Emílson Sánchez Cribari nasce a Cambarà (il 6 marzo 1980), nella parte meridionale del Brasile, dove gioca nella squadra locale del Londrina. Arriva a Empoli nella stagione 1998/99 (viene aggregato alla squadra Primavera) sulla scia dell’acquisto del fratello Fabio Eduardo , soprannominato Binho, difensore-centrocampista classe 1975 acquistato l’anno prima dall’Empoli nella stagione del suo ritorno in Serie A con Spalletti. Nella Primavera allora allenata da Ezio Gelain vince il primo (e per ora unico) scudetto della Categoria conquistato dall’Empoli FC. L’anno successivo la “Primavera” viene affidata a Luca Cecconi e con l’ex azzurro Cribari conquista la “52° Coppa Carnevale” (Il Torneo di Viareggio).

Nel 2000/2001 viene promosso in prima squadra. Esordisce tra i professionisti in gara ufficiale il 22 agosto 1999 subentrando a Bianconi al 68’ alla 3° giornata del 1° turno di Coppa Italia: Empoli – Lumezzane 2 – 0. Giocherà invece da titolare alla 4° giornata il il 25 agosto 1999 Lumezzane – Empoli ed ancora alla 5a giornata 1 settembre 1999 Empoli – Monza 1-0. In entrambe le gare verrà impiegato insieme al fratello Binho. La stagione 1999/2000 la prima squadra è in Serie B ed il debutto in Campionato di Serie B per Cribari avviene il 5 settembre 1999 (2° giornata, Savoia – Empoli 1- 0) subentrando a Mirri al 62’. Sarà questa l’ultima gara nella quale i due fratelli giocheranno insieme (28 minuti) in maglia azzurra. Con gli azzurri rimane rimane fino alla Stagione 2003/2004 al termine della quale fu ceduto all’Udinese.

Ciao Emilson, come stai? Torniamo al tuo approdo in azzurro: quanto ha inciso la presenza di tuo fratello?

Mio fratello per me è stato sempre un eroe, è stato un esempio, ho guardato lui dal basso. Il destino ha voluto che mi aprisse le strade ad Empoli. Mi ricordo un programma sportivo su Antenna 5, nel 1998 partecipando ad una trasmissione rispondendo ad una domanda quale fosse un giovane interessante per l’Empoli mi citò. Suscitando l’interesse di Fabrizio Lucchesi e di Fabrizio Corsi. Così ad aprile 1998 venni in Italia, mi misero in prova e le cose andarono bene. Ezio Gelain, persona molto importante che non finirò mai di ringraziare dette il suo assenso, così iniziò la mia avventura ad Empoli”.

Sei uno dei sei giocatori (insieme a Bonatti, Fusi, Tommei, Tancik e Volpe) nella storia dell Primavera Azzurra ad avere vinto uno scudetto ed il Torneo di Viareggio. Qualche ricordo?

Quando racconto quei momenti con la Primavera, essendo credente penso sia stata una benedizione. Due trofei che mi rendono orgoglioso, gli anni da giovane sono i più belli, perchè non hai il peso, la vivi intensamente. La vittoria di Lignano e Torneo di Viareggio sono ricordi bellissimi. Voglio ricordare gli allenatori Ezio Gelain e Luca Cecconi, tutto lo staff, in particolare Mario Menconi, Lido Mancini mi hanno aiutato molto in quel periodo. Tutti i ragazzi, abbiamo un gruppo whatsapp, ci sentiamo ogni giorno”.

Nel 2003 in una gara ad Udine, dopo un tuo errore molti si ricordano le tue lacrime: cosa ti ricordi di quell’episodio?

Mi ricordo bene le lacrime di Udine, in pochi mesi c’è stata la promozione in serie A, in quel periodo la massima serie era la più importante del mondo, ricca di campioni. Nel giro di poco tempo ero diventato un giocatore da 20 milioni di euro, uno dei giocatori più promettenti. Vivevo e vivo ancora adesso molto male gli errori, in seguito di un errore scoppiai in lacrime, un sentimento genuino di un ragazzo che teneva molto alla società, permettendo di diventare uomo. Per me è stata una lezione di vita, perché quel gesto poteva essere interpretato male com’è successo. Persone più esperte mi hanno consigliato di tenermi per me certe emozioni, e di esternarle nello spogliatoio o in camera mia”.

C’è un giocatore nella tua esperienza ad Empoli con cui sei rimasto particolarmente legato?

Dei compagni nei potrei dire tanti, mi hai chiesto uno quindi sono obbligato a fare quello di Simone Del Nero, abbiamo diviso casa ad Empoli, un amico vero, ci siamo trovati anche alla Lazio vivendo l’esperienza della Chiampion’s league. Lo sento ancora adesso, lo porterò per sempre nel mio cuore”.

La tua carriera si è chiusa con l’esperienza ai Rangers Glasgow, com’è stata l’avventura in terra scozzese?

E’ stata una bellissima sorpresa, campionato con poca visibilità ma difficile. Fisico ed intenso, l’ho vissuta bene, non c’è pressione e i ritiri. Gli interventi in scivolata sono festeggiati come un gol. Gli stadi vengono riempiti indipendentemente dalla categoria in cui giochi. C’è un allenamento al giorno, hai molto tempo per la famiglia. Ho dato il contributo ad un club molto importante alla rinascita, non so se tutti sanno ma i Rangers Glasgow è la squadra con più titoli al mondo”.

Adesso qual è la tua attività attuale?

Da quattro anni mi occupo di una scuola calcio, a Londrina in Brasile. Abbiamo quasi 300 ragazzi dai 4 ai 15 anni, stiamo facendo un lavoro che sta diventando un punto di riferimento per la regione. Sto cercando di mettere tutto quello che ho imparato in Italia, la professionalità e l’organizzazione. Penso che il calcio è molto più di uno sport, educazione, salute, condividere con amici, saper vincere e perdere, il gruppo è più importante del singolo. E’ un progetto sociale, attendiamo ragazzi in condizioni di povertà, ad altri in condizione migliore, è un lavoro che mi rende molto felice. Voglio crescere ancora molto ed accogliere sempre più ragazzi“.

Un saluto ad Empoli dal Brasile…

Empoli ha rappresentato un pezzo importante della mia carriera al quale sarò sempre grato, seguo con molta attenzione io e la mia famiglia. Spero che torni in serie A, e possa continuare ad essere modello per tutta Europa, possa permettere a molti giovani di crescere e calcare importanti palcoscenici come avvenuto con me”.

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11 Commenti

  1. Grandissimo Centrale. Uno dei miei preferiti con la maglia azzurra! È stato.il primo a cui ho stretto la mano fuori dal campo!! Un grande saluto Emilson

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