A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: Supporters Pordenone.

Altri Gruppi/compagnie esistenti: Bandoleros, Cuori Neroverdi, Pn Neroverde 2020.

Settore: Distinti H1 al “Friuli-Dacia Arena” di Udine. Gradinata al “Bottecchia” di Pordenone.

Gemellaggi/amicizie: –Cosenza: un gemellaggio vero e proprio, un rapporto nato recentemente, a dimostrazione che si può essere amici anche a distanza di circa 1.100 chilometri, al grido di “Pordenone e Cosenza nessuna differenza” e, scritto su uno striscione tenuto a mano per le vie cittadine “La nostra fratellanza non conosce distanza”, con “fratellanza” scritta in rossoblù e “distanza” in neroverde. La Curva “Bergamini” di Cosenza ha esultato nell’aprile 2019 per la prima storica promozione della squadra friulana in Serie B. Nell’ottobre  e nel novembre 2020 hanno manifestato il loro cordoglio per la scomparsa di due ultras, due fratelli di Cosenza, salutando uno di loro con lo striscione “Buon viaggio Emanuele”, appeso sopra un muro. –Delta Porto Tolle: vecchia amicizia. Festa organizzata dai tifosi del Delta a Tolle nell’aprile 2013 che consolida un’amicizia sempre più forte. Striscione “Supporters Pordenone” presente in Delta Porto Tolle-Forlì l’1 giugno 2014. Nel giugno 2015 giro di campo con lo striscione “Oltre colori e rivalità solo amicizia ultrà”. –Adriese: vero e proprio gemellaggio negli anni 90, nato nel 1997; adesso il rapporto si è molto raffreddato, non ci si incontra più. –Sanvitese: rapporti amichevoli fin dagli anni 90, adesso il rapporto si è raffreddato. –Fano: gemellaggio recente. In Fano-Pordenone del settembre 2017 esposto lo striscione “Solidarietà ai P.F. ‘77” (Panthers Fano). –Udinese: buoni rapporti di vicinato. Il 16 e 17 giugno 2018 gli “Ultras 1995” Udine hanno partecipato al terzo torneo “Ultras Pordenone siamo noi”. Lo stesso hanno fatto i neroverdi nel 2019 a un torneo organizzato dagli “Ultras 1995” Udine. –Jesina: amicizia recente dato che gli jesini sono gemellati coi fanesi. –Cremonese: amicizia datata, poi buoni rapporti da diversi anni. Le partite dell’ottobre 2015 e dell’anno prima si erano concluse con cori di reciproco rispetto, due chiacchiere e bevute insieme.

Rivalità: –Porto Viro: vecchia, sentita rivalità, molto spesso sfociata in scontri. Vedi sezione “Storia del tifo pordenonese”. –Bassano: nel maggio 2018 tre ragazzi appartenenti ai “Supporters Pordenone” sono stati colpiti da Daspo di un anno in seguito a tafferugli avvenuti al termine del match interno col Bassano del 27 gennaio 2018, quando due auto con a bordo ultras dei “ramarri” hanno raggiunto il pullman dei tifosi bassanesi (un Daspo anche tra loro), scontro subito fermato dalla polizia. –Sacilese: antica sentita rivalità. In Pordenone-Sacilese del settembre 2013 esposta la scritta “Sacile merda”. Due anni di Daspo a tre ultras del Pordenone a seguito dei tafferugli, sostanzialmente il lancio di alcuni fumogeni dentro lo stadio, registratisi nell’amichevole estiva Sacilese-Pordenone del 5 agosto 2015. –Triestina: recente rivalità. Il 12 dicembre 2018 a Pordenone erano presenti circa 500 alabardati. Un tifoso giuliano inveendo e provocando la tifoseria ramarra, saliva sul parapetto di ferro all’estremità del settore; condotta che si protraeva per diversi minuti, incurante dei ripetuti richiami degli steward a desistere da tale atteggiamento, tanto dal rendersi necessario l’intervento materiale degli stessi, che fisicamente l’allontanavano dal parapetto. Nel medesimo contesto un altro giovane triestino verso fine gara si posizionava a cavalcioni sulla rete di recinzione: riuscendo a scavalcarla effettuava un invasione di campo protrattasi per alcuni minuti. Entrambi verranno poi Daspati.        –Mantova: vecchia rivalità, odio, tafferugli negli anni 90. –Rovigo: rapporti non proprio amichevoli fin dagli anni 90. Chioggia: scontri in passato, rivalità sentita specie a fine anni 90.

