Nicholson e Helen Hunt. Ho usato loro e quel titolo per la nostra copertina perché davvero qualcosa è cambiato da queste parti, e non solo dopo la disastrosa notte di Palermo. Nell’ Empoli calcistica c’è un aria pesante, un disagio che non conoscevamo, un’amarezza che sembra non trovare sfoghi. Possiamo definire questa la retrocessione più pesante nella storia della società azzurra? Non lo so. Io seguo l’Empoli dal 1958 e vi posso dire che mai avevo vissuto, da tifoso e da giornalista, il clima di adesso. La gente si sente tradita, presa in giro. Ce l’hanno con tutti: giocatori, dirigenti, stampa… addirittura tifosi con altri tifosi. Eppure di retrocessioni ne abbiamo avute, una su tutte: quella che maturò, nei fatti anche se non nei numeri,  dopo la partita di Ancona. Ma mai avevano prodotto un tale malessere. Perché questa volta sì?

Può bastare una stagione giocata – salvo rare eccezioni – come peggio non si poteva, abbassando fino a terra l’asticella del bel gioco visto con Sarri e Giampaolo? E’ Martusciello il colpevole unico, il responsabile? Crediamo proprio di no. Al mister rimproveriamo – ce lo consenta, con affetto – certi comportamenti che sono sembrati a volte arroganti, pieni di supponenza, quasi di sfida contro tutti e tutto. Crediamo che, più che la scarsa qualità del gioco offerto dalla sua squadra, a far disamorare i tifosi nei confronti di colui che, fino ad un anno fa, era una bandiera, siano stati proprio i suoi modi di fare, forse involontari, non cercati né voluti, ma che hanno infastidito molti. I tifosi, lunedì, gli rimproveravano di non aver mai chiesto scusa. Eppure l’uomo-Martusciello ci ha sempre messo la faccia, non si è mai sottratto alle sue responsabilità, non ha mai evitato il confronto. Troppo nervoso però, con una pressione che lui ha addebitato ad altri ma che si è creato da solo quando ha preso sulle spalle un peso che forse per lui, in quel momento della sua vita, era troppo pesante e che lo ha colto ancora impreparato. E la sensazione, lasciatemelo dire, è anche che sia stato lasciato troppo solo nella gestione dei rapporti dentro e fuori dal campo che, piaccia o no, fondamentali per un professionista che lavora ai livelli della Serie A.

Allora i colpevoli sono stati i giocatori? Si è detto che i nuovi si sono dimostrati scarsi ed inadeguati alla massima seri e che i  “vecchi” abbiano palesato stanchezza ed abbiano perso grinta e motivazioni, che qualcuno sia entrati in contrasto con la società. E’ vero in parte. Non si sono viste eccellenze tecniche, questo sì, ma la rosa messa a disposizione di mister Martusciello non ci sembrava, sulla carta, così scarsa come i risultati hanno portato a credere. Qualcuno non ha risposto al 100% alla attese, altri si sono dimostrati inadeguati alla categoria, altri hanno palesato insofferenza al limite dell’abulia. Nel mezzo gli infortuni di Mchedlidze che hanno pesato eccome nell’economia della squadra ma, per contrappeso, la straordinaria stagione di Skorupski che da solo (pur con un calo nelle ultimissime gare, comprensibile) ha portato punti pesanti.  Chi dice che la squadra ha perso consistenza senza i Tonelli, i Paredes, i Rugani, gli Zielinsk, i Valdifiori, i Mario Rui, dimentica che questi giocatori sono diventati importanti ma non lo erano inizialmente. Sono cresciuti. Quest’anno nessuno è cresciuto. Qualcuno semmai ha perso in qualità ed in valore economico, qualcuno se ne è andato, altri hanno galleggiato a vista. Non si registrano exploit. Il parco giocatori era questo e con questo si doveva fare i conti. Rimane la sensazione che – quali siano le cause non lo sappiamo – non siano stati sfruttati al meglio delle loro potenzialità

