Probabilmente, almeno una volta nella vita, vi sarete chiesti di che materiale erano fatti i primi palloni della storia. Nel calcio per così dire primordiale, ancora non regolamentato dalla International Football Association Board, venivano utilizzate le vesciche di maiale. Le quali venivano gonfiate e chiuse all’estremità con dell’argilla, prima di essere ricoperte dal cuoio. Il problema principale era che questi palloni non erano sempre rotondi ma assumevano ogni volta una forma diversa. Ed erano particolarmente fragili, per cui durante una partita, a causa dei calci o anche dei fenomeni atmosferici, potevano bucarsi, sgonfiarsi o inzupparsi d’acqua e appesantirsi.

Uno dei primi produttori di palloni fu Richard Lindon, un bottegaio della città di Rugby (e dove sennò!, ndr) che si occupava della lavorazione del cuoio. Insieme alla moglie Rebecca (che aveva il compito di gonfiare, a bocca, i palloni) decise di specializzarsi e aprire un negozio in Lawrence Sheriff Street. Fu una gran bell’idea, le richieste erano sempre maggiori e gli affari furono subito floridi. Accadde però che dopo qualche tempo Rebecca si ammalò di una malattia polmonare, probabilmente a causa di alcune vesciche di maiali infetti, e morì. Questa tragedia colpì molto Lindon, che si impegnò per cercare metodo alternativo, più salutare, per costruire i suoi amati palloni.

Lindon trovò la soluzione che faceva al caso suo. Al Great Exhibition di Londra del 1851 presentò il suo nuovo pallone, realizzato in gomma indiana. Il materiale, più resistente della vescica suina, era costruito con un materiale durevole. E permetteva così uno spettacolo migliore. Essendo troppo duro per essere gonfiato a bocca, Lindon aveva utilizzato il principio della vulcanizzazione, un sistema precedentemente scoperto da un inventore americano, Charles Goodyear: questi aveva realizzato che l’aggiunta di poche percentuali di zolfo al lattice dell’albero della gomma seguito da riscaldamento, rendeva la gomma più resistente ai solventi e più elastica.

I palloni, essendo più duri, erano difficili da gonfiare a bocca. Per questo motivo era prevista una camera d’aria all’interno, che doveva essere gonfiata attraverso una siringa d’ottone, che Lindon aveva concepito prendendo spunto da quella di vetro, normalmente utilizzata in medicina. Naturalmente si trattava ancora di una versione embrionale. Quando nel 1872 le prime regole ufficiali del football vennero messe nero su bianco, l’IFAB decise che il pallone avrebbe dovuto essere sferico e misurare dai 27 ai 28 pollici (da 68.8 a 71.1 cm). Misure che sono valide anche oggi.

Nel 1888, a un anno dalla scomparsa di Richard Lindon, in occasione della prima Football League, la Federazione diede mandato a due aziende (Mitre e Tomlinson’s di Glasgow) di realizzare i palloni. I primi veri palloni del calcio professionistico.

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Articolo da la rubrica “I pionieri del calcio” – www.mondosportivo.it

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

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