(Chi è Giovanni Toschi? – da wikipedia)

Giovanni Toschi (Porcari, 11 aprile 1945) è un calciatore italiano, di ruolo ala. Attaccante minuscolo, tant’è vero che verrà soprannominato Topolino nel corso della sua carriera calcistica, si fa apprezzare inizialmente nella Lucchese, in serie D, dove nel 19661967 realizza 10 reti in 31 partite meritandosi la convocazione nella rappresentativa toscana.

Nell’estate successiva viene acquistato dalla Reggina, in serie B. In tre stagioni con la squadra calabrese realizza 20 reti in 106 gare, tra cui l’unico gol di testa della sua carriera.

Nella stagione 1970-71 passa al Mantova, con 38 presenze ed 11 reti sempre in B, conquistando la promozione in massima serie. Viene quindi ingaggiato dal Torino nell’estate del 1971, in serie A.

Già alla prima giornata, proprio contro la sua ex squadra, Toschi realizza la rete decisiva, quella del 2-1 per i granata. Saranno 3 le reti complessive, 30 presenze, sino al giugno del 1973 quando si trasferisce al Cesena, sempre in A. 43 presenze e 4 gol coi romagnoli e poi il trasferimento al Foggia nella stagione 1975-1976. Con i rossoneri, 27 presenze e 2 reti, riconquista la Serie A ma a novembre viene ceduto al Novara, dove resta per due stagioni: 42 presenze e 5 reti, senconda stagione in C. A trentatré anni l’ultima esperienza tra i professionisti al Viareggio, serie C2, prima di chiudere con la squadra del suo paese, il Porcari, a 38 anni.

Il gol che è rimasto nella memoria dei tifosi del Torino è quello che Topolino realizzò contro il Napoli, venticinquesima giornata del campionato 1971-72. Sullo 0-0, al 90°, si infilò in un dismpegno tra Zurlini ed il portiere avversario Trevisan e, seppur ostacolato, riuscì da terra a spedire il pallone in rete.

 


 

Giovanni Toschi è stato ospite di Radio Bruno e PianetaEmpoli.it in occasione del match casalingo Empoli-Cittadella e ha seguito la sfida degli azzurri nella postazione radio-web del Carlo Castellani.

 

Giovanni sappiamo che nutri molta simpatia nei confronti della squadra azzurra e, anche se non sei mai stato un calciatore azzurro, spesso segui le gesta dell’Empoli.

“E’ una squadra ed una società che mi sta molto a cuore. E’ vero con questa maglia non ci ho mai giocato e credo proprio di poter dire che se tornassi indietro mi piacerebbe indossarla. Ad Empoli si vive il calcio vero, si crede nei giovani e la società azzurra ricopre una fetta importante della storia del calcio italiano. Materialmente non è mai stato vinto uno scudetto… in realtà per quello che ha saputo fare e sta tuttora facendo questa società di scudetti nei ha vinti almeno venti. Ad Empoli gli sportivi si intendono veramente di calcio, e la società è composta da veri professionisti del pallone”.

 

Che partita hai visto oggi?

“Una gara emozionante; sette reti in novanta minuti non si vedono tutti i fine settimana. E’ vero l’Empoli, soprattutto in difesa, ha concesso un pò troppo, tuttavia bisogna considerare che Campilongo ancora non ha tolto il cartello dei lavori in corso, ma si vede già la mano del tecnico e sono convinto, conoscendolo, che a fine stagione il suo lavoro risulterà ottimo”.

 

Ma dove potrà arrivare quest’Empoli?

“Lontano, ve lo dico io. Andrà molto lontano. Ripeto Campilongo è un ottimo allenatore. Quando giocava al calcio era un ragazzo di temperamento, e questa sua particolarità la sta trasmettendo alla sua squadra. Le sue squadre giocano sempre un buon calcio e sono sicuro che gli sportivi empolesi si divertiranno.

Se trova l’equilibrio nel reparto difensivo… (sorride e affonda) l’Empoli andrà in Serie A”.

 

Dopo il triplice fischio finale, mentre scendevi le scalette, stavi commentando la prestazione di qualche calciatore azzurro con il collega di Radio Bruno Gabriele Guastella. Possiamo sapere qualcosa?

“Nessun segreto (ride). Stavo facendo i complimenti a Edèr. Che giocatore fantastico che è questo brasiliano. Non lo avevo mai visto giocare, sapevo che il Torino lo stava inseguendo, adesso capisco il perchè. In serie B un giocatore come lui fa il vuoto. Anzi direi proprio che farebbe la differenza perfino in serie A… e poi mi piace molto Valdifiori, che secondo me ha ampi margini di miglioramento. Farà strada. Infine Vannucchi. Quando è in giornata con le buone non lo prendi mai. Nel suo ruolo giocatori italiani che sanno accarezzare il pallone come lui ce ne sono pochi davvero… credetemi”.

 

M. S.

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