Colpevole la stampa? Sembra incredibile eppure qualcuno, anche in società lo pensa. Di contro ci hanno fatto notare diversi tifosi come noi di PE.it  spesso si sia stati accondiscendenti nei confronti della società, dei giocatori, della dirigenza azzurra. Va bene così. Quando un giornalista viene criticato da tutti vuol dire semplicemente che sta facendo il suo dovere: racconta la verità! Poi …forse qualcuno lo fa anche in modo forse troppo esuberante, a volte con molta più pancia che testa, a volte con irruenza e poca lucidità, ma questo fa parte del gioco. Se a Empoli il  motto è “We are family”, impariamo ad accettare anche le critiche  altrui e le nostre umane debolezze perché poi in fondo si parla sempre di amore, quello che tutti quelli che ad Empoli fanno questo mestiere hanno per la maglia azzurra. Non è facile, lo dico ai tifosi, essere troppo severi con le persone che ami, specie se non lavori in un ambiente dove tu, giornalista, non sei un numero anonimo, un nome senza volto in una marea di taccuini, radio, TV, siti internet, come succede nelle grandi piazze. Ad Empoli la stampa ha nomi, cognomi e volti. Siamo pochi e ci conosciamo tutti. E conosciamo i tifosi e loro ci conoscono. E conosciamo i giocatori, i dirigenti, ci parliamo anche fuori dai luoghi e dai momenti canonici delle interviste e dei dopo gara. E forse questo a volte ci condiziona all’indulgenza ed al perdono. Siamo umani, nonostante tutto. Ma non si dubiti mai della nostra buona fede e della nostra onestà intellettuale.

Dei tifosi non parlo, perché mi rimane davvero difficile capire come si possano criticare tifosi che, anche dopo la gara con l’Atalanta, dopo un campionato dalla qualità decisamente scarsa, applaudono la squadra all’uscita dal campo. Qualcuno ha fischiato? Pochi? Molti? Ci può stare – no? – dopo aver assistito a prestazioni come quelle che spesso abbiamo visto quest’anno al “Castellani”. Nessuno  è mai andato oltre una protesta, mai oltre i limiti, mai nessuno ha infastidito giocatori, salvo un episodio di cui è stato abbondantemente parlato e che è nato e finito lì. Se i giocatori o il mister non ce la fanno a sopportare la “pressione” di Empoli…beh, lo dico col sorriso sulle labbra, cambino mestiere.

Ed arriviamo alla Società. Qualche anno fa l’Empoli ha cambiato il logo: via il Duomo dallo stemma ed al suo posto un acronimo, EFC. Con questo gesto ha parlato, raccontandoci che stava iniziando un nuovo cammino. Il punto più alto del rapporto con i tifosi, in tempi recenti, si è raggiunto nella stagione successiva al play-out col Vicenza dell’ 8 giugno 2012, entrato ormai nella leggenda. Eppure proprio da lì qualcosa ha iniziato a scricchiolare. La società di Monteboro ha perso per strada, negli ultimi anni, personaggi che ne avevano caratterizzato la storia e le fortune. L’ultimo, in ordine di tempo, Marcello Carli, al quale credo debba andare un ringraziamento sincero ed il giusto riconoscimento al suo lavoro. Una persona leale, sincera, vera, l’ultimo pezzo di un Empoli che non c’è più.  Forse c’è stata troppa fretta nell’abbracciare un “nuovo” che non sempre e non necessariamente è portatore, di per sè, di miglioramento. Ci sono anche personaggi lontani da Monteboro che, nei fatti e nelle scelte, sembrano pesare troppo e non ne comprendiamo il perchè. Non ci nascondiamo, Sono cose che sanno tutti. Empoli non è New York. La sensazione è che la Società, per prima, abbia perso la sua dimensione e che abbia messo in moto un processo che rischia di travolgerne l’identità e la storia. Non si può rimanere prigionieri del passato, del “come eravamo”, ma guardare avanti non significa dimenticare il cammino percorso. Se una Società come l’Empoli perde il contatto con la sua gente si genera un corto circuito che rischia di snaturare l’una e l’altra. Ancora ricordo le assemblee con i tifosi, non molti anni fa, del Presidente Corsi per decidere sugli abbonamenti.  L’Empoli che amiamo non fa una settimana di allenamento a porte chiuse per preparare una partita che perde senza scendere in campo. L’Empoli che conoscevamo noi, dopo questa stessa partita e prima di una gara decisiva per la sua permanenza in Serie A, non vola a 1.200 km di distanza dalla sua città. L’Empoli rimane qui, tra la sua gente, ne cerca l’abbraccio, ne sopporta il broncio, perché sa che su questa gente potrà contare sempre.