Politica: apolitici.

Storia del tifo pordenonese: Il tifo a Pordenone ha sempre risentito dell’influenza della vicina Udine, parecchi ragazzi di Pordenone hanno seguito negli anni l’Udinese, come la sezione di Pordenone degli storici “Hooligans Teddy Boys”. Questa dinamica non ha mai favorito negli anni 80, periodo perlopiù di C.N.D. (Campionato Nazionale Dilettanti) la nascita di un gruppo ultras che invece si affaccia negli anni 90. E’ il 1992 quando giovanissimi delle scuole superiori di Pordenone fondano i “Brigata Gomiero”, vogliosi di fare un tifo sano e colorato per la propria città. La prima partita seguita è Pordenone-Zoppola di Prima categoria. Nasce tutto per gioco, ma, grazie alla scalata dei Ramarri (così viene chiamata la squadra del Pordenone), che giocano bene e scalano le classifiche, passando dalla Prima categoria alla Promozione nel 1993, alla Serie D nel 1996, il gruppo assume sempre maggiori dimensioni. Allo spareggio per la D contro il Rovigo i neroverdi vincono ai rigori: quel giorno allo stadio sono presenti molte persone che si uniscono alla “Brigata Gomiero”, non solo ragazzi, ma anche ragazze, adulti e anziani. Da lì alla fondazione, visto la crescita numerica, degli “Ultras Pordenone”, il passo è breve. Non sono assolutamente politicizzati: c’è gente del Fronte della Gioventù e gente che frequenta i Centri Sociali. Durante la settimana non si guardano neanche in faccia, ma la domenica…cantano tutti insieme. Sono gli anni di Canzian, Capasa, Lovisa, bomber Pentore e del presidente Setten. Con un tifo caloroso e “casinaro”, ma leale gli “Ultras” scelgono come simbolo l’Asterix, personaggio sbruffone ma positivo. Durante la settimana si prepara gli striscioni e le bandiere, con il frutto di grandi collette. Il loro compito é quello di reclutare più tifosi possibile per la domenica, pescando nel mondo delle loro conoscenze, finché si raggiunge la trentina per le partite in casa. Si stampano volantini e un giornalino, ottimo il rapporto coi giocatori che ad ogni gol vanno ad esultare sotto la gradinata. La società li sostiene perché capisce l’importanza del loro tifo; non economicamente, ma appoggiandoli con la logistica, passandogli le stoffe, aiutandoli a prenotare i pullman per le trasferte. Gli “Ultras” crescono e forse si inserisce qualche “testa calda”. Molte volte con le tifoserie avversarie ci si insulta per 90 minuti, anche pesantemente, poi alla fine si finisce per bere insieme. Nel 1997 a Porto Viro, Campionato Nazionale Dilettanti, non finisce invece così. In quattro al seguito della squadra, con l’altra tifoseria non abituata ad avere “rivali”, si mettono a fare gli strafottenti e in pochi minuti si trovano il paese contro. Se non intervisse la polizia per i pordenonesi finirebbe davvero male. Quest’ultimi per la gara di ritorno preparano la risposta, chiamando il più possibile gente e amici. Qualcuno viene per difendere l’onore, altri per fare casino e basta. Si prepara un agguato, aspettandoli con le aste delle bandiere, ma il contatto grosso viene evitato dalle forze dell’ordine (la partita è a forte rischio). Qualche tifoso del Porto Viro però sbaglia settore: uno finisce a farsi medicare al pronto soccorso, gli altri vengono derubati delle sciarpe, come bottino. Non sono molte le squadre che nel girone hanno gli ultras. Nel 1997, oltre a loro, ci sono i mantovani (rapporti tesi), gli adriesi (gemellaggio), i sanvitesi (rapporti amichevoli), i rodigini (non ci si amava). Dopo l’episodio col Porto Viro c’è quello col Mantova. Qualcuno scrive su un muro un insulto a quella città. Loro cominciano a brandire le cinghie. Non c’è un vero