Il difensore e capitano azzurro, Sebastiano Luperto, ha rilasciato un intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della sua carriera e della sua esperienza in azzurro.

“Ho lavorato con Benitez, Sarri e Ancelotti, da tutti ho imparato. Benitez un maestro si rapportava molto con i giovani, Sarri è la perfezione, maniacale, ti spiega. Ancelotti, col quale ho debuttato in Champions, ha un’esperienza dimostrata dalla sua grande carriera. Spalletti l’ho sfiorato in preparazione”

Ma a Napoli non è decollato…
“Ero giovane, forse non ero concentrato come adesso. Oggi affronterei quella situazione in maniera più consapevole. Per un difensore la concentrazione e la lettura delle marcature preventive è fondamentale. Sono maturato. Ho imparato tanto da Albiol in questo senso. Uno di cui si è parlato meno, ma un grandissimo. Come Koulibaly. Ci scriviamo ancora. Ho giocato con gente fortissima, se penso a Higuain e Zielinski”.

Oggi, invece, la sua isola felice è Empoli. Che non è mondana ma l’ha fatta esplodere….

“E’ la terza stagione di fila. Venivo da Crotone dove non sono stato benissimo. Qui ero già stato quando vincemmo la B. Un anno straordinario proprio con Andreazzoli. Ti divertivi perchè vincevi tanto. Empoli è una città tranquilla e si lavora nel migliore dei modi, con una società attenta.”

Cosa vi ha dato Andreazzoli e cosa è mancato con Zanetti?

“Con Zanetti abbiamo vissuto una bella stagione, chiusa con la salvezza. Forse quest’anno non siamo riusciti a seguirlo. Io lo ringrazierò sempre. Andreazzoli ha un metodo preciso, se lo segui ottieni i risultati. Stavolta salvarsi sarà più dura, la concorrenza è forte. Credo che la spunterà chi sarà più aggressivo. L’aggressività è la componente fondamentale per chi lotta per sopravvivere.”

Lunedì c’è il derby con la Fiorentina.

“E’ una partita più che un derby. Loro sono forti, hanno individualità e gran palleggio. Ma noi siamo concentrati.”

Non avrete Baldanzi al top….

“E’ il primo che potrebbe spiccare il volo tra i nostri giovani. Talento puro. Deve soltanto non accomodarsi. Poi ci sono tanti ragazzi forti, qui ci sanno lavorare, sanno fare calcio.”

E’ stata una settimana tormentata per voi calciatori. Lei, che è nell’ambiente da anni, cosa pensa dei ragazzi che genera brutti pensieri e abitudini?

“La sensazione è stata di stupore. Ne abbiamo parlato in spogliatoio, certo. Sta tutto nel carattere. Dobbiamo pensare che c’è in ballo il nostro futuro. Io ho smesso anche di giocare alla play. Il problema non è la camera singola o doppia in ritiro. Si può fare gruppo ugualmente. E noi più esperti qualche parolina ai più giovani la diciamo. Se non corri rischi stai sicuro che non cadi.”

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11 Commenti

  1. Forza Luperto, che sei bravo e proteggi bene la difesa. Da quando c’è Andreazzoli hai ripreso a giocare meglio e tutti te ne siamo grati. La Fiorentina è un osso duro. Voi fate la vsotra partita mettendocela tutta e poi se vincono loro pazienza! L’importante è giocare al massimo.

  2. Quindi Zanetti non lo seguivano più……e ci credo…..anticalcio e inappropriato il tempo dirà e sancirà quanto scarso sia

  3. Il gioco del calcio si può interpretare in vari modi, ma sempre con l’intento di sopraffare l’avversario e per farlo devi sempre segnare un goal in più dell’avversario, ma se ogni volta più che cercare tutto ciò, ti adatti solamente all’avversario (questo accadeva con Zanetti) , non darai mai sfogo a quello che potevi dare di più per far tua la partita. È un pò come entrare sul ring, sperando di trovare il ko che metta a terra l’avversario, ma dando l’iniziativa all’avversario. A volte succede che ti gonfiano di botte, non riesci a metterlo a terra e perdi l’incontro. Insomma, valore a parte dei giocatori, con Zanetti nessuno dava sfogo alla sua bravura in maniera completa, con il nonno accade l’esatto contrario. Certo devi giocare anche con tutti gli accorgimenti del caso, ma mai togliere determinate caratteristiche ai giocatori. Poi magari ne prendi 3 a Bologna, ma preferisco giocarmela a viso aperto, invece di subire meno senza tirare mai in porta e poi magari perdere solo per 1-0.

  4. Prima cosa l’umiltà. Seconda non essere sbruffoni. Terza portare in campo i concetti e gli schemi preparati in allenamento. Quarto shakerare il tutto e vedere cosa viene fuori.

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