Pressione mediatica? Abbiamo sentito anche questa.  I pensionati dell’Unione Club e qualche giornalista locale sono pressione mediatica? I tifosi che fischiano dopo gare inguardabili mentre altri applaudono sono pressione mediatica? Non scherziamo. Non ci siamo più se si pensa questo. Ci siamo sentiti ripetere negli anni, e ne abbiamo sempre condiviso il senso, una frase che è stata come un mantra nella storia recente e passata della Società: “L’Empoli deve fare l’Empoli”. Bene, lo faccia. E lo faccia ascoltando come faceva la sua gente: non solo le lodi ma anche la “rabbia”, espressa sempre in toni forse alterati ma civili, ascoltando non solo quelli che gli dicono sempre “bravi” ma anche quelli che muovono critiche, perché chi con molta fretta  sale sul carro del vincitore  con altrettanta fretta ne scende. Rimangono gli amici di sempre, quelli che c’erano ieri e ci saranno domani, perché quello che loro amano non è il potere effimero di una passerella, ma la maglia. Questa sordità, questa indifferenza, questa ostentazione – certo non voluta ma così percepita –  di onnipotenza che ha sembrato caratterizzare per lunghi tratti la gestione degli ultimi anni della Società, hanno creato lentamente una lacerazione profonda tra l’Empoli e i suoi tifosi, tra l’Empoli ed Empoli. Ecco, è qui che credo vadano ricercate le ragioni di questo malessere che si respira in città e tra i tifosi. La sensazione di non essere stati ascoltati, ignorati. Uso un’espressione forte: il senso di un amore non corrisposto.

Ci vorrà molta pazienza e molta oculatezza nelle scelte degli uomini e dei programmi  per ricucire lo strappo che sembra essersi creato e che i commenti che leggiamo su PE da domenica scorsa, le parole che ascoltiamo tra le persone, per strada, sembrano confermare. Uno strappo che nasce non solo dalle scelte rivelatesi poi sbagliate nella gestione della stagione sportiva ma sopratutto da quel muro di incomunicabilità e di incomprensione che è nato tra la società ed i suoi tifosi che quella società non hanno più riconosciuto e nelle quale non hanno più riconosciuto se stessi. Crediamo che l’Empoli possa affrontare qualsiasi sfida per il futuro solo ritrovando le radici della sua storia e le ragioni della sua identità. Qualcosa è cambiato. Forse troppo. O forse solo nel modo sbagliato. Rubando le parole al Presidente, il nostro invito è che l’Empoli torni a fare l’Empoli. Ha le capacità, gli strumenti e i mezzi in grado di farlo. Liberandosi certo dai fardelli del passato ma anche da quelli del presente. Ad Empoli è stato affrontato sempre tutto, con spirito di unità, quando l’Empoli FC ha saputo rappresentare l’identità della sua gente, quando la sua squadra in campo e fuori dal campo è stata le gambe, l’anima, la fatica e l’orgoglio di quelli che dalle tribune e da fuori dello stadio la amavano. Ed ancora la amano. Perché gli amori, come dice una canzone “…fanno dei giri immensi e poi ritornano…”. Ma, adesso, non posso farlo da soli. Hanno bisogno di un po’ di vento che li indirizzi dalla parte giusta del cuore.

