a cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: Curva Nord Livorno 1915

Gruppi/compagnie esistenti: Livorno 1915, Brigata Toffee, Facce Giovani Vecchi Valori, Quartieri Nord 1915, Livorno e basta, Vecchi Compagni 2002, Banditi Marinai 1915, Birra e Basette, Via Bengasi, Primo Gradone, Milano Amaranto Yannick.

Politica: Nettamente di sinistra           

Settore: Curva Nord, tranne i “Livorno 1915” nei distinti.

Gemellaggi/amicizie: Marsiglia: legame forte, essenzialmente con il “Commando Ultrà Marseille”. E’ nato quando la Nord, ai tempi delle B.a.l., andava forte e di moda, e un ragazzo tifoso del Marsiglia che sta in Lussemburgo, chiese se poteva venire a vedere una partita in mezzo ai livornesi, ed avrebbe portato uno del Commando. La risposta ovviamente fu positiva. Quella partita, Pisa-Livorno del 1999 fu folgorante e da lì nacque la forte amicizia coi francesi. Striscione del “Commando Ultrà Marseille” esposto in Prato-Livorno del settembre ’17. –Aek Atene: legame molto forte e solido. In Sturm Graz-Aek Atene di Europa League, del 14 dicembre 2011, i tifosi greci hanno esposto la scritta, in italiano, “Pisa merda”, e uno stendardo livornese. Grazie ai marsigliesi, che erano in contatto coi greci, in occasione di un Monaco-Aek Atene di Coppa invitarono i livornesi ad andare con loro perché gemellati. Da lì nacque il rapporto e, qualche mese dopo, i toscani andarono a vedere Olimpiakos-Aek Atene, rimasero impressionati e fu così ufficializzata l’amicizia, che si è sviluppata come una vera fratellanza, suggellata da tanti momenti belli e difficili vissuti insieme. Un gemellaggio che trova le sue radici anche nella traccia ideologica antifascista e antirazzista di cui Livorno è stata sempre baluardo, ma che è anche di più. Gli stendardi dell’Aek Atene sono spesso presenti all’Ardenza. Virtus Vecomp Verona: presenti spesso in curva Nord in passato i “Virtus Fans”, gruppo scioltosi alcuni anni fa. I tifosi della Virtus Vecomp Verona, militante in Serie C girone B, rappresentano l’altra faccia di Verona, antirazzista e antifascista. Difficile capire come possano convivere i due estremi a Verona, facile invece capire perché quasi subito sia scattato il feeling con la tifoseria amaranto. –Celtic: legame piuttosto recente con gli scozzesi, presenti a Monza nel novembre 2017 con tanto di pezza “Bhoys Celtic”.

Buoni rapporti: –Ternana: i primi anni erano scontri pesanti, poi era nata un’amicizia. Bisogna dire che l’astio era nato per stupidaggini, soprattutto per l’immaturità dei livornesi, nel primo incontro, di capire che erano molto simili a loro e che l’amicizia ci poteva stare. Poi soggetti “strani” nella curva ternana opposta a quella dei “Freak Brothers” presero la palla al balzo per creare astio. Si arrivò a una rivalità accesa ma quasi insensata. Vi furono scontri anche duri, sia in campionato che in Coppa Italia, ma anche in quei momenti ci si rispettava reciprocamente. Quando gli umbri invitarono i livornesi al primo Raduno Antirazzista, questi erano titubanti per il passato, ma attratti dalla bella iniziativa, a pochi giorni dal G8 di Genova, per cui un concetto di relazionarsi tra compagni fece finalmente breccia. I livornesi andarono con due furgoni molto “seri”, a scanso di equivoci, addirittura con le aste, ma rimasero folgorati, scoprirono quanto erano simili, passando presto dal guardarsi in cagnesco a bere insieme e scoprire di avete tante cose in comune. Nacque un certo feeling, nonostante esponenti di entrambe le tifoserie fossero stati diffidati proprio per un Livorno-Ternana. Siccome il messaggio lanciato da Resistenza Ultras doveva partire da un esempio, fu portato da quel feeling nato al R.a.i. A Livorno comunque a tanti la cosa non piacque, ma si resero poi conto, quando tra le due tifoserie si riuscì a stare insieme, nel bene e nel male, dai raduni ai match contro, ai funerali di amici, che si sbagliavano. Dalle scazzottate si passò quindi, come spesso accade, a una bella amicizia. Adesso i rapporti sono quasi d’indifferenza. Chi dei ternani aderì al progetto di Resistenza Ultras, promosso dalle “B.a.l.”, non era a Bergamo ai funerali di Morosini nel 2012, quindi non è stato rinnovato il rapporto, ma comunque resta il rispetto. –Atalanta: rapporto di reciproca stima, rinsaldato quando una delegazione di livornesi andò a Bergamo per i funerali di Morosini, ricevendo una buona accoglienza. –Genoa: si conoscevano e si rispettavano già dal raduno di Terni e, anche in altre occasioni, tipo manifestazioni, si sono aiutati e coadiuvati. Una volta si trovarono a cena insieme e nacque rispetto e amicizia personale coi genoani più vecchi. Successe poi che i pisani, allora loro gemellati, si presentarono a Livorno per far casino, ma loro non ne volevano fare, quindi ruppero il rapporto. –Cosenza: buon rapporto grazie a uguali vedute politiche e al fatto che sono amici dei ternani. –St.Pauli: ai tifosi di questa seconda squadra di Amburgo, militante nella Serie B tedesca, li legano affinità soprattutto politiche. –Pescara: buoni rapporti, rispetto reciproco, vedi sotto. –Empoli: buoni rapporti per affinità politiche, anche se a Livorno per la finale Playoff 2013 ci furono delle incomprensioni.

Ex-gemellaggi: –Fiorentina: l’amicizia coi viola nasce prima delle “B.a.l.”, sul finire degli anni ’90. Molti livornesi erano amici di quelli della curva Marione (es.”Viola Korps”) e col “Settebello”. In una partita di Coppa Italia addirittura lo striscione “Fedayn” livornese andò in Fiesole. Tante amicizie rimangono ancora oggi. Poi, con la nascita delle “B.a.l.”, il tutto venne ufficializzato quando furono invitati a cena dal “Collettivo Autonomo Viola”. La rottura non è arrivata, come molti pensano, per il gemellaggio viola-veronesi, ma per altri motivi che entrano nel personale. In un Fiorentina-Milan loro fecero “servizio d’ordine”, con 70 livornesi e 30 veronesi circa. I fiorentini andarono a Livorno, all’incirca a metà anni 2000 proponendo di rinsaldare il gemellaggio dopo alcuni problemi e un anno e mezzo di silenzio, ma i labronici decisero di non continuare il rapporto, che sarebbe ripartito dalla semplice amicizia, che con tanti di loro era sincera e con altri no. I livornesi sapevano già che una frangia avrebbe voluto rompere il rapporto, ma tanti viola, compresa tanta gente “normale”, che, ignara, venne “sciolta” e convinta di essere in una città amica, ma si trovò in difficoltà. Alcuni erano in Curva Nord pacificamente e scoprirono così dal nulla che si rompeva il gemellaggio, per cui, per coerenza si decise di lasciare in pace gli ignari della situazione. Dai capi fu chiesto di rispettare tutti, famiglie in primis. Quando fu presa la decisione dai labronici di non proseguire il gemellaggio, a seguito di problemi “extra-stadio” mal gestiti, fu messo in conto anche dei cori e di alcune cose che non piacevano. –Pescara: gemellaggio durato per molto tempo, rotto all’incirca nel 2002, anche perché a Pescara non si fa politica in curva, ma il modo di essere apolitici dei pescaresi spesso non si presentava non esponendo nessun simbolo, ma attaccando simboli sia di sinistra che di destra, e quando accadeva ai livornesi di vedere, ad esempio, una celtica a pochi metri, gli dava fastidio. Per questo, per non mettere in difficoltà nessuno, si scelse di essere “amici” senza troppi vincoli. Capi storici, quali il pescarese Bubù, garantirono amicizia, contatto e rispetto. A Pescara c’è sempre stata una tradizione politica molto eterogenea. Poi, quando è successa la tragedia di Morosini, i pescaresi si sono dimostrati ancora una volta amici. Non solo a Pescara, ma anche in altri posti, i livornesi fungevano da spartiacque, essendo molto ideolizzati. Non fosse stata per la forte ideologia della curva labronica, il gemellaggio non sarebbe stato mai rotto. –Spezia: agli inizi degli anni ’80, da un rapporto burrascoso si passa a una bella amicizia. La data del gemellaggio viene fatta risalire all’11 dicembre 1983, quando i livornesi si presentano al “Picco” accolti senza grossi problemi, coi cori livornesi contro Pisa che trovano il favore degli avversari. Un coro, un applauso, una reciproca simpatia, il gioco è fatto e il gemellaggio pure, rafforzato e rinsaldato al ritorno al “Picchi”. Le due tifoserie si perdono per qualche anno di vista ma si ritrovano nell’86, quando il “Picco” è squalificato e lo Spezia gioca proprio a Livorno con la Lucchese: i livornesi spalleggiano i gemellati contro l’avversario comune (gli spezzini odiano anch’essi lucchesi e pisani). Poi ci si perde nuovamente di vista per qualche anno, fino a incrociarsi di nuovo nella stagione 1987/88: il gemellaggio resiste anche se il cammino delle due squadre, e quindi delle tifoserie, prende poi strade diverse. La spallata decisiva al gemellaggio la dette l’entrata delle “Brigate Autonome Livornesi” in curva. La rottura si ha in un Livorno-Cittadella giocato al “Picco” di La Spezia: i livornesi si presentano in buon numero e accanto a loro c’è anche qualche spezzino, in onore della vecchia amicizia. Una parte vorrebbe proseguire il rapporto, ma le “Brigate Autonome” spezzano gli indugi e fanno capire a colpi di cori che il gemellaggio è finito. Gli spezzini erano inoltre gemellati coi fasci varesini, e, addirittura, il gruppo “Fronte del Porto”, andò con loro a Livorno nel settore ospiti a fare i saluti romani verso i padroni di casa. Da qui lo striscione “A Livorno per tifare Varese, ecco una delle tue imprese!” (Livorno-Varese 00/01). Un rapporto di amicizia ha così generato una sana rivalità. –Sampdoria: coi liguri il gemellaggio era piuttosto tiepido, il classico “io sono amico del nemico del mio nemico” (i pisani erano gemellati coi genoani, quindi i livornesi si gemellarono coi doriani), ma c’era poca stima e l’amicizia non era vera, anzi, a volte c’erano problemi, specie con gli U.t.c.