scontro, ma ci scappa la scazzottata. Al ritorno a Mantova ci sono 5mila persone: è il giorno della loro promozione. I Ramarri arrivano con un pullman da 50 persone. Due di loro staccano uno striscione mantovano posizionato a ridosso del settore ospiti. Gli Ultras mantovani fanno il giro dello stadio e i neroverdi se li ritrovano in curva; a quel punto menomale interviene la celere. Storie di botte ma anche di amicizie, come quella con i supporters dell’Adriese, che sono “nemici” di Porto Viro e Rovigo. L’antipatia è comune, ma ci si lega non tanto per questo, quanto perché in sintonia a livello personale. Il rivale giurato di quei tempi è il Porto Viro. Nel 1998 all’andata, i neroverdi, arrivati da loro, fermano il pullman in piazza per cercare il contatto e rubano sciarpe, ma la polizia interviene. Al ritorno schieramento incredibile di forze dell’ordine. Un tifoso del Pordenone viene arrestato perché scaglia una biglia contro il pullman della squadra avversaria. L’amicizia con gli adriesi, inoltre, genera un’altra giornata da incubo per i sostenitori dei Ramarri. Teatro della contesa ancora Porto Viro, marzo 1998. I neroverdi vanno ad Adria in cinque già dal sabato, per passare la serata coi loro amici, il giorno dopo sentono puzza d’agguato. A causa di un cancello aperto in molti del Ponte Viro entrano nel settore dove sono adriesi e Ramarri prendendoli alle spalle: ci sono scontri pesanti. C’è gente che giura di aver visto qualcuno con il coltello, ci sono feriti. Un assessore locale viene picchiato, la gara sospesa per 10 minuti. La celere interviene in colpevole ritardo, e sì che fuori lo schieramento di polizia e carabinieri è cospicuo. Evitata la denuncia grazie al sindaco di Adria. Col Porto Viro si era creato un circolo di vendette. I pordenonesi erano in genere ragazzi sotto i 30 anni, con al seguito anche ragazze e, a parte alcuni casi, hanno sempre fatto del tifo sano. Ma in giro trovavano ultras diversi. Quelli del Chioggia e del Monselice erano molto caldi. Nel giugno 1998, per lo spareggio per la Serie D contro la Sacilese, dopo la sconfitta da loro all’andata per 0-2 a tavolino, i sacilesi vanno a Pordenone, vincono 3-0, ottengono la promozione e sfasciano tutto, in circa 100, armati di bastoni e cinture. Provocano tutta la gara, scrivendo perfino sui muri “Friulani bastardi”. Vi sono violenti scontri con la polizia. Nel frattempo si affaccia nel ’97 un altro gruppo, i “Naonian Army” che tirano le redini del tifo per qualche anno, affiancati dai “Mods”. Nel 2000 tramonta definitivamente l’era degli “Ultras Pordenone” e nascono i “Guardia Cittadina”, che non si fanno ricordare per nulla di eccezionale, a parte il tifo colorato e di base sano. Nel 2002 arriva la promozione in C2, nel 2003 l’A.S. Pordenone Calcio viene esclusa dal campionato e riparte dall’Eccellenza con la denominazione di Pordenone Calcio S.r.l., nel 2004 la retrocessione in Promozione, ma l’anno dopo c’è subito il ritorno in Eccellenza e nel 2006 addirittura la promozione in D, che però dura solo un anno. Dopo una nuova retrocessione in Eccellenza, nel frattempo avviene lo scioglimento dei “Guardia Cittadina” e la nascita, nel 2008, di un gruppo davvero tosto, i “Supporters Pordenone”, che scelgono come simbolo “Sioth” dei Goonies. Nello stesso anno la Società ritorna in Serie D, per restarvi fino al 2014, quando arriva la Lega Pro. Nel 2015 arrivano 19.i nel girone A di Lega Pro, perdono i Playout col Monza, ma vengono successivamente ripescati. Il 10 ottobre 2016 nascono i “Bandoleros Pordenone” per la volontà di alcuni giovani dei “Supporters” di creare una nuova realtà di aggregazione per i giovani