 

 

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60 Commenti

    • Mi associo, non avresti potuto rappresentare meglio in ns malessere. Io ogni giorno, da domenica, mi chiedo se sia vero …. purtroppo si …. DALLA RABBIA SONO PASSATO ALLA TRISTEZZA E CREDO CHE MI CI VORRANNO MESI PER DIGERIRLA. …

  1. Concordo su ogni parola… Ma ci rendiamo conto che siamo retrocessi da quattro giorni e ancora nessuno della società ha parlato… Non ho più parole…

  2. Fabrizio sai benissimo che le mie analisi non sono solo il frutto di considerazioni prettamente giornalistiche, spesso osteggiate, anche se, in virtù di questo, ho potuto vedere lontano.
    Un fallimento totale come questo campionato del l’Empoli non è solo il frutto di un momento di follia o di un errore di valutazione, ma è il risultato di concause che nessuno ha saputo comprendere, forse sperando nel vento favorevole, ma a volte la fortuna cambia rotta privilegiando chi la merita, xke’ anche la fortuna bisogna guadagnarsela. Un saluto ed un abbraccio a tutti i tifosi del l’Empoli che hanno sempre accettato quello che l’Empoli gli poteva dare e ne andavano fieri. Ora ci vorra’ tanto impegno x riconquistarli.

  3. Bell’articolo, concordo e trovo ben centrata la disamina su Martuscello a cui però aggiungerei anche l’aggravante della scarsezza tecnica visto che non sembra aver fatto assolutamente tesoro dell’apprendistato di sarri e giampaolo, mai uno schema adeguato.
    Comunque..bravo Fioravanti.

  4. Un articolo veramente bello che dettaglia le cose come sono effettivamente. A questo punto la società dovrebbe dirci le cose come stanno effettivamente magari non dicendo che siamo voluti retrocedere per volontà del Presidente ma per motivi di bilancio… E per mantenere in vita L Empoli…..

  5. Il presidente deve smettere di fare il presidente…sarebbe la nostra salvezza…troppo business, troppi soldi che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura…troppi interessi personali…l’unico obiettivo è fare i soldi e la gente lo sta piano piano comprendendo…

  6. Nn hanno capito e nn capiranno mai del dolore e della grande ferita che abbiamo subito noi tifosi.
    Accettare quel che viene è giusto ma c’è un limite che hanno oltrepassato alla grande.
    Il dolore più grande lo hanno fatto ai bimbi della “scuola del tifo”, ho letto molti che nn sapevano come fare e nn sono riusciti a far smettere di piangere i bimbi.
    VERGOGNATEVI TUTTI
    …. e mi vergognerei a riandare nelle scuole o richiamarli allo stadio.
    Siete delle grandi TESTE DI C….

  7. grande Fabrizio noi tifosi la pensiamo esattamente cosi …comunque devono andar via tutti e non carli anche se lui ha commesso un grande errore a mio avviso grave quello di non vendere a luglio Pucciarelli , ci offrivano gli emiliani 10 milioni più il prestito di Falcinelli peccato eravamo già salvi a marzo con falcinelli

    • antonio, ti voglio bene, ma il problema sta a monte.
      se non rimuovi il batterio, tutto il resto e’ distorto

  8. Concordo in tutto e per tutto Fabrizio.
    Se ripenso all’entusiasmo che si respirava a Sestola e a come siamo finiti, quanta tristezza.

  9. In questo tuo discorso Fabrizio,penso che hai racchiuso il pensiero di praticamente tutti i tifosi….analisi perfetta del campionato 2016-2017 disputato(?) dalla squadra azzurra.Mi auguro solo che queste parole non le leggano solo i tifosi,ma anche chi di dovere.Forse o magari sicuramente gli abbonamenti non saranno più 7000,ma i soliti 2000-2500 che ci sono sempre stati ci saranno ancora e sempre…..ma la ferita è profonda e per risarcirla ci vorrà una dirigenza ben “diversa”,nei comportamenti,da quella di ora e del tempo molto più di quello che si creda,perchè i dubbi nella testa dei tifosi,su questa retrocessione, sono parecchi…..

  10. Analisi lucida e pienamente condivisibile.Ora stá alla società dare delle risposte e non pensare che un centro commerciale travestito da stadio risolva tutti i problemi. Anche perché non è detto che queste iniziative commerciali siano sempre profittevoli.