Rivalità: –Pisa: storica rivalità campanilista, scontri e risse si perdono nella notte dei tempi. Grazie però alle rosse affinità politiche, non c’è il fortissimo odio che ci può essere verso laziali e veronesi. La rivalità è perlopiù calcistica, con cori, striscioni e scazzottate. I pisani sono però meno politicizzati e spesso hanno trattato da politicanti i livornesi, che anche per questo l’hanno infamati e caricati. Una volta un corteo a Pisa sfasciò mezza città. I labronici hanno rubato in passato ai pisani: lo striscione “Rangers sez. Vecchiano”, esposto in Livorno-Pontedera 93/94; “E.P.” (Eagles Pisa), esposto in un Livorno-Pisa 2001-02, in cui i pisani, a loro volta risposero con un “Ma quali stalinisti, solo bagnini e surfisti”, e “Pisa Club San Giorgio”, esposto in un Livorno-Pisa del ’78. I Pisani hanno a loro volta grattato: gli stendardi “Hasta la victoria”, “Livorno” e lo striscione “Bronx”, esposti in Pisa-Livorno 97/98 di Coppa Italia; lo striscione “Ultras Livorno 1976”, esposto in un Pisa-Juve 90/91 e in un Pisa-Livorno 00/01; lo striscione “Supporters”, esposto in Pisa-Pescara 1986/87; gli striscioncini “100% Livornesi” e “Forza Livorno”, esposti rispettivamente in Pisa-Verona 93/94 e Pisa-Juventus 90/91, e altri striscioni minori. Lo striscione “Rangers Vecchiano” venne preso in un Pisa-Verona, quando alcuni ragazzi, appartenenti ai “North Kaos”, 15-20 minuti prima della fine della partita, a cancelli aperti, entrarono nella Nord pisana e, dopo un giro per cercare di intravedere “100% livornesi”, decisero di prendere “R.P. sez. Vecchiano”. Poi, dopo varie peripezie, ripreso lo striscione che avevano nascosto dentro un portone, decisero di tornare in taxi (erano andati in treno) dopo aver visto un po’ di bordello. “100% livornesi” venne astutamente rubato dai pisani, che, invece di andare incontro ai tanti livornesi che facevano casino per le strade di Pontedera, puntarono le auto di chi aveva lo striscione e glielo levarono con la forza, anche se solo uno di loro si picchiò davvero. Sospesa Pisa-Livorno del marzo 2001 per intemperanze sugli spalti. –Verona: rivalità antica, forte, anche e soprattutto per le divergenze ideologie politiche, acuita dai vergognosi cori anti-Morosini dei veronesi a Livorno. Nel’11/12 i veneti arrivarono all’Ardenza praticamente indisturbati (scarsa la presenza di ultras livornesi, al di là di qualche coro non si è andati), scortati dalle forze dell’ordine, le stesse f.d.o. che nel 2002/03 bloccarono 10 pullman di tifosi veronesi a una decina di chilometri da Livorno, in aperta campagna, perpretando loro un sequestro di persona di massa, bello e buono. Di fatto gli venne impedito di proseguire il viaggio, accampando la scusa della mancanza dei biglietti per la gara. Tra rabbia e incredulità, qualcuno tentò di raggiungere la città a piedi, ma la distanza, seppur non abissale, non lo consentiva. A Verona, sempre nel 02/03, non mancarono momenti di tensione, coi due gruppi che si fronteggiarono all’interno del “Bentegodi” a colpi di cori a sfondo politico, mentre fuori le forze dell’ordine usarono le maniere forti. –Lazio: esasperata, recente rivalità a sfondo politico: chi si scorda il laziale “Roma è fascista” di Lazio-Livorno del 2004/05, a corollario di un pomeriggio da cani? E il saluto fascista di Di Canio a Livorno? Nel 2010 i livornesi sospesero apposta lo sciopero del tifo, che perdurava da mesi, in vista della partita. –Milan: basti pensare che il presidente del Milan è Silvio Berlusconi, primo oppositore e grande rivale della sinistra in Italia. Negli anni di Serie A i cori anti-Berlusconi all’Ardenza sono stati tra i più gettonati. Marchio di fabbrica il solito “Berlusconi pezzo di merda”. –Ascoli: rapporto burrascoso per le idee politiche diametralmente opposte, prima degli anni 2000 non si sono praticamente mai incontrati, poi è stato tutto un susseguirsi di incidenti, specie a Livorno. In Livorno-Ascoli del 27 ottobre 2018 sembra essere tornati agli anni di piombo, i ’70, con gli ascolani, in buon numero che non risparmiano cori del ventennio fascista e braccia tese e i livornesi che li ripagano con la stessa moneta ed espongono “La vostra unica marcia…è la retro”. Gli ascolani espongono lo striscione “Il divieto vi ha salvati 50 non li avreste mai trovati” in Ascoli-Livorno del 10 marzo ’19, che ironizza sul blocco della trasferta dei livornesi. –Fiorentina: da un gemellaggio, forse mai tanto sentito, nel periodo delle “B.A.L.”, si è passati a una forte rivalità, anche per il gemellaggio che hanno i viola coi veronesi. –Triestina: posizione politica diametralmente opposta; una volta i livornesi, in 20-30, uscirono molto tardi dal “N.Rocco” di Trieste, con 7 arresti da parte giuliana. –Como: gravi, cruenti scontri per i Playoff del 2001, ma già in precedenza vi erano stati alcuni “incontri ravvicinati”; in uno di questi era stato rubato lo stendardo “Lungon Dapertutt” ai comaschi, esposto in Como-Livorno 97/98, oltre ad una bandiera, esposta l’anno dopo. –Brescia: rivalità alimentata dai Playoff per la A del 2008/09, ma delle schermaglie vi erano state già in precedenza. –Catania: rivalità non storica, alimentata nei recenti anni di Serie A, sentita politicamente. –Juve: stesso discorso; agli juventini è stato derubato lo stendardo “Arditi”, esposto in Juve-Livorno 2005/06, coi piemontesi che risposero con la scritta “Livornesi tutti appesi”. Rubata all’Ardenza a un gruppo di juventini in Livorno-Juve di alcuni anni fa la pezza “Viking Certaldo”, esposta poi in curva Nord nella stessa circostanza. –Inter: vale più o meno il solito discorso ma non si ricordano furti consistenti. Interminabili faccia a faccia e risse tra le opposte tifoserie nel gennaio 2005. –Roma: rivalità piuttosto recente, alimentata in Serie A soprattutto per l’opposta identità politica, che ha fatto registrare anche incidenti gravi. Ricordiamo poi gli striscioni romanisti “Lazio-Livorno: stessa iniziale stesso forno” e “Onore al tricolore simbolo della nostra nazione”, esposti all’Olimpico nel 2005/06, e il beffardo “Souvenir from Athens…”, esposto in Livorno-Roma dello stesso anno, che accompagnava lo striscione “Orgoglio Capitolino”, gentilmente offerto ai livornesi dai gemellati dell’Aek Atene, che l’avevano sottratto in alcuni scontri ai romanisti in un Aek Atene-Roma di Champions League 02/03, causando lo scioglimento dell’omonimo gruppo. –Spezia: da gemellaggio a rivalità in poco tempo (vedi sezione “ex-gemellaggi”), dopo che a San Rossore, nel 2001, se le dettero di santa ragione, coi livornesi di ritorno da Carrara e gli spezzini da Pisa. La stazione di San Rossore fu teatro di cruenti scontri per diversi minuti. –Siena: uno dei tanti derby che hanno ripreso forza ultimamente. –Modena: gravi scontri con la polizia e risse tra tifosi nel 2001 a Livorno. –Padova, –Varese: vecchie rivalità prettamente politiche. –Lucchese, –Arezzo: vecchie ruggini, altri sentitissimi derby. –Pistoiese: idem; inoltre ai pistoiesi anni fa venne rubato uno striscione, esposto poi in Livorno-Pistoiese 97/98. –Massese: venne rubato uno striscione dai massesi perché appoggiato sul cofano di una macchina. –Pontedera: rivalità che va vista soprattutto in chiave anti-Pisa, visto il gemellaggio tra pisani e pontederesi, a cui sono stati rubati in passato gli striscioni “Boys Pontedera ‘79” e “Supporters Granata”, esposti in Livorno-Pontedera 95/96. Nel dicembre ’93 violenti scontri livornesi-polizia, guerriglia per le strade di Pontedera e sul treno che li riportava a Livorno, decine di feriti, un arresto, due minorenni denunciati e altri 15 tifosi identificati, danni alle auto e un treno devastato. –Bologna: rubato ai bolognesi in passato lo striscione “La nostra medicina”, esposto in Bologna-Livorno 04/05. –Treviso: rivalità perlopiù politica; rubato ai veneti lo stendardo “Supporters Onigo”, esposto in Livorno-Treviso 01/02. –Sampdoria: nel giro di poco tempo siamo passati da un rapporto di buona amicizia a rivalità. Nell’agosto 2011 incidenti al termine di Livorno-Sampdoria, col ferimento di una ragazza livornese alla testa, trasportata in ospedale. – Salernitana: vecchie ruggini. Una volta negli anni ‘80 a Livorno uscirono bellicosi dal settore lanciando una bomba carta, prendendo però le botte con due pullman di loro attaccati, dimostrando comunque mentalità per quello che fecero, visti i tempi, non rendendosi conto di avere una città contro, che non era solo ultras, ma aveva una tribuna e una gradinata composta dai livornesi veri. –Lecce: una volta in Coppa Italia ci sono state sassate e anche tentativi di contatto e ancor prima c’era stato un durissimo scontro tra un pullman di “Ultrà Lecce”, diretto a Genova, e tre pullman di livornesi, diretti a Varese. -Nocerina: il rapporto, negli anni 80, era piuttosto turbolento e non sono mancati scontri. Adesso il tutto è molto più ridimensionato, quest’anno non ci sono stati problemi. –Cesena, –Reggina: vecchie ruggini, fiere rivalità, coi reggini anche politiche.        