pordenonesi. Nel 2016 e 2017 il Pordenone perde la semifinale Playoff per la B, arrivando rispettivamente secondo e terzo nel girone. Il 13 giugno 2017 perde, solo ai calci di rigore, la semifinale Playoff col Parma sul neutro di Firenze, davanti a un numeroso e compatto seguito di tifosi neroverdi. Il 12 dicembre 2017 è una data storica per l’ambiente neroverde, in una notte gelata infatti circa 4mila friulani seguono il Pordenone al “San Siro-Meazza” per la sfida Inter-Pordenone, ottavi di finale di Coppa Italia 2017/18, con il club friulano che riesce a fermare sullo 0-0 per 120 minuti, quindi supplementari compresi, la ben più blasonata formazione nerazzurra e si arrende solo 5-4 alla lotteria dei rigori. Sempre nel 2018 i Ramarri perdono il primo turno dei Playoff con il Feralpisalò. Ma nel 2019 arriva la storica promozione in Serie B col trionfo nel girone B della Serie C con 73 punti (+6 sulla seconda, la Triestina) nel tripudio del “Bottecchia”, lo stadio di Pordenone. Le partite interne del campionato di Serie B 2019/20 il Pordenone le gioca al “Friuli-Dacia Arena” di Udine, che dista da Pordenone 52 chilometri. Alla ripresa dei campionati dopo la prima ondata di pandemia si trasferisce al “Nereo Rocco” di Trieste, dove gioca la sfortunata semifinale Playoff per la A col Frosinone. Nel 2020/21 si gioca nell’impianto di Lignano Sabbiadoro.

Curiosità: -E’ molto sentito a Pordenone, soprattutto dagli Ultras il problema dello stadio, dato che il “Bottecchia”, un velodromo adattato al calcio, non è omologato per partite di Serie B, e nella stagione 2019/20 il Pordenone è stato costretto a giocare al “Friuli-Dacia Arena” di Udine, poi a Trieste dalla ripresa della stagione a giugno 2020, dopo la sosta del lockdown per il Covid 19, visto che l’Udinese aveva comunicato, senza troppo preavviso, che il Pordenone non poteva più utilizzare il “Friuli-Dacia Arena” fino al termine della stagione 19/20. Gli Ultras non ne possono più, sono 2-3 anni che sentono chiacchiere: tranquilli si gioca al “Bottecchia”, tranquilli vi fate un annetto di purgatorio a Udine e poi avrete lo stadio, tranquilli ora arriva Fontanafredda e poi ci sarà il megastadio in legno super high-tech, tranquilli andrete a Portogruaro, tranquilli vi fate qualche mese a Trieste. Gli Ultras si sono stufati di tutte queste chiacchiere e stancati delle promesse dei politici, si sono rotti di farsi prendere in giro, affermando che Pordenone ha bisogno di uno stadio, merita uno stadio: basta parole e promesse. Adesso il Pordenone, durante la stagione 2020/21 gioca al “Teghil” di Lignano Sabbiadoro, individuato dal Pordenone Calcio come sede delle gare casalinghe, ma non può essere una scelta definitiva, può solo andar bene ora che gli stadi sono chiusi. Gli Ultras inoltre ripudiano quello di Trieste, dicendo che non ci andranno mai, per una questione di principio. Hanno bisogno di una casa per poter girare il mondo, una casa nella loro città come il loro amato “Bottecchia”, per poter stare insieme, sognare traguardi fino a poco tempo fa impensabili, soffrire, tifare e unirsi in un grande abbraccio. A chi di dovere ribadiscono di darsi da fare. La mossa del presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, di andare a giocare a Trieste non era andata giù neanche agli Ultras triestini della Curva Furlan che si erano opposti determinatamente. Infatti in concomitanza con Pordenone-Venezia del 20 giugno 2020, prima partita del Pordenone al “Rocco”, almeno un centinaio di ultras della Triestina si sono riuniti sotto la targa che ricorda Stefano Furlan per far sentire la loro voce: “A Valmaura solo l’Unione”. -Ai primi di marzo 2021, col campionato che entra nel vivo, i gruppi “Supporters” e “Bandoleros”” hanno manifestato il loro sostegno ad oltranza, esponendo all’ingresso del centro sportivo dove si allena il Pordenone lo striscione “Gli Ultras sono con voi…carica ragazzi!!!”