  11. analisi completamente corretta….che per garbo ha volutamente omesso ‘frecciate ancor piu’ chiare al Presidente …per varie cose’…ma totalmente chiara e condivisa.
    …il cambio dello stemma ( lo ha fatto anche la juve ed e’ penoso )….lo evidenziai al momento storico…EFC …visto d impatto e’ un FCE (Fabrizio Corsi Empoli e non Empoli Football Club ) …e secondo me l ‘obbiettivo non scritto era quello ed adesso credo che noi tifosi lo abbiamo molto chiaro , la Empoli FC spa ha una proprieta’ chiara e forte , la squadra dell Empoli invece e’ della citta e della tifoseria …TRADITA per obbiettivi ECONOMICI.
    sarebbe un bel gesto se Mr President come dice tiene ai tifosi ed alla citta’ visto lo sviluppo del nuovo stadio che mettesse sul piatto anche come finanziamento un 20% della societa’ in vendita all azionariato popolare ad una cifra di € 1000.00 ad azione ….sarebbe un metodo molto moderno di fare impresa ma non darebbe la possibilta’ di fare ‘CARTA’..

    • EFC …visto d impatto e’ un FCE (Fabrizio Corsi Empoli e non Empoli Football Club ) ”

      Ah.. l’invidia e l’odio..

    • Ahahahahah
      “mettesse sul piatto anche come finanziamento un 20% della societa’ in vendita all azionariato popolare ad una cifra di € 1000.00 ad azione”

      Il valore di una azione è 5.20 euro e tu gliele vuoi far vendere a 1000 euro bravo genio ma chi sei il ghelfi?

  12. Finalmente un articolo intelligente e comprensivo dei molti problemi. C’è solo un punto che non condivido: quando lei scrive “Quando un giornalista viene criticato da tutti vuol dire semplicemente che sta facendo il suo dovere: racconta la verità!”. Lei sostanzialmente dice che la Società criticava la stampa, i tifosi criticavano dall’altra parte. Mah! I tifosi avevano ragione perché mai, fino a dopo la partita con l’Atalanta, PE è stato esplicitamente critico…ma lo è stato genericamente, non contro l’allenatore e la società. Insomma: i giornalisti non hanno fatto il loro lavoro correttamente, sono stati sordi ai richiami della realtà; e anche arroganti, come il Marinai. E poi scusi, Fioravanti: esiste il farsi da parte se non si condividono le scelte: un DS intelligente e esperto non può prendere pseudoattaccanti come Livaja e, dopo, Thiam e Marilungo. Non si presta a questo gioco. Un allenatore non può non dire voglio questo e quello con queste caratteristiche se no non posso allenare. Esiste l’istituto delle dimissioni. E invece l’impressione è che il Presidente abbia dettao legge in tutto e per tutto. E tutti zitti.

  13. Complimenti, davvero un articolo perfetto. Auspico che lei sig Fioravanti possa scrivere piu spesso i suoi commenti equilibrati e mai reticenti

  14. Bravo bell’articolo. ..speriamo che lo legga anche qualcuno dei diretti interessati e faccia un mia culpa. .

  15. Pezzo totalmente condivisibile e che finalmente dice le cose come stanno. Ci voleva forse la retrocessione per tirar fuori dall’unica testata seria e seguita dagli empolesi certi concetti, che questo possa essere un nuovo inizio anche per voi. La storia del logo è andata nel dimenticatoio ma ci sono tantissimi tifosi inKaz con la biondina di monteboro per questo scempio. Lei uno dei disastri del nuovo Empoli

  16. Uno dei miei film preferito, un pezzo da applausi che spero sia stato letto attentamente da chi di dovere. Se letto e capito dovrebbe far riflettere molto. PE da voi ci aspettiamo tanto nella prossima stagione in termini di obbiettività