Cenni storici: Il movimento ultras livornese inizia a metà anni ’70, con la nascita degli “Ultras Livorno” nel 1976, a cui fanno seguito, nel ’77, gli “Ultras Fossa”. Negli anni successivi nascono numerosi gruppi, soprattutto di quartiere, anche se molti più che gruppi erano “striscioni”, buoni a “tappezzare” la curva di amaranto. Tra questi si distinguono soprattutto “Magenta”, “Fedayn” (nati nel 1983), “Sbandati” e “Gruppo Autonomo”. Negli anni ’80 il calcio a Livorno è comunque il secondo sport, visto che la maggior parte della gente segue il basket, in questi anni i gruppi che seguono il calcio sono i “Fedayn” e gli “Ultras”. Dagli anni ’60 agli anni ’90 il Livorno fallisce per ben tre volte, questo porta a una totale anarchia in curva ed un’assenza di organizzazione vera e propria per cui tutti i gruppi si organizzano autonomamente ma senza essere compatti. Nel 1990 nascono i “North Kaos”, l’ala più giovane ma ugualmente turbolenta della Nord. Nel 1993 nasce la “Legione”, il primo gruppo di orientamento destroide a Livorno, che ha vita breve e si scioglie lo stesso anno calcistico. Nel 1999 a Livorno si ha una vera e propria “rivoluzione” in curva con la nascita delle “Brigate Autonome Livornesi”, che hanno lo scopo di unificare le varie anime dando maggiore centralità al tifo; la loro nascita corrisponde con lo spostamento forzato degli “Ultras 1976”, mandati in Sud mentre si scioglie la “Fossa” e gli unici che rimangono sono i “North Kaos”, che, al contrario di quanto in molti pensano, non erano un gruppo di destra, anche se erano differenti dalle Brigate nel modo di concepire il tifo e nel rapporto politica/stadio, nonostante diversi di loro andassero alle manifestazioni con le “Bal”, fortemente condizionate dall’ideologia, che durano fino al 2004, quando si sciolgono a seguito delle numerose diffide, fino ad arrivare a circa 400 in un’unica stagione calcistica. Le tante diffide portano allo scioglimento ufficiale, ma il gruppo lascia un segno indelebile nel tifo amaranto per la modalità con cui vive il tifo stesso ed il senso di appartenenza. Tutti coloro che continuano a sentirsi “Bal” si riuniscono dietro lo striscione “Fino all’ultimo bandito”, striscione usato dalle stesse dopo l’autoscioglimento, un’esperienza comunque positiva che dura fino al 2007, facendo i conti con una repressione dura e indiscriminata. Lo scioglimento di un gruppo così importante crea un po’ di difficoltà nella riorganizzazione del tifo con una curva spaccata in due gruppi, cioè le “Vecchie Origini Livornesi 1915” e i “Visitors 1312”, che decidono di dare un taglio piuttosto netto alla politica in curva. L’introduzione della Tessera del tifoso determina lo scioglimento di tutti i gruppi organizzati a Livorno, fino al 2013, quando il tifo si riorganizza sotto il nome dei “Livorno 1915”, che però nel 2016 decide di autosospendersi per l’apatia del resto dello stadio. Nel 2017 il tifo cerca di ricompattarsi scegliendo il nome “Curva Nord Livorno 1915”, si ricrea entusiasmo con la bella promozione della stagione 2017/18 in Serie B. Segue una salvezza guadagnata con i denti. Il resto è storia dei nostri giorni.