. Il Pordenone si è visto negare nella recentissima trasferta di Monza del 6 marzo 2021 un rigore solare per un fallo di mano del monzese Bellusci. Cominciano a essere molte le gare in cui il Monza è stato favorito dagli arbitraggi. -All’inizio del nuovo anno 2021 gli Ultras hanno posto l’accento sul fatto che in Italia ci sono ancora quasi 1.000 persone sottoposte a Daspo che devono andare in questura a firmare, nonostante i rischi per la salute e nonostante gli stadi siano chiusi al pubblico. A tal proposito hanno fatto 4 domande a 4 specialisti, in particolare l’avvocato Adami ha affermato che un pool di avvocati è riuscito a ottenere tante sospensioni dell’obbligo di firma; dice inoltre che non si riesce a capire il concetto dell’obbligo di firma, che così non è una misura preventiva, nata per non permettere ai furbi che vogliono andare allo stadio di andarci lo stesso col Daspo, ma punitiva. Chi ha subìto un Daspo deve, come punizione, continuare a scontare la misura ed andare a firmare. Anche in zona rossa per la pandemia, dove non si potrebbe uscire di casa se non per comprovati motivi di salute, per lavoro, per fare la spesa, i diffidati, con gli stadi chiusi, sono costretti a uscire di casa e firmare: semplicemente assurdo! -A Natale 2020 hanno deciso di portare il loro augurio ai bambini del reparto di pediatria dell’ospedale civile di Pordenone, con giocattoli, dolciumi, pandori e panettoni. Un piccolo gesto di solidarietà e amore. -All’inizio del campionato di Serie B 2020/21, per decreto del Governo le Società potevano far entrare 1.000 spettatori, dopo qualche settimana il nuovo D.P.C.M. pose fine a questa possibilità. Gli ultras si affrettarono a rendere nota la loro opinione scrivendo su uno striscione, illuminato dai fumogeni in un parco, “Non conta quanti…conta come!!!”, d’accordo con altre tifoserie. E diffusero un comunicato dal titolo eloquente “O tutti o nessuno”, stesse parole in uno striscione appeso al muro dello stadio. -Intorno al 1° settembre 2020 gli Ultras hanno esposto uno striscione di ringraziamento al muro dello stadio che recitava “170 volte grazie Dea”, dedicato al difensore Michele De Agostini, che dopo appunto 170 presenze nel Pordenone, alla veneranda età di 37 anni, si è trasferito al Cjarlins Muzane, squadra militante in Serie D. -L’8 agosto 2020 sono andati al centro sportivo “De Marchi”, impianto polifunzionale che ospita gli allenamenti del Pordenone, e partite delle giovanili, per mostrare affetto e caricare i ragazzi in partenza per il sogno delle semifinali Playoff, dopo il grande risultato del 4° posto nella regular season, nella stagione dell’esordio assoluto in Cadetteria. Inoltre organizzarono un corteo con a capo lo striscione “Una stagione che rimarrà nella storia ora si parte per la gloriA”. Il Pordenone vinse a Frosinone (0-1) domenica 9 agosto, ma si fece battere 2-0 a Trieste, nella gara “casalinga” di mercoledì 12 agosto 2020. Se gli Ultras sono ritornati ad amare questo gioco, nonostante la pandemia, lo devono ai loro ragazzi e a mister Tesser, che hanno dato tutto per la loro maglia e i loro colori, onorando la città, portandosi a due partite dalla A: di più non potevano chiedere. -A fine dicembre 2019, fuori dallo stadio “Friuli” di Udine gli Ultras avevano fatto una promessa: quella di portare sorrisi e solidarietà ai ragazzi dell’Area Giovani del Cro. Sono