  17. Articolo che rispecchia bene, a mio avviso, la situazione che si è venuta a creare.
    Fabrizio è la persona che più di altre riesce ad avere un taglio davvero giornalistico, quando scrive, infatti fino a “ieri” era relegato (mi si perdoni il termine) a parlare dei “giovani” e stop.
    Mi ha colpito una parte precisa dell’articolo, questa:
    «E conosciamo i giocatori, i dirigenti, ci parliamo anche fuori dai luoghi e dai momenti canonici delle interviste e dei dopo gara. E forse questo a volte ci condiziona all’indulgenza ed al perdono. Siamo umani, nonostante tutto. Ma non si dubiti mai della nostra buona fede e della nostra onestà intellettuale».
    E’ difficile prendere una posizione al riguardo.
    Però per Voi, non so fino a che punto, in ogni caso si tratta di “lavoro”, che va compiuto nel migliore dei modi. Anche perché solo al lavoro bene fatto conseguono riconoscimenti, anche economici. E quando si mette su questo piano, credo che la professionalità debba in ogni caso, sempre e comunque, prendere il sopravvento. Per correttezza nei confronti di chi Vi legge.
    Difendere Martusciello (o chi per lui), solo perché Vs. amico, conoscente, e per questo non recepire le (giuste) lamentele dell’ambiente ha fatto del male all’Empoli, ma anche a Voi di PE, e questo al di là della Vs. (comprensibile) umanità ed indulgenza.
    Non dico che sia facile, dico solo che sia possibile, ma soprattutto doveroso: d’altra parte, questo è il mestiere che Vi siete scelti, nessuno Vi obbliga a fare quello che fate o ad essere giornalisti. Ed in questo contesto, perché dovreste essere onesti con i Vs. amici e non con i Vs. lettori?

  18. …mai mi son sentito avulso da tutto ciò che richiama l’Empoli come ora. Leggo in ‘sti giorni di ds, allenatori, giocatori…….boh, io penso solo a questa retrocessione “indotta”. Venire sconfitti da elementi “esterni” si mette in conto, quando ad accoltellarti sono i “tuoi” è desolante. “Capetto”……questa non te la perdonerò mai.

  19. complete boycott della struttura corsi fino a rimozione del batterio che ha causato l’infezione

    creazione azionariato popolare con pacchetto di maggioranaza relativa detenuto dall’autorita locale

  20. Vediamo ora quale percorso vorrà prendere la società. Credo che la nomina del DG e del Mister ci faranno capire tante cose.
    Speriamo bene….

  21. Finalmente un bell’articolo, tra l’altro scritto (finalmente, non è poco) in un italiano fluente. Ora mi aspetto che Fioravanti, che oltre che uomo colto e intelligente è anche buon intenditore di calcio, non si tiri indietro quando si tratterà di commentare il mercato…

  22. Complimenti per l’articolo Fioravanti,rispecchia il modo di pensare di noi tifosi.
    Quando l’Empoli non si comporta da Empoli il giochino si rompe.

  23. Ho letto due volte il pezzo, non ci credevo, PE si è svegliata ci voleva questo direttore evidentemente, quello che fa la radio pisana lecca lecca lecca lecca… Ora mi garbate !!!!

  24. Non condivido quel che il direttore ha scritto sui giocatori che, secondo lui, dovevano maturare. Dioussé in quel ruolo lì, pronosticatogli da Sarri e che Giampaolo in un primo tempo aveva confermato, non ci può stare e quindi nemmeno crescere. Mauri, con il fisico che si ritrova, oltre alla scarsa personalità, è difficile che potesse sostituirlo. Buchel, quando finalmente l’allenatore aveva cominciato ad impiegarlo, è “cascato in terra”!
    Di Marco era “chiuso” da Pascal che, secondo me, è stato l’unico acquisto azzeccato. E all’attacco il prestito ricevuto è stato nientepopodimeno che Thiam, c’era davvero da aspettarsi una sua maturazione?
    Per il resto invece l’articolo mi è piaciuto e soprattutto mi è sembrato molto poetico. Quindi grazie, comunque.

  25. Articolo bello e condivisibile. Spero che rappresenti l’ufficializzazione di un cambio di rotta di PE: da voi ci aspettiamo maggiore obiettività nelle analisi e nei giudizi rispetto a quanto letto fino al recente passato.

  26. Tante belle parole alcune condivisibili ma mi gira ancora il c…o essere retrocessi con quel Dem…e in panchina e con una societa’ che mi fa finire l’ anno con pucciarelli, thiam e marilungo che non farebbero gol neanche al tuttocuoio. Roba da maiali. In un annata dove era quasi impossibile retrocedere noi ci siamo riusciti. Speriamo di ingoiare questo rospo ma attenzione che adesso nessuno perdonerà niente e si rischia un effetto devestante qualora le cose non si mettino bene ad inizio campionato.