La nascita delle B.A.L. e vari aneddoti: Livorno e calcio, un binomio che storicamente si associa a momenti caldissimi, dalle risse con tanto di sparatorie negli anni ’30, all’Ardenza fortino inespugnabile negli anni ’60. Sul finire degli anni ‘70 e negli ‘80 a Livorno in trasferta non si andava spesso, se non per motivi di vicinanza o importanza. Molti preferivano seguire il Basket (all’epoca c’erano due squadre di Livorno in A1) per finali varie e, visti i risultati del Livorno, questo sport imperversava. A seconda della classifica o dell’avversario la curva non veniva neanche abbellita, di solito veniva “fatta” la mattina cercando di recuperare il più possibile per tappare ogni buco. Per molti ragazzi non c’era l’abitudine di andare allo stadio. Poi arrivarono gli anni “depressi”, della C2 e dei fallimenti. Gli anni ‘90 invece hanno portato dei picchi sportivi, che partendo dal basso più profondo hanno acceso la miccia. Anni che portano grandi soddisfazioni e un discreto tifo, anche se poi la curva era diventata un fatto d’interesse e di moda per qualcuno. Quando la generazione delle “Bal” entra in curva (’90-’91), vi è una totale anarchia: 30 anni di C e tre fallimenti avevano generato una situazione grottesca, priva di punti di riferimento, i più “vecchi” erano stufi. I vari gruppetti facevano il loro pullman per le trasferte e stop, chi rimaneva fuori s’arrangiava, salvo poi essere rincorso e supplicato per le trasferte più lunghe, dove il pullman faticava a riempirsi e non ci si rientrava coi costi. C’erano brutte abitudini, come quelle di non far montare i “bimbetti” sul pullman, di non pagarlo, gente che mancava profondamente di coerenza e mascherava questa lacuna col discorso di essere anarchici. I “vecchi” contavano e non pagavano, ma non facevano niente, nemmeno il tifo, delegato ai giovani che erano trattati male. I meglio della vecchia generazione si sono, per un motivo o per l’altro, allontanati, ma ricompagliono poi e partecipano alla nascita delle “B.a.l.” che danno una possibilità a tutti di essere ultras, non semplici tifosi occasionali o teppistelli. Le riunioni che portano alla riorganizzazione della curva sono lunghe e concitate. Gli “Ultras ’76”, per ovvi motivi d’interesse, non ci stanno, ma hanno sulle spalle un nome logorato. Sono mandati in Sud a pedate, per poi esser cacciati pure da lì. La “Fossa”, che ha gli stessi problemi, si scioglie per tornare dopo poco tempo e risparire in gradinata. I “North Kaos”, rispettati, non vengono esclusi perché hanno un loro modo di stare in curva. I “Fedayn” dapprima rifiutano, poi, soprattutto grazie a due elementi di spicco, ci ripensano, e il patto per reintegrarli nel progetto è di rivotare il nome. Altri formano “Armata Amaranto”, che si ritrova al pubbino “El Pueblo”. Prima ogni gruppo stava dietro il suo striscione e il tifo era dispersivo e poco organizzato. L’idea del nome composto da tre parole serve difatti a riempire i tre spazi principali della curva e, in un certo senso, racchiude lo spirito dei tanti gruppi: da qui il nome “Brigate”, “Autonome” per la composizione politica antagonista e per l’autonomia dal resto dell’ambiente del Livorno Calcio, e “Livornesi” per ovvie ragioni geografiche. Il debutto avviene in un Livorno-Carrarese. Di lì a poco, risse grosse con chi si lamenta di stare in piedi e per lo sventolìo dei bandieroni. Il resto viene pian piano, insieme alla crescita della squadra, questo sì, ma non dimentichiamo che il primo anno soprattutto, il Livorno per poco non retrocede. Il segnale era arrivato: a Padova, una delle più belle trasferte d’allora, in 100 in piedi, uniti a cantare 90 minuti. Prima coreografia: cartoncini con mezza curva amaranto e mezza bianca, con al centro un bandierone con la “L”. Primo striscione: “Brigate Autonome” da trasferta, che adesso chissà dov’è. Primo materiale: cappellini da pescatore, resi al mittente perché per un “tragico” errore fatti con la bandiera tricolore. Prima “azione”: 8 pulmini da 9, senza scorta, a Varese, alle 11 di mattina, poi la questione viene chiarita anni dopo. Da “film” un ritorno da Carrara in quegli anni e la trasferta di Palermo in nave in 150, col capitano della nave che all’arrivo prende un ragazzo da parte e gli supplica di far levare la bandiera sovietica dal pennacchio, chiedendogli per favore di aiutarlo perché padre di famiglia, per fare rimettere quella italiana perché se entra nel porto in quel modo lo possono licenziare. Le “Bal” sono quelle che hanno saputo sintetizzare organizzazione, passione, idea politica e identità labronica. La ribellione, la lotta, con le sue canzoni (mai copiate) e i suoi motti (mai copiati), per quello che hanno rappresentato, sono state cose importanti per la curva, per la città. Si sciolsero perché c’erano troppi problemi, buchi nel ricambio che non c’è stato, e per la drastica situazione a livello legale. Erano state messe alla berlina, sotto l’occhio penale come il più pericoloso dei mafiosi, con anche l’addebito del reato di associazione a delinquere. Gente che la società tende ad emarginare senza un perché, si sentiva protagonista e coinvolta in un progetto, orgogliosa di esserlo, a cui veniva insegnato a comportarsi e sentirsi importanti, sia come singolo che come appartenente. Gli “Ultras Fossa”, originale nome nato da una fusione, si dividono agli albori dei ’90, per questioni economiche. Si torna quindi a “Fossa” e “Ultras”, con questi ultimi che poi mettono il ’76 per rivendicare l’antichità di uno striscione, che ha al centro un teschio disegnato. Simboli dei vecchi gruppi: “Ultras” e “Estamos Contigo” avevano il “Che”, la “Brigata Labronica” aveva “Fidel Castro”, l’Armata Stalinista aveva “Stalin”, le “Brigate” avevano “Lenin”, i “Fedayn” la Palestina.