riusciti finalmente a portare a metà luglio 2020 il materiale comprato con l’aiuto di tutti, con qualche mese di ritardo a causa della delicata situazione legata al Covid, ringraziando chi ha partecipato a questa raccolta fondi per un importante progetto. -Insieme ad altri gruppi del tifo organizzato di altre città, e comuni cittadini, gli Ultras del Pordenone invitano a firmare l’appello di Amnesty International “Le divise danno i numeri, diamo i numeri alle divise”, per dire basta ad abusi, Daspo e repressione. -“Supporters” e “Bandoleros” hanno aderito all’iniziativa “#nofootballwithoutfans”, insieme a oltre 200 gruppi sparsi in tutta Europa: nessuna ripartenza senza tifosi e garanzie di salute per tutti: gioia e passione popolare contro Pay-tv, industria calcio e interessi economici. Con l’ufficializzazione della ripartenza dei campionati gli Ultras hanno voluto esprimere il loro dissenso, intorno al 31 maggio 2021, con la scritta sulle mura del “Bottecchia”: “Voi ripartite per i vostri interessi noi con povertà e decessi”. Appeso, sempre alle mura dello stadio, lo striscione “Football belongs to the people” (il calcio appartiene al popolo) verso la fine di luglio 2020. -Con una nota del 15 marzo 2020, all’inizio della devastante pandemia che ha colpito tutto il mondo causando morti quanto una terza guerra mondiale, i “Supporters Pn”, augurandosi che Pordenone e tutta l’Italia torneranno a splendere, ringraziano di cuore chi per salvare la vita altrui sta rischiando la propria. -Il 25 gennaio 2020 è stata esposta in Pordenone-Pescara la scritta “Ciao Ale”, per una persona purtroppo non più tra noi. -In occasione della trasferta di Frosinone del 17 gennaio 2020 mostrato il chiaro messaggio “Dalle tribune ai settori popolari no agli esperimenti sociali”. Nelle settimane precedenti, in Curva “Primavera” Sud a Torino e in Curva Sud a Brescia, i tifosi avversari ospiti erano stati piazzati in mezzo a tifoserie di casa. Almeno nel primo caso, le autorità convocate in conferenza stampa hanno chiaramente parlato di “esperimento sociale”, salvo poi ritrattare e gridare alle fake news. Nonostante le frettolose smentite, il sospetto è che si sia pensato di mescolare due tifoserie per vedere cosa sarebbe successo, magari trattando i tifosi ancora una volta come cavie. Rischiare sulla pelle di persone inconsapevoli pur di raggiungere un obiettivo stabilirebbe un precedente da tenere in considerazione, oltre a scatenare l’effetto esattamente opposto a quello delle famiglie che devono tornare negli stadi, allontanando per sempre la gente dalle curve. -Durante le partite Pordenone-Ascoli, del 22 dicembre, e Pordenone-Cremonese, del 29 dicembre 2019, gli ultras neroverdi sono stati presenti nel parcheggio della Curva Nord e ai cancelli dello stadio di Udine per raccogliere fondi a favore dell’Area Giovani del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pn) per regalare sorrisi, affetto e momenti di felicità a questi ragazzi e ragazze portatrici di tumore. -Circa 25 encomiabili tifosi del Pordenone hanno affrontato il 26 dicembre 2019, giorno di Santo Stefano, la trasferta di Salerno, macinando 1.800 chilometri, che, data la festività, la distanza e il ristretto bacino di utenza (Pordenone può contare circa 52mila abitanti e attinge pochi tifosi dal comprensorio) sono abbastanza. -Per Pordenone-Crotone dell’8 dicembre 2019 il tifo organizzato prende la decisione di entrare nel proprio settore con 15 minuti di ritardo, per manifestare contro i provvedimenti che li hanno interessati in quei giorni, ben sapendo che con il passaggio alla Serie B gli occhi puntati su di loro sarebbero