  27. S’ha voglia di scrivere paginate, io non mi commuovo, l’hanno fatta troppo sudicia, senza tener conto dei sentimenti dei tifosi, anzi prendendoci per imbecilli.
    Adesso capisco anche gli svenimenti, i mal di schiena, i giramenti del Puccia , ed anche gli allenamenti da 50 minuti !

  28. Purtroppo non c’e` piu` sordo di chi non vuole ascoltare. Se lo slogan e` “we are family” allora ci deve eeesre modo per discutere le cose e bisogna avere la capacita` e l’umilta` di ascoltare. L’unica speranza e` che per la societa`sia stato solo un momento di distrazione e non una condizione acquisita di “delirio di onnipotenza” (anche in questo caso non so chi e` che ha perso la dimensione Empoli!) come purtroppo potrebbe venire da pensare. Ci vuole tanto tempo a costruire e pochissimo a distruggere tutto!

  29. Complimenti Fioravanti. Analisi bella e centrata. Propongo il punto di Fioravanti il prossimo anno, perché Marinai in questo si è giocato la faccia, anche se, forse, solo lui non lo pensa.

  30. Fabrizio che dire…mi hai fatto commuovere…hai perfettamente centrato il bersaglio!! E io vorrei aggiungere un’altra cosa….TORNIAMO AL NOSTRO VECCHIO SIMBOLO CON LA COLLEGIATA…Rappresenta la Nostra Città, I Nostri colori e i nostri Valori, il Nostro Orgoglio di essere Empolesi, Il Nostro piccolo Grande Empoli che abbiamo sempre amato! Quando vedo questo nuovo logo…non lo sento prorio mio…non mi rappresenta

  31. Sarebbe stato davvero un bell’articolo, se per una volta fossero state dette e scritte le cose per come stanno veramente!
    Perché girarci intorno e usare perifrasi? Perché non fare nomi ma sottintenderli?
    È un po’ come lanciare il sasso e poi nascondere la mano!
    Chi è la persona lontana da Monteboro che ha pesato troppo nelle scelte della società? Lo possiamo dire? È colui che ha portato Gilardino e l’attuale responsabile del settore giovanile (che quest’anno non ha brillato)?
    Chi ha deciso il cambio del logo?
    Chi ha deciso l’esoso aumento dei prezzi dell’abbonamento?
    Possiamo dire chiaramente che Martusciello si è dimostrato inadeguato sia come tecnico (la squadra ha giocato male, spesso è apparsa demotivata e tanti giocatori con lui si sono involuti), sia come persona, ma nonostante tutto è stato misteriosamente lasciato al suo posto?!?
    Perché non dire chiaramente che gli infortuni di Levan hanno destato molte perplessità e che l’errore di Maccarone a Palermo sembra davvero sospetto…
    Vedi Fabrizio so che da giornalista, fai fatica a dire certe cose, perché significherebbe rompere definitivamente con la società! Ma guarda come siete stati trattati voi di PE: usati fino a quando ha fatto comodo e poi fatti fuori! In più di un’occasione….
    E allora diciamola la verità, senza censure, senza timori reverenziali: si qualcosa è cambiato! I tifosi non sono arrabbiati… Anzi sono incaxxati neri! Non per la retrocessione, ma per il tradimento che essa ha comportato! Perché sono stati presi in giro! Ci hanno costretto a fare dei sacrifici per sostenere i costi degli aumenti degli abbonamenti e poi ci hanno propinato uno spettacolo indecoroso, culminato con una “retrocessione assistita”! Fregandosene della nostra passione, di quella dei nostri figli e senza nemmeno avere la decenza di dire la verità o di chiedere scusa.
    In fondo fare il giornalista, significa non solo riportare le notizie o scrivere in un italiano decente (finalmente), ma anche ricercare la verità è metterla al centro dell’informazione, costi quel che costi!

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