Curiosità: -Nella settimana antecedente la sfida col Benevento del 14 dicembre 2019 la Nord si esprime con un comunicato in cui si afferma che la gestione Spinelli ha davvero raschiato il barile della decenza a Livorno. Le compulsive scelte, i continui rovesciamenti di fronte, prendere e dare via Diamanti, accusare i dirigenti di voler fare da soli quando tutti sanno che gli Spinelli decidono sempre da soli, quindi arrivare a far scappare Protti, dopo aver usato Lucarelli, e vedere lo stadio a pezzi nel morale e come struttura, a detta loro ha veramente raggiunto i limiti per ogni essere che ritiene il Livorno Calcio un patrimonio della città. Stanchi, delusi ma più che altro nauseati da questa gestione e dalle parole altezzose di Roberto Spinelli, figlio di papà che non si è mai sudato nulla in vita sua, come curva restano fuori dallo stadio invitando tutti i tifosi a fare altrettanto. E’ ormai arrivato il punto di rottura definitivo oltre il quale non si può andare. Si preferisce tornare nei dilettanti, con dignità, prima di essere schiavi di poveri arricchiti, miliardari che non hanno un decimo di dignità dei semplici operai che ogni domenica vanno a tifare Livorno. Tanti, troppi i “Basta sono stufo, stanco, voglio vendere, anzi regalo la Società a un euro” e i niente di fatto. La realtà è quella che ha fatto creare bufale in continuo: Romano, Peiani, Pecini, Bandecchi ecc. -Niente striscioni e pezze né in casa né in trasferta è stata la decisione presa nel novembre 2019 della Curva Nord amaranto, al centro di discusse vicende. Dopo le 23 diffide in seguito ai disordini nel settore ospiti durante la gara Spezia-Livorno del 27 febbraio 2019, è infatti arrivato il sequestro di parte della coreografia preparata per il derby col Pisa, motivato per ragioni di sicurezza in quanto lo striscione non sarebbe stato ignifugo. Un provvedimento che ha fatto esplodere la rabbia della Nord, con la protesta già andata in scena in occasione della gara con la Juve Stabia del 2 novembre 2019, durante la quale i supporters amaranto, rimasti a lungo in silenzio, hanno lasciato la curva spoglia. -Il 26 ottobre 2019 si è nuovamente disputato il derby Livorno-Pisa, coi pisani che organizzano una coreografia con strisce amaranto a formare la scritta bianca “Livorno merda”, accompagnata dallo striscione sotto “Sempre ovunque comunque” e i livornesi che mostrano la scritta inglese “Don’t worry be happy”. -Ad Ascoli, il 14 settembre 2019, i livornesi sono all’incirca un 80ina ed espongono gli striscioni “Livorno 10-09-17…nulla impedì al sole di risorgere”, in ricordo dell’alluvione che colpì Livorno in quella data, e “Noi non cambieremo”. I livornesi presenti hanno denunciato la mancanza di acqua nel settore ospiti, dettaglio non da poco visto il gran caldo che faceva ad Ascoli. Alcuni tifosi, esasperati dalla situazione, avrebbero danneggiato alcuni rubinetti, che sono rimasti chiusi durante il primo tempo, per venire poi riaperti solo nel corso della ripresa, dopo vivaci proteste, per essere poi richiusi al triplice fischio finale. -In Livorno-Perugia, 31 agosto 2019, lo stadio non presenta un bel colpo d’occhio, molti i posti vuoti, segno di un malessere che serpeggia nella tifoseria per l’ennesima lacunosa e insoddisfacente campagna acquisti del patron Spinelli. Tuttavia la Curva Nord come sempre risponde presente e si mostra da subito compatta e pronta ad incitare i propri beniamini durante l’arco della gara. Messaggio scritto su striscione in Nord “Exharchia resisti”, di solidarietà all’omonimo quartiere di Atene dove un’imponente operazione di polizia sta effettuando sgomberi di spazi occupati dai rifugiati, militanti ed anarchici, dietro indicazione della nuova destra greca salita al potere. Per l’occasione all’ingresso della Curva Nord effettuata una raccolta fondi ad offerta libera, con tutto il ricavato andato al comitato “I sogni di Jo”, di aiuto ai bimbi malati. -Pochi i presenti all’’Armando Picchi’ per Livorno-Carpi, 2° turno Coppa Italia 19/20, dell’11 agosto 2019, ma come sempre i ragazzi in Nord incitano gli undici amaranto fino alla fine. Esposta la scritta “5 anni che te ne sei andato…ciao Valerio”, grande tifoso livornese. Non mancano a gara finita fischi e mormorii per la sconfitta, ed è in particolare Spinelli a finire nelle mire dei tifosi. -Presentazione della squadra in grande stile in un suggestivo contesto, con il Livorno che riceve l’abbraccio della sua gente venerdì 2 agosto 2019, giocatori e staff travolti dall’entusiasmo dei tifosi. Calorosa accoglienza anche per mister Roberto Breda, malgrado la discussa decisione di non confermare Alessandro Diamanti, vero trascinatore della squadra nella scorsa stagione 18/19. -Resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate da travisamento e, in un singolo caso, anche da discriminazione razziale. Sono queste le accuse mosse a 23 tifosi livornesi, denunciati dalla questura ligure l’11 luglio 2019 e in seguito daspati, dopo i fatti del 27 febbraio ’19 quando, durante l’incontro Spezia-Livorno, la polizia entrò nel settore ospiti “in soccorso degli addetti di sicurezza”. Una versione dei fatti contestata fin da subito, infatti secondo gli ultras livornesi il comportamento degli agenti sarebbe stato paradossale per non dire premeditato, sicuramente sproporzionato rispetto al banale diverbio avvenuto tra un ragazzo e uno steward. Non per la questura spezzina, che dopo aver visionato le immagini delle telecamere dello stadio e i video della digos ha fatto partire le denunce, visto che i livornesi avrebbero iniziato a creare problemi già fuori lo stadio, cercando di eludere i controlli, quindi si sarebbero scagliati con calci, pugni, cinghie, aste di bandiere e lancio di oggetti contro gli steward e gli agenti intervenuti. Gli ultras, come detto, parlano banale lite e dicono che quando la celere è entrata in curva hanno cercato il dialogo per capire cosa stesse succedendo, perché non c’erano assolutamente gli estremi per un’azione del genere, invece con la testa rotta e i volti tumefatti sono tornati anche quelli di spalle e chi cercava di tranquillizzare gli animi. -Il Livorno ottiene la salvezza matematica, evitando lo spauracchio dei Playout, uscendo indenne da Padova, la cui squadra è già matematicamente retrocessa, l’11 maggio 2019, ultima giornata di Serie B 2018/19. Oltre 2mila i tifosi al seguito e all’arrivo allo stadio si creano problemi col servizio d’ordine che non vuole consentire l’entrata all’interno dell’impianto di simboli politici. La tensione è alta, poi gli animi si placano e si tifa costantemente per tutta la gara con partecipazione dell’intero settore. Dopo il pareggio dei padroni di casa in molti sale la paura, ma i risultati favorevoli dagli altri campi rendono il finale incredibile, con tutta la squadra sotto la curva a gioire per la salvezza insperata. Il successivo 16 maggio è stata organizzata una camminata a piedi al Santuario della Madonna di Montenero, collina di Livorno, con il giocatore Alino Diamanti, cui ha partecipato tanta gente, vista la volontà espressa dallo stesso Diamanti alcuni mesi prima: “Se ci salviamo andiamo a piedi a Montenero”. -Buona la presenza a Perugia il 30 marzo 2019, con il settore ospiti che non demorde mai, non tralasciando l’ostilità verso il patron Spinelli, invitato non solo con uno striscione a cedere la Società. Ennesimo boccone amaro per i supporters labronici, comunque consapevoli di poter essere l’arma in più che può portare il Livorno alla salvezza. -Nella gara interna col Venezia del 24 febbraio 2019, la Nord torna a sostenere il Livorno di mister Breda, senza accantonare la contestazione verso la presidenza, spingendo la squadra alla vittoria. All’ingresso delle formazioni in campo viene sfoderato il bandierone copricurva “Curva Nord”. -In occasione del 104° anniversario del Livorno Calcio, ricordato il 23 febbraio 2019 con un concerto della Banda Bassotti che torna sul palco nel ricordo di un fratello della curva, Angelo “Sigaro” Conti, scomparso l’11 dicembre 2018 a 62 anni, leader del gruppo. Nel pomeriggio dibattito sulle trasformazioni del movimento ultras e del calcio con interventi interessati per analizzare il contesto attuale del movimento anche dal punto di vista normativo e legale, a seguire cena popolare e concerto con la Banda e i “57100 Punkrock labronico-Malaseurte Fi Sud”. In merito alla Banda, essa effettua una raccolta di medicinali per il Donbass che la gente è pregata di portare. -Per Lecce-Livorno del 17 febbraio 2019, festeggiato dai 35/40 livornesi al seguito il compleanno della società con una coreografia fatta di carta argentata double face, grigia e amaranto, e lo striscione “Tanti auguri vecchia Unione”. -Sfida salvezza Livorno-Padova nell’ultimo turno del 2018, il 30 dicembre. La Nord prosegue la protesta nei confronti della Società lasciando il centrocurva vuoto con il lungo striscione appeso “Ultimi sì ma con orgoglio e dignità…Spinelli lascia per sempre questa società”. Esposti inoltre “Un altro anno sta per terminare, i nostri fratelli stanno per tornare…come noi su questi gradoni, anche voi in campo tirate fuori i coglioni” e “9 anni, non ti dimentichiamo, ciao Ciccio”, ultrà labronico prematuramente scomparso. La linea scelta è quella dello sciopero del tifo, interrotto da rari cori contro il presidente e a favore dei giocatori. -La partita vera col Verona, il 22 dicembre 2018, si gioca fuori dallo stadio, dove fin dalle prime ore del mattino si vedono piccole ronde a controllare il territorio, nel quartiere “Ardenza” viene segnalata erroneamente la presenza di veronesi. Dentro lo stadio cori di scherno verso gli scaligeri, immancabile il “Bella ciao” cantato da tutta la curva, e solita protesta verso il patron Spinelli, bersaglio di striscioni quali “Prima di pensare a cosa deve fare Livorno e la sua gente impara il rispetto caro ex-presidente, con noi hai chiuso per sempre” e “Peiani a Befana non ci portare il carbone, basta parole, via questo buffone” (Mirco Peiani era entrato in Società con l’intento di acquistare il Livorno, trattativa non andata a buon fine. Ha salutato la compagnia, lasciando il 20% delle quote che aveva, dopo il cda del 19 aprile 2019). Spinelli da anni non mette piede in città, neppure allo stadio. -Tifo davvero buono sugli spalti per Livorno-Perugia del 4 novembre 2018, con la Nord che organizza una bella coreografia con carta amaranto laterale e bandierine gialle e nere al centro per festeggiare i 15 anni del gemellaggio con gli ultras dell’Aek Atene, giunti per l’occasione a Livorno già da alcuni giorni in buon numero con varie pezze al seguito. Si espone uno striscione di solidarietà alla città di Palermo per l’alluvione che l’ha duramente colpita. -Avvicendamento in panchina, con Breda al posto dell’amato Cristiano Lucarelli, con la tifoseria che non la prende bene, nella settimana antecedente il match Cremonese-Livorno del 10 novembre 2018. Nonostante ciò presenti in Lombardia quasi 150 tifosi: non mancano cori come “Il Livorno siamo noi” e a favore di Igor Protti e Lucarelli. -Prima vittoria in campionato per Livorno-Ascoli, giunta solo alla 9^ giornata del campionato 18/19 il 27 ottobre 2018. Esposto uno striscione di scherno nei confronti degli ascolani e “Adesso riposa in pace…Stefano vive”, relativo agli ultimi risvolti giudiziari del caso-Cucchi, dove ormai risulta provata una responsabilità scomoda sulla morte del giovane geometra romano, ucciso il 22 ottobre 2009. -In Livorno-Lecce del 26 settembre 2018 la Nord risponde presente, anche se rispetto alla prima uscita in casa col Crotone con curva gremita, il pubblico è già in calo. Non mancano striscioni di solidarietà verso i cugini di Pisa, che stanno trascorrendo giorni terribili a causa dell’incendio del Monte Serra, che ha prodotto ingenti danni e costretto molte persone ad abbandonare le abitazioni, e di ricordo al giovane Andrea prematuramente scomparso. Inoltre “Gli anni passano ma te non passi mai”, dedicato ai 51 anni di Igor Protti, ex goleador e simbolo di questo Livorno, oggi nello staff dirigenziale della Società. -Sciopero del tifo per i primi 15 minuti di Livorno-Crotone del 17 settembre 2018, per rispetto nei confronti dei diffidati e contro una repressione sempre più spropositata attuata nei confronti della curva negli ultimi mesi. -Nei giorni successivi alla tragedia del crollo del Ponte Morandi avvenuta il 14 agosto 2018, che causò 43 morti, esposto fuori lo stadio lo striscione “Vicini al dolore di Genova”. -Livorno-Casertana, 2° turno di Coppa Italia 18/19, vede la presenza, tra le numerose pezze, dello striscione “Fossa”. -Per la finale di Supercoppa di Lega Pro 2018 Livorno-Lecce, nonostante la promozione conquistata si riaccendono i malumori tra la tifoseria e Spinelli, reo di disattendere continuamente le promesse e gli accordi sottoscritti in un summit a Genova ad inizio stagione con esponenti di spicco degli ultras, che sulla base di un progetto che vedeva il presidente agevolare la cessione della Società, avrebbero dissotterrato l’ascia di guerra e sostenuto la squadra per tutta la stagione, cosa in effetti avvenuta. Ma ora basta, in settimana trapelano notizie che vedono la Società rimangiarsi la parola data e allora la Curva si presenta ammutolita per tutto il primo tempo con l’eloquente striscione “Questo è l’entusiasmo che state creando…”. Nel resto dello stadio regna la desolazione, pochissimi gli spettatori paganti. Il secondo tempo vede finalmente la Nord compattarsi nella parte centrale che sostiene gli amaranto fino a fine gara. -Il 14 aprile 2018 è il giorno di Livorno-Pisa e a differenza dell’andata, quando agli amaranto furono riservati solamente 400 biglietti, da cui la sofferta decisione di non presenziare allo stadio, ai nerazzurri viene aperta la trasferta, grazie anche ad un comunicato della Nord livornese che spinge in tal senso la Società, che riserva loro tutti i 1400 posti del settore ospiti. Bellissimo il colpo d’occhio, con la curva di casa impegnata nell’organizzare una coreografia semplice ma d’impatto, fatta di bandierine amaranto, bianche e nere e strisce bianche e grigie nel parterre. Anche i Distinti si colorano con bandierine ed un bandierone coprisettore con stilizzati i monumenti principali della città. Vince il Livorno 2-0 e riconquista la vetta col pubblico di fede amaranto in visibilio. Tra gli striscioni segnaliamo: “Pisano che la curva dovevi disertare non devi dimenticare, oggi nel settore pieno grazie alla nostra mentalità, prima la lotta alla repressione dopo la rivalità” e “K.P. solo chiacchiere e adesivi” (“Kapovolti Pisa”). Altrettanto pungenti quelli dei pisani. Fuori lo stadio si registra solo qualche auto di Pisa assaltata da alcuni sedicenti tifosi labronici, con la polizia che riuscirà, grazie anche all’aiuto di un elicottero, a fermarne un paio ed a identificarne altri. -A Lucca, il 22 gennaio 2018, sono 900 i sostenitori giunti da Livorno: tanta voce, bei treni e qualche fumogeno acceso, immancabili le bandiere rosse a rimarcare la fede politica di sinistra. -In Carrarese-Livorno del 10 dicembre ’17, buonissimo il seguito da Livorno, grazie ad un ritrovato entusiasmo per un primato quasi inaspettato e insperato ai più ad inizio campionato. Lo striscione “Federico vive” ricorda il ferrarese Federico Aldrovandi, ucciso 12 anni prima durante un controllo di polizia piuttosto agitato. -Circa 1300 livornesi con rinnovato entusiasmo seguono il Livorno a Siena il 4 novembre 2017, autori di un buonissimo tifo. Esposti gli striscioni “Ciao Balleri…vecchio Lupo amaranto”, a ricordare il grande Costanzo “Lupo” Balleri, scomparso in settimana a 84 anni, bandiera amaranto che giocò nel Livorno insieme all’altro mito Armando Picchi, e “Chi nasce con il salmastro nelle vene non si arrende mai…Mazzoni uno di noi”, a sostegno del bravo portierone amaranto Luca Mazzoni, livornese doc, reduce da un brutto infortunio all’occhio sinistro rimediato a Cuneo. -Nella gara interna con l’Arezzo dell’8 ottobre 2017 sembra riaffiorare pian piano quell’entusiasmo che ha quasi sempre contraddistinto la tifoseria e in curva si sente la voglia di cantare e far baldoria. L’ingresso in campo vede la comparsa dello striscione “Siamo l’Armata amaranto e mai nessun ci fermerà”, contornato da diversi bandieroni sventolati di continuo. -Il derby interno con la Pistoiese del 24 settembre 2017 vede la Nord gremita, almeno nella parte centrale. Tifo costante, sembra di tornare indietro di diversi anni. Non ci si dimentica del compleanno di Igor Protti, con lo striscione “L’appartenenza è avere gli altri dentro di se, tanti auguri capitano grazie di tutto”, oltre a un “Forza ragazzi…ogni derby è una battaglia, riportiamo in alto la nostra gloriosa maglia!”. -Il 20 settembre 2017 si gioca il recupero del derby con la Lucchese, rinviato 10 giorni prima per la tragedia che colpì la città livornese. La gara si apre infatti con un minuto di silenzio in ricordo delle 9 vittime dell’alluvione, con la Nord che espone 9 striscioni riportanti i nomi delle vittime e resta ammutolita in segno di rispetto per i 9 minuti successivi, poi il tifo esplode. Tanta gente accorre sugli spalti, l’affluenza è buona, cosa lodevole visto il fatto che l’intero incasso della partita sarà devoluto in beneficienza alle famiglie che hanno subìto ingenti perdite in quel maledetto 10 settembre, quando un violento nubifragio colpì la città. Molte curve hanno espresso solidarietà al popolo amaranto con striscioni e iniziative, come i cugini pisani venuti a spalare fango e portare aiuto nelle zone disastrate a fianco dei ragazzi livornesi: la Nord espone l’eloquente striscione “Ultras e mentalità oltre ogni rivalità”, oltre a un “Ciao Matteo fratello della Nord”, ultrà scomparso nell’alluvione. -In Prato-Livorno, giocata sul neutro di Pontedera il 3 settembre ’17, un migliaio circa gli ultras labronici, che espongono lo striscione “La Nord esprime solidarietà ai lavoratori della ‘Thh’ di Pontedera”. -Il 20 maggio 2016 una papera del portiere Pinsoglio contro il Lanciano all’ultima giornata condanna il Livorno alla retrocessione in Serie C, con il portiere che, all’uscita dagli spogliatoi, viene centrato da un pugno da un sedicente ultrà e deve ricorrere alle cure ospedaliere con prognosi di tre giorni. -Per molti anni a Livorno si sono vissuti momenti magici, con Protti che si legava la sciarpa della curva al collo, o Lucarelli che si metteva la maglia “99”, anno di nascita delle “Bal”, o Spinelli che, nei pochi momenti di gloria che ha avuto, andava sotto la curva con la maglietta “diffidati”. Tre fallimenti alle spalle (’73, ’82, ’91), ma il Livorno è sempre risorto, insieme alla sua gente, che nel ’93 accorse in ventimila a festeggiare il ritorno in C2 all’Ardenza. Bene, tutto questo a Livorno per molto tempo non è più esistito, se l’era portato via il calcio moderno con tutti i suoi mali, e stringeva il cuore vedere la curva Nord semivuota, era un pugno allo stomaco anche per i non livornesi. Livorno è una piazza particolare: la gente non vuole campioni ma uomini veri, disposti a sposare la causa, come lo sono stati in un recente passato Cristiano Lucarelli, Igor Protti, David Balleri, Alino Diamanti e altri. -In Livorno-Verona 12/13 una piccola porzione di veronesi decide di rovinare la festa quando, sul finire del primo tempo, scandisce un vergognoso coro contro Piermario Morosini, giocatore del Livorno morto sul campo di Pescara per arresto cardiaco. Il coro è stato sì becero, stupido e quanto mai scellerato e inopportuno, ma i benpensanti, moralisti e bacchettoni, in tv e sulla carta stampata, non si sono fatti scappare l’occasione di gettare badilate di merda e fango contro il mondo ultras, navigando in un mare di ipocrisia. Dal canto loro, purtroppo, i livornesi hanno in qualche modo risposto, intonando cori inneggianti alle foibe (fosse, cavità carsiche dove vennero uccisi dal regime jugoslavo del maresciallo Tito migliaia di cittadini italiani, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale) ed esponendo lo striscione “Fascio tesserato servo dello Stato”. -Nel breve volgere di una settimana dal coro dei veronesi per Morosini, gli ultras amaranto, in Livorno-Cesena, hanno voltato le spalle al campo girandosi in segno di protesta durante il minuto di raccoglimento per la morte di Tiziano Chierotti, militare italiano di 24 anni ucciso in missione in Afghanistan, ed anche qui si sono scatenate le solite infinite polemiche dei moralisti, che hanno parlato di gesto inqualificabile, di una stupidità senza fine, ben sapendo che i soldati che vanno a fare la guerra sono ben pagati, scelgono loro di andarci, consci del pericolo cui vanno incontro. Tralasciando che si dovrebbe ricordare ogni morte sul lavoro o sulla strada, o per altro, il punto fermo è che la morte di un mercenario alla maggior parte della gente non gliene frega niente. -La Nord non è nuova a dissensi come quello col Cesena. Infatti, anche il minuto di raccoglimento per la morte di Cossiga, in Livorno-Sassuolo del 22 agosto 2010, era stato fischiato, mentre in Livorno-Sampdoria di fine 2009 erano partiti cori inneggianti a Massimo Tartaglia, l’aggressore di Silvio Berlusconi a Milano. -Davvero commovente e toccante il ricordo di Piermario Morosini in occasione di Livorno-Cittadella dell’aprile 2012, partita casalinga successiva alla tragedia consumatasi il 14 aprile 2012 al 31° di Pescara-Livorno, Serie B 11/12, in seguito ad un improvviso arresto cardiaco, con la Nord che sull’onda emotiva torna a riempirsi. Tanti i cori e, soprattutto, gli striscioni per il “Moro”, da “Prendiamoci il risultato”, issato in cima alla Nord, una sua frase, diventata famosa, pronunciata prima di entrare in campo quel fatidico sabato, a “La verità vogliamo sapere se qualcuno ha sbagliato deve pagare”; da “Nella tua vita hai lottato…in campo l’hai dimostrato, ciao Moro”, con vicino una sua gigantografia, a “Hai combattuto per la nostra fede. Assenti per la legge, presenti con il cuore. Ciao Moro”, dei diffidati; da “Moro x sempre uno di noi” a “Hai lottato fino alla fine, ciao grande Moro”. -Tra i lutti che hanno colpito in passato la Nord, indimenticabile quello della scomparsa di Luca Rondina, tifosissimo amaranto morto in un terribile incidente in sella al suo motorino, mentre stava salutando i tifosi in partenza per Lecce nel novembre 2002. -Pressochè sempre esposti gli striscioni “Nella forza la sola baldanza fine e premio soltanto l’onor” e “Non piegare un istante giammai”.   