aumentati, ma la repressione sta rasentando il ridicolo, infatti già dal precampionato avevano intuito con minacce, avvisi e quant’altro che i tutori dell’ordine volessero fare la voce grossa, in più sono arrivate multe assurde, come quella per aver sventolato una bandiera non autorizzata, stessa bandiera che aveva passato i solerti controlli qualche minuto prima e che non conteneva né immagini né scritte violente o volgari, solo l’immagine stilizzata della città  e il nome del gruppo “Bandoleros”. Inoltre un ultrà rischiava la diffida di almeno 7 anni, fino a 13 per recidività, per aver lanciato in aria un bicchiere di birra in plastica, in un momento di esultanza per un gol, bicchiere che nemmeno è finito in campo. C’è da dire però che per la Questura è accusato di aver lanciato una birra contro uno steward e un poliziotto, colpendoli e imbrattandone vestiti e capelli, e questo cambierebbe le cose. Per lo sciopero col Crotone hanno ricevuto gli applausi del loro pubblico, la solidarietà di molte tifoserie in giro per l’Italia e hanno dimostrato a tutti che senza tifo non c’è calcio, esponendo inoltre fuori dallo stadio di Udine la scritta “Stop repressione”. La Società aveva chiesto esplicitamente di ripensare l’iniziativa annunciata, essendo il sostegno del tifo fondamentale per la squadra, sottolineando la correttezza dei suoi ultras. -Per la stagione 2019/20, zebre e Ramarri uniti sotto l’egida del “Friuli”: è il senso della campagna abbonamenti congiunta di Udinese e Pordenone, iniziativa abbracciata con entusiasmo. Gli ultras udinesi hanno ribadito però con forza: nessuno violi la “sacralità” della Curva Nord. -Nel week-end del 22 e 23 giugno 2019, presso il campo sportivo di Spilimbergo (Pn), si è svolta la 16^ edizione del torneo “Ultras Liberi”, organizzato dal gruppo “Ultras Udinese”, al quale hanno partecipato i pordenonesi e tante altre tifoserie, tra cui romanisti, vicentini e aretini. La serata del sabato concerto e fiumi di birra. -All’indomani della festa per la promozione in B, ai primi di maggio 2019, gli ultras ricordano che il supporto non è mai mancato, ma non è abbastanza, non per una capolista che si rispetti, pertanto lanciano un “appello” alla città perché la squadra, i colori e la maglia vanno seguiti nel bene e nel male, non solo durante i festeggiamenti. -Bella coreografia in occasione di Pordenone-Giana Erminio del 28 aprile 2019, ultima gara interna del campionato di C 2018/19, con tanti cartoncini che riportano la scritta “B”, qualche fumogeno e, in basso, lo striscione “Sono sempre i sogni a fare la realtà”, parafrasando una hit del cantautore Luciano Ligabue. -Ai primi di aprile del 2019, dopo una settimana di polemiche sulla questione del trasferimento della squadra a Treviso, con tanto di presunto cambio di nome e di colori sociali, gli Ultras Ramarri si sono confrontati con la Società, ed è stata ribadita da parte di essa la volontà di rimanere a Pordenone, di tenere la loro storia quasi centenaria e gli amati colori alti come sempre. -La notte del 10 marzo 2019 alcuni pseudoultras del Pordenone sarebbero stati autori della scritta “PN domina Trieste merda” all’esterno della Curva Furlan di Trieste. I “Supporters Pn” si sono affrettati a prendere le distanze da tale “azione”. -Durante l’amichevole estiva Pordenone-Venezia del 18 agosto 2018, esposto lo striscione “No codice etico”, ennesimo strumento di repressione in mano alle società di calcio, che a loro piacimento possono revocare abbonamento o biglietto a tifosi della propria squadra che si rendano colpevoli di atteggiamenti violenti. -Dopo lo storico match degli ottavi di finale di Coppa