A poche ore dal derby con il Livorno facciamo il punto sulle divise da trasferta degli ospiti con Miki Garzelli, tifoso ma soprattutto collezionista amaranto. Al suo attivo oltre 350 maglie, tutte rigorosamente indossate o preparate, che coprono un arco temporale che va dagli anni ’80 ai giorni nostri. Potete prendere visione del frutto delle sue ricerche nella pagina FB di cui è amministratore, “Collezione Cuore Amaranto”, all’interno della quale fanno bella mostra di sè anche dei pezzi del nostro Ciccio Tavano indossati nella sua parentesi labronica fra il 2007 ed il 2011. Chi meglio di lui dunque può descriverci lo stato dell’arte nella terra che fu di Protti, Lucarelli e, più recentemente, Diamanti?

In estrema sintesi il Livorno si presenta in trasferta con una seconda maglia bianca dagli inserti amaranto, come da consuetudine, mentre ripropone come terza alternativa la maglia nera con bordature gialle che tanto successo di pubblico e critica ha riscosso la scorsa stagione. Ma andiamo con ordine, facendoci aiutare da Miki Garzelli per i dettagli ed i riscontri presso la piazza.

La seconda maglia presenta una struttura un po’ anonima, comune a tutte le mute del Livorno 2019/20, con scollo a V e due richiami a contrasto all’altezza delle scapole che creano un mix fra il déjà-vu e l’impressione di avere a che fare con un modello più da allenamento che non da gara. L’unico dettaglio grafico che conferisce un minimo di personalità all’insieme è la stampa, nella parte frontale bassa, di un estratto della planimetria cittadina comprendente l’area del porto storico. Una soluzione tono su tono (un amaranto sbiadito tendente al grigio su base bianca) non particolarmente dettagliata, anzi talmente abbozzata da apparire un po’ “tirata via”.

Ciononostante la maglia bianca, come ci racconta Miki Garzelli, ha ottenuto presso i tifosi labronici un maggiore riscontro rispetto alla amaranto 2019/20: sebbene infatti presentino la medesima struttura sartoriale e la stessa soluzione grafica, nella prima maglia la visibilità dell’estratto planimetrico (di fatto l’unico elemento di personalizzazione degno di nota) è decisamente inferiore e questo contribuisce a farla scivolare verso l’anonimato.

A prescindere da queste considerazioni, la vox populi che ci viene riportata è quella di un passo indietro di Legea rispetto alle divise della scorsa stagione (attualmente utilizzate dal settore giovanile del Livorno), percezione maturata fin dagli albori della consultazione online che ha portato alla scelta da parte dei tifosi del modello da utilizzare nella stagione corrente.

A conferma di quanto detto sopra, a farla da padrone nonostante abbia già un campionato sulle spalle, pare sia la terza maglia nerogialla: una soluzione cromatica inconsueta per il Livorno, nata per omaggiare il gemellaggio storico con i tifosi dell’AEK Atene. Una novità che nello scorso campionato ha ottenuto fin da subito un grande successo presso il popolo amaranto, e ancora oggi pare essere regina indiscussa delle vendite dello store. In sé per sé nulla di fuori dall’ordinario, un modello girocollo molto semplice, ma sostenuto da un’idea di fondo che indubbiamente ha fatto la differenza.

C’è da dire che la “ricomparsa” sulla scena della maglia nerogialla pare essere più frutto di necessità contingenti che di strategie studiate a tavolino: un ritardo di Legea nel rifornire il magazzino amaranto pare infatti abbia costretto i labronici a rispolverare queste divise ad inizio stagione, e da lì quel che era uscito dalla porta ha finito per rientrare dalla finestra.

Rientrano dalla finestra anche le personalizzazioni, almeno per quel che riguarda i numeri, dove viene rispolverato il carattere usato dal Livorno fra il 2011 ed il 2016. Parere personale: tanto valeva riproporre anche lo stesso lettering piuttosto che usare un font anonimo che perfino mal si sposa con il taglio grafico della numerazione. Questa combinazione rimpiazza il materiale in uso lo scorso campionato che ricalcava, quasi letteralmente, la numerazione ed il lettering del Barcellona 2011-13.

In chiusura non ci resta che ringraziare Miki Garzelli in particolare per il prezioso materiale fotografico estratto dalla sua collezione che ci ha permesso di mettere a fuoco dettagli e caratteristiche delle divise labroniche. Naturalmente l’appuntamento con le maglie del Livorno e con Miki è per la gara di ritorno, alla vigilia della quale approfondiremo il discorso sulla muta amaranto ed i suoi aneddoti.

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La scintilla azzurra la accendono il Subbuteo e la prima volta al Castellani per Empoli-Como in un grigio pomeriggio dell'Inverno 1993. Memoria storica delle divise dell'Empoli, la sua collezione privata conta di circa 200 maglie indossate che vanno dagli anni '80 ad oggi, ha lavorato al restyling dello stemma societario e alla creazione dei completi gara utilizzati dagli azzurri dalla stagione 2009/10 alla stagione 2014/15. Nello stesso periodo è stato fotografo ufficiale della prima squadra, occupandosi successivamente del settore giovanile fino alla chiusura del rapporto con la società azzurra al termine della stagione 2017/18.

4 Commenti

  1. SI LEGGE:

    “”all’interno della quale fanno bella mostra di sè anche dei pezzi del nostro Ciccio Tavano indossati nella sua parentesi labronica fra il 2007 ed il 2011. Chi meglio di lui dunque può descriverci lo stato dell’arte nella terra che fu di Protti, Lucarelli e, più recentemente, Diamanti?””

    Ragazzi, ma voi lo sapete che a Livorno, se beccano a giro Tavano lo rincorrono? Per noi Tavano è un mito ma per loro no, insomma un’affermazione difficile da sostenere secondo me..

    • I sentimenti dei tifosi amaranto per Tavano erano eloquentemente sintetizzati dallo striscione che esposero in curva per la finale di ritorno playoff del campionato 2012-13, quindi se il “Ragazzi, ma voi lo sapete…” è rivolto a chi scrive, posso confermarti “sì Dash, lo so”.

      L’espressione “fanno bella mostra di sè” è da leggere nell’ottica del tifoso azzurro, dato che è agli empolesi che la nostra testata si rivolge, anche se sappiamo che la rubrica per ovvi motivi richiama lettori anche “da fuori”. Credo che per un empolese vedere scritto “Tavano”, anche se sulla maglia di un’altra squadra, non lasci mai indifferenti.

      Considera che nel collezionismo ogni pezzo fa bella mostra di sè a prescindere dal fatto che si tratti di una maglia fortunata o sfortunata, indossata da un giocatore amato oppure odiato, perchè il valore di testimonianza storica ed evocativo (nel bene o nel male) prevale su qualsiasi altra considerazione. Almeno questa è l’ottica di chi scrive e della larga maggioranza dei collezionisti con cui mi sono confrontato.

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