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28 Commenti

  1. Dico solo una cosa, da presente: In Finale con l’Empoli non c’è stata alcuna incomprensione…anzi a fine partita noi Livornesi siamo andati sotto la curva dell’Empoli a festeggiare la promozione cantando “Chi non salta è un Pisano” INSIEME agli empolesi, e non insultandoli. Nessuna incomprensione. 😀

  2. Che pupazzi… Tra le tante cose sulla lista dei ricercati da alcuni centri sociali o da chi da esso si è separato, quindi niente assemblea che li grazia; per avere preso parola a loro nome, per non calcolare chi non hanno saputo arginare sempre come non si sa a nome di chi, durante in social Forum di Firenze, pare che nel 2002 sbagliarono pesantemente a chi fare come i bulli a scuola, pare che ci fu una visita a Firenze nei giorni seguenti… Non vorrei essere al loro posto.
    Fate i conti adesso i cori: o siete ultras o attivisti politici, diversamente non hanno capito niente.

  3. Questa storia al Forum Sociale Europeo del 2002 la ricordo pure io, se ne parlò molto nelle realtà di movimento alla ricerca dei responsabili, che non si è mai capito se fossero delle Brigate autonome livornesi o soliti estemporanei capetti di piazza del cazzo in Firenze, probabilmente questi ultimi, fatto sta che dietro le BAL si coprivano, che allora erano nel loro momento…
    Ruppero il cazzo a uno che identificarono “come del Leoncavallo”, un attimo questo nome ha una particolarità dovuta alla sua storia lumghissina: c’è chi è passato al Leoncavallo 50 anni fa e se lo vedeva in manifestazione si mette dietro loro quando ancora scendevano in piazza.
    E questi 4 misurati coglioni… Puntarono proprio il pregiudicato sbagliato.

    • Ulalallà ma qui siamo di fronte a quel tossico di Antonio Epicoco, tranquilli che può stare solo a Perugia in esilio d’orato e non può fare tutte le strade che vuole al paesello, fermo restando le cagate fatte a Bologna e Bologna porto di mare e studenti. BAL fatto.sta che non sapete trovare e sanzionare chi vi usurpa il marchio.

  4. L’ho sentita pure io questa storia, unico gap è che le tifoserie sportive “che hanno incomprensioni o no” e “che pisani non saltano” non c’entravano e non c’èntrano niente nella storia con dinamiche politiche come i c s e l’antirazzismo in generale.
    Ecco perché non li hanno trovati e ben per loro.
    Pare che fossero di Firenze: uno scemo che poteva essere del ’70 con capelli ricci neri che uscivano dal berretto di lana alto un metro e una banana: sproporzionato rispetto a chi scelse per fare io gradasso… Che era uno appena uscito dal carcere la teoria del bassotto insomma, e uno già con la faccia da scemo con capelli corti a casco di banana stirato NON ERANO NESSUNO, e un ex tossico che “ha fatto gli anni ’70” ma non ha gli anni 🤦🏻 della provincia di Brindisi che sta a Perugia e prima a Bologna (e che di cagate qui ne fece tante) che compare a ogni corteo ma potrebbe starsene tranquillamente a casa.
    Quest’ ultimo non seppe fare quello per cui fa le comparse, mantenere l’integrità e la dignità di dove si va a mettere, insomma esseri inutili di cui nessua ha bisogno e che nessuno richiede…

  5. Venite a Milano stronzetti… Zona chiesa Rossa vi aspettiamo per farvi vedere cosa è un vero quartiere popolare: a calci nel culo.

  6. Dico io, ma questa accozzaglia chi l’ha messa insieme? Ma indymedia non si era chiusa da sola venuta a galla la merda?
    Detto questo sui fatti al social forum di Firenze, allora si usava parlarne prima nelle assemblee… Pare che l’interessato sfuggì al controllo, e dei capelli che uscivano fuori da da un metro e 65 volesse farne una parrucca altro che disobbedienti scritto sul megafono per non perderlo di manifestazuone poi passato di mano e non ci siamo intetessa aderire alla manifestazione dei Leoncavallo
    Anche esponenti storici non più frequentanti lo cercarono per volerlo guardare in faccia: lo scemuzzo da stadio che non doveva essere li al pari di quelli a bordo di una Peugeot rossa che sfottevan nel nulla e quando uno scemo con il chiedo e i capelli lunghi scese da li per tentare altro senza che nessuno lo cagase gli passò il coraggio… Nel senso si cagò sotto da solo

  7. Altro che quei 4 coglioni “Movimentisti numero 1 o infiltrati non si sa da chi” arrivarono a un passo da Toni Negri!
    Movimento antagonista toscano…
    Fai l’inchiesta e consegna gli infami veri semmai, ora che non si possono più nascondere dietro “il movimento”.
    Dal Kurdistan alla Siria al Donbass non servono a nessuno questi pesi morti che nel caso l’occasione per dimostrarsi rivoluzionari veri non l’hanno colta.

  8. Il problema è questo miscuglio tra le tifoserie che nulla centrano con le politica e che non si capisce cosa vogliono affermare.

  9. E questo succede quando le tifoserie non fanno quello che sono: stare negli stadi: la piazza della protesta è altro.
    Riguardo i 4 fessi al social forum del 2002.
    Non vorrei essere al posto dello gnomo mingherlino che sussurrò “non ci interessa il corteo del Leoncavallo” ma proprio no, comandava un corteo di 4 fessi che non furono trovati, anche da altre componenti storiche milanesi che volevano guardarlo in faccia… E insegnarli qualcosa, anche a non avere a che fare con i fascistelli provocatori a bordo dalla Peugeot rossa.

  10. Fermare quello che voleva fare una parrucca con i capelli che uscivano dal berretto di lana dello gnomo 40 Kili non fu facile, ma comunque anche un esponente storico di via dei transiti ebbe fastidi con uno che gli contestava un abbonamento vestiario che non combaciava con la squadra della Fiorentina!!!! Ma del social forum europeo del 2002 oggi avremmo un altro ricordo.
    Cmq quei due misurati fessacchootti rischiarono parecchio…. altro che la scritta disobbedienti nel passamano del megafono man mano che cambiava mano e ritornava indietro… E “non. Ci interessa il corteo del Leoncavallo” me davanti al cordone dagli anni ’70 in poi 0 coraggio.
    Roba che cmq quel centro ognuno se lo rivendica chi a seconda del periodo che è stato senza esclusione.
    E chi si tira dietro queste tifoserie è peggio dei rave: si tira dietro la merda. E lo schifo che poi si è concretizzato.