Italia, Inter-Pordenone, del dicembre 2017, sono arrivate quattro attese diffide, della durata di uno/due anni. Il tutto per aver acceso qualche torcia e fumogeno che non avevano creato alcun tipo di problema, in una giornata di festa per l’intero popolo neroverde. -Dopo la trasferta di Parma del 5 febbraio 2017, 24^ giornata Serie C, e l’ennesima dimostrazione di menefreghismo “quasi” assoluto dei giocatori nei confronti del centinaio di tifosi presenti, gli ultras neroverdi esprimono il loro dissenso. Durante la stagione 16/17 più volte Pordenone ha ricevuto critiche dalla dirigenza per la poca presenza allo stadio e per l’’apparente’ scarso legame alla squadra. Dopo 90 minuti sotto la pioggia, dopo ore di viaggio ed un ritorno in nottata con l’inizio della settimana lavorativa ormai imminente, dopo aver speso quei pochi soldi in tasca per seguire i propri colori, un saluto svogliato è troppo poco. -Il 14 dicembre 2016 i “Supporters” hanno devoluto tramite bonifico bancario 700 €. raccolti a favore delle popolazioni terremotate del centro Italia. Il 21 settembre 2018 una rappresentanza di ultras pordenonesi, insignita con tanto di targa ricordo, era presente ad Amatrice per l’inaugurazione degli impianti sportivi nati grazie alla solidarietà del mondo ultras nei confronti di quella terra, promotore del progetto il gruppo “Red Blue Eagles L’Aquila”. -Nel dicembre 2016, durante Pordenone-Samb.,ttese, coi tifosi rossoblù assenti forzati in quanto gli era stata negata la trasferta dall’Osservatorio, a seguito del comportamento violento di alcuni tifosi in occasione di Samb-Ancona dell’11 dicembre, veniva esposto dai Ramarri lo striscione “Trasferte libere”, seguito dal coro “Libertà per gli ultras”. -Il 27 settembre 2015, gara interna con il Renate, viene srotolato e tenuto in alto lo striscione “Diffidati con noi”, che, chissà perché, dopo pochi secondi gli steward si fiondano per cercare di toglierlo; dopo alcuni secondi in cui questo viene trattenuto dagli Ultras, si rompe e viene “portato in salvo” dai simpatici omini in gilet catarifrangente. Tutto questo non fa altro che fare arrabbiare gli Ultras, che continuano a cantare con ancora più voce e grinta il coro “libertà per gli ultras” e “diffidati con noi”, seguito dal coro a fine partita “diffidati sempre presenti”. -Grave lutto nell’ambiente ultras pordenonese il 30 agosto 2015 per la morte, a seguito di un tragico incidente stradale, del compianto Alessandro Paludetto, trasportatore 33enne, tifoso del Pordenone con una passione infinita per il calcio. Esposto sempre, almeno in casa, lo striscioncino “Palu sempre con noi”. -Il 13 dicembre 2014 per la 17^ giornata di Serie C 2014/15, un solo tifoso del Pordenone era presente a Novara, non nel settore ospiti ma in Tribuna. Era già successo anche a Alessandria e Arezzo, nel solito anno. Oltre ad essere un vero tifoso del Pordenone era lo speaker della squadra di Serie A1 femminile di pallavolo. -In occasione di Pordenone-Renate (1-3) del 22 novembre 2014 contestazione dal primo minuto, nel mirino Società e giocatori. Al 55° abbandonati gli spalti e dopo l’uscita si sono ritrovati a fare il tifo per una partita di bambini nel campo più vicino al “Bottecchia”. Bel momento, tra lo stupore dei genitori e la felicità di tutti i bambini che a fine partita sono andati ad esultare sotto la loro “curva”. La contestazione si è poi prolungata per un’altra ora davanti ai cancelli nei pressi degli spogliatoi, protagonisti una 40ina di ultras più altri tifosi “normali”.              

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

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