L’ex azzurro Tommaso Baldanzi, ora alla Roma, ha rilasciato un intervista ieri a Cronache di Spogliatoio dove ha parlato anche della sua crescita a Empoli.
Lei è cresciuto in un vivaio come quello dell’Empoli.
“Noi ci scherziamo, ma il vivaio di Empoli è come un forno: ogni anno escono ragazzi fortissimi. Anche lì, non so quale sia la pillola giusta, ma il lavoro che fanno con il settore giovanile è incredibile. Ci sono persone, anche anziane, che curano tutto in maniera maniacale e il presidente Corsi è fantastico per questi aspetti. Empoli è una piazza perfetta per un giovane: ti danno la possibilità di crescere, di sbagliare. Altrove sarebbe molto più difficile emergere e alla lunga potrebbe penalizzarti. È stato un onore crescere in quel vivaio: mi hanno insegnato a stare al mondo. Sono stati 13 anni di pura gioia. Alcuni sono stati come dei secondi padri per me, li ringrazierò per sempre”.
Che ricordo ha di quegli anni?
“A Empoli mi chiamavano “il Piccolo Buddha”. Era un soprannome che mi aveva dato mister Buscé in Primavera. Non sono mai riuscito a darmi una spiegazione. Me lo continuo a chiedere anch’io. In realtà, un motivo c’è, ma non l’ho mai capito. Con il mister ho avuto sempre un rapporto bellissimo, ci sentiamo ancora molto spesso. Insieme abbiamo vinto due Scudetti: il primo con l’U16. Ricordo ancora un suo discorso: “Tommy, devi credere di più in te e nei tuoi mezzi perché sei veramente forte”. Da lì, sono esploso, quelle parole mi hanno aiutato molto. E poi anche con la Primavera dove ho fatto in finale una doppietta all’Atalanta: si è chiuso un ciclo. Era un gruppo bellissimo, molto unito. Ci divertivamo davvero tanto. Nessuno avrebbe mai scommesso un euro su di noi, è stata una cavalcata stupenda. È stato bello finire in quel modo, prima che ognuno prendesse la sua strada. A Empoli condividevo la stanza con Asllani: abbiamo un bellissimo rapporto, ci sentiamo spesso, ma ancora non gli ho scritto per la finale di Champions. Non volevo rompergli. Gli voglio davvero bene, ma aveva un grande difetto: non sentiva le sveglie. Le fissava un’ora e mezza prima, così un giorno non ce l’ho fatta più e gli ho detto: “Fermati, fermati! Le metto io e ti chiamo”. Me lo ricordo ancora”.
Che ricordo ha di quel gol all’Inter con la maglia numero 35?
“Quando ho segnato a San Siro contro l’Inter non ci ho capito davvero più niente. Fare gol in uno stadio del genere è il sogno di ogni ragazzino. E poi non ha prezzo: quel gol ci ha fatto vincere la partita avvicinandoci al nostro obiettivo. La maglia numero 35? Ci sono molto legato adesso, ma all’inizio non c’era un vero e proprio motivo. Ero con i magazzinieri dell’Empoli, dovevamo sbrigarci e scegliere velocemente il numero perché dovevo andare in panchina. C’erano il 32, il 33 e il 35. Ero indeciso: “Non lo so, boh”. E uno di loro: “Dai, metto il 35”. L’anno dopo, quando ero in pianta stabile in prima squadra, gli ho detto: “Eh ormai avete deciso, mettete il 35”. C’era libero anche il 10, il mio numero preferito da bambino, ma ero sicuro: “No, abbiamo deciso il 35. Andiamo avanti con quello”. E quindi a Roma è venuto da sé prenderlo”.
Bella intervista. Bravo Tommaso!
Bella intervista, noi siamo legati a lui, lui a noi.
Peccato che i procuratori pressino sempre forzando la natura delle cose sciupando sempre il bello dello sport e della vita.
Lo hanno quasi fatto scappare in fretta da Empoli pompando la situazione: in un anno, ha fatto due partite da titolare e dieci da subentrato, a rischio di bruciarsi.
Stesso discorso x Fazzini. Chi di noi ha gradito quanto successo a gennaio? Probabilmente ci saremmo salvati senza quelle diatribe. Però a mente fredda vedi un ragazzo che dà tutto, trascina fino al 98° tutti con gol assist e impegno. Allora mi chiedo, è lui o sono i procuratori che ci sono dietro? Ovviamente i secondi, veri disturbatori e distruttori del calcio.
Aggiungo a quanto scritto da Andrea: il procuratore di Fazzini è lo stesso di Goglichidze…
La situazione che si è creata a Gennaio durante il mercato invernale (con entrambi i giocatori), ha creato un danno nell’ottica di questa stagione all’Empoli, bloccando le vendite e non permettendo, di conseguenza, di fare mercato in entrata.
Infatti come ho ribadito varie volte, non me la sono mai presa con i giocatori (un ragazzo di 20 anni è facilmente influenzabile), ma qualcuno li ha consigliati molto male, e ha fatto un danno sia alla società, che ai giocatori stessi…
Ricci
Baldanzi
Asllani
Fazzini
Chi farà più carriera? Al momento sono tutti nazionali
Ecco perché andiamo poco lontano con la nazionale l unico forse ma anche lì non lo darei per certo potrebbe essere Fazzini
Grande Tommy
Bella intervista, queste sono cose che fanno enormemente piacere, grazie Tommy.
Grazie Tommaso !
Bravo Tommaso le tue parole fanno bene achi crede nei valori solidi di una società come l empolli e nei grandi meriti del suo presidente.buona fortuna e ci vediamo sullo scoglio.martina