  11. I capetti di piazza; mai sopportati quelli fiorentini che qualcuno o non una seria attenzione non ha fatto rimanere dove dovevano rimanere: a fare i teppisteli di stadio peggio ancora.
    Questa storia della parrocca mancata e di faccia di casco di banane, con il tossico dalla provincia di Brindisi che va a fare prosa prima a Bologna e poi a Perugia e che vagava per lo stadio Carlini a Genova.
    E a sessant’anni ancora crede che la rivoluzione aspetti lui… Stendiamo un velo pietoso… Che sembri uno scemo a partire pure da Perugia a fare la camminata del mayday a Milano il primo maggio: scemo! Qualcuno te lo deve dire -viste poi queste veline per posti dove si fa politica seria!

  12. Io chi sono questi 2 che fecero la battuta al megafono del Leoncavallo a Firenze al social forum del 2002 lo so chi sono, e dico pure di più, ho evitato di fargli arrivare almeno 40 persone da nord a sud dell”Italia + estero che mi hanno raccontato questa storia negli anni, e penso di avergli pure salvato la vita, perché uno sfottò così a unoda cui gli è andata pure bene che non ha reagito perché non era tanto pacifista
    Con le guardie più in là che hanno riso quando lo hanno raccontato 50 kg X 1 ha fatto venire il vomito pure a me.

  13. Ma lo so pure io chi sono quei 2 imbecilli…
    Lo sanno tutti.
    Avete mai sentito di un corteo di 4 misurati idioti più un tossico recuperato da Brindisi e scappato pure da Bologna che monopolizza un corteo? In quasi caso il social forum a Firenze? Ma che vuoi fare? E che c’era da fare? Farsi dare concorso in omicidio perché ci volle un servizio d’ordine di padovani e romani e Leoncavallo i tutte le generazioni per convincerlo a lasciarli perdere? Che poi per l’esattezza gli sfottò di quei coglioni cominciarono quando si era allontanato…
    Eh solo che si era preparato lui NON proprio come si erano preparati loro…
    Lasciagli sbagliare treno dove vanno in trasferta e guardie con cui si mettono d’accordo a questi fessi, sempre meglio che si trovino un cmq killer professionista sotto casa.

  14. Sono pure io uno di quelli che sanno chi sono quei 2 imbecilli, ribattezzati i due morti che camminano che rischiarono di fare ricordare il FSE del 2002 per altro, di sicuro gli abbiamo salvato la pellaccia perché per le decisioni che aveva preso chi fecero riflettere per reagire… Non vorrei veramente avere questo pensiero fossi in loro.

  15. Ma Elisa Silva chi? La ladrona accozzata al Leoncavallo che in molti ci hanno detto ve la potevate tenere a Firenze? Insieme a questi capetti di Piazza che se sbagliano treno e non hanno guardie che li.difendono oimè? Ma oggi ci sono i social che fanno dure con nome e faccia e da anni che sono andate le cose oltre questi riporti.
    Ma non è che a Firenze possiamo a dare fieri di questi personaggi…

  16. È arrivato il tempo di far sapere a questi pupazzelli convinti che potessero fare in piazza ciò che facevano allo stadio, che il loro tempo è finito… anzi stando a quanto viene a galla, non è mai cominciato.
    Guardatevi le spalle… Non c’è nessuno che vi copre, anche se nella vostra testa di cazzo lo credere, e non rompete a chi viene a fare il turista a Firenze, caso mai poi vi porta a casa sua e neanche chi l’ha visto può fare miracoli 🙂

  17. Guardate che a parte che non sapete usare internet e come registrarvi e scriverci, se c’è stato un momento in cui qualcuno ha rischiato il morto che non avreste iconizzato, è stato proprio a novembre 2002 a questo social forum e descritto più o meno sopra… Nelle scene “iconiche”.
    “LAAa GEEENTE COOooME NOoOI non molla mlMAAaai…!!!” pupazzi da stadio! Gli stessi slogan srotolati oggi a Roma dai no pass e forza nuova condannati in tribunale!
    Come tante altre cose! Uguali! Fianco a a fianco in “curva” cose mai mai ufficializzate da nessun centro sociale… Ve ne siete appropriati a margine! E di lì uscito fuori lo slogan “noi non siamo del leeeooncavalo!!” Urlato da facce di merda appagatie per quello che stavano a fare come se gli hanno imboccato con la merda! E di lì uscito tutto il resto esattamente mutuato poi da forza nuova, fasci con i quali vedete le partite fianco a fianco! E che piace tanto alle guardie che ridono ogni volta!
    E tu Giuseppe Baccarini… Sei uno che ssguszza e paracula nel sindacato così da una parte all’altra dove ti trovi pure in queste tifoserie e il primo maggio del 1991 le tue paraculate erano state arginate dagli stalin del leoncavallo, quando arriverà la resa dei conti per tutti che non avete capito un cazzo e che fate le cose mettendo le mani in pasta dappertutto scapperete di nuovo a colpi di stalin e chiavi inglesi come il 1° maggio 1991, stalin che non tutti possono prendere in mano, come le scene sorridi sbirri dei capetti di piazza del “antagonismo toscano” che al FSE non controllavano chi usciva dal gregge pensando di avere a che fare con delle pecore! Ma che credete di essere invisibili?

  18. Nel novembre 2002 c’era la diplomazia “stalinista” che evitava due sberle tipo ai 4 misurati capetti “toscani” al social forum europeo a Firenze città liberata ma no dai coglioni la cui mamma è stata incinta così come ai loro amichetti metallari a bordo della Peugeot rossa che a bordo della macchina dal “coraggio”; sceso uno… Non riuscì a portare a termine il compito.
    Se volete lo prendo io il megafono del Leoncavallo perché riconosco da che parte stare non solo della critica, non so se vi va meglio dato che quello vi cercò con il ferro più pesante.
    Ah so dove trovarvi… Le merdine come voi che comandano il MOVIMENTO solo nella vostra testa di cazzo vengono scaricate subito, come è ovvio che sia.

  19. Pezzii di merda è ricordiamo che nessun centro sociale ha mai ufficializzato la presenza politica in una curva da stadio. Non si ha memoria.
    È una vostra pippa mentale, il resto qualcuno lo ha fatto sempre in modalità vedo non vedo, un centro sociale che per non interesse, a volte stessa conoscenza, in una curva non ci è mai entrato, salvo questi 4 scemi pari a quelli ieri che hanno fatto i saluti romani in tribunale per la devastazione della camera del lavoro di Roba che guarda un po’ “rivendicano” un “affronto” al Leoncavallo ma al social forum di Firenze nel 2002 dove c’era un’intergenerazione di leoncavallini: dagli anni ’70 in poi, che s’è n’è pure fatta di galera, non vi ha visti nessuno a parte gli slogan mututi dallo stadio che fanno ridere gli sbirri.
    E quello lì… Non era neanche di Milano, dichiaratevi fortunati che non vi ha messo nel cofano di una macchina a ognuno la sua cultura, non so fino a che punto gli.hsnno naccosto dove siete, è abbastanza vendicativo…

  20. Io un pugno in faccia ve lo darei… “coordinamento antagonista fiorentino” o brigate autonome livornesi che da un’intervista in TV un capo diceva che erano state sciolte per gestione impossibile e che per arginarle bisognava inasprire la repressione.
    Tranquilli non sono incinta…

  21. Direi che due calci nelle palle sarebbe l’ora che li ptendono e nelle ovaie quella scena che al social forum di Firenze voleva fare un recinto per le pecore con gli stalin quadrati non decisi da nessuna parte.
    Venite… A me incinta non mi mette nessuno quindi state sicuri.

  22. State attenti coglioncini sotto forma di capetti di piazza che quelli li per cui ci è dovuta essere l’intermediazione di chi gli anni settanta li ha fatti sul serio E SONO UN PESO ora che non si può intercedere e non vi potete più coprire il culo e la faccia tramite intercessione di assemblee varie, ve li fa fare davvero i film…
    Avete in mente “la banda del gobbo” quando si sostituisce con il trapano? State attenti coglionncini caso mai passate dove si è ritirato a vita privata, ve la siete andata a cercare… E basta solo un’altra scorreggia già che vi fate riconoscere dalla vostra puzza di merda, per altro sfottò che non avete fatto faccia a faccia a qualcun altro.

  23. Fossi in capetto da 42 Kg al social forum di Firenze mi guarderei le spalle ma anche no, dato che quello lì al quale ha gridato alle spalle è andato a cercarlo già una volta
    Ma per appiccicargli la faccia davanti al portone di casa; e non l’ha trovato, insieme allo scemo che gli aveva dato “supporto”
    Guardando la “targa” del megafono.
    E a girato pure il tempo che poteva per Firenze…
    Non tutte le ciambelle escono col buco.
    Attento che ogni volta che l’ha detto l’ha fatto… Ti fa veramente la parrucca con i capelli che ti uscivano dal berretto di lana.
    E sarà molto difficile che anche oggi qualcuno ti faccia il comunicato… di solidarietà…
    Cazzi tuoi, sei un coglione in partenza.

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