Logo ufficiale PisaProssimi avversari dell’Empoli saranno i nerazzurri del Pisa.

Pisa significa derby, un derby che manca da vent’anni, un derby molto sentito da ambo le tifoserie che per molti anni ha accompagnato la storia delle due compagini.

Dopo due settimane si torna a giocare in casa, e questa rubrica, dunque, prenderà in esame la società calcistica che sarà di fronte agli azzurri, andandone a raccontare i momenti piu significativi della sua storia.

 

Il Pisa nasce nel 1909, furono un gruppo di persone tra cui il primo presidente Canti a fondare la squadra, inizialmente dai colori bianco e rossi, della città di Pisa. L’anno successivo i colori del Pisa divennero definitivamente neroazzurri, curiosità vuole che questo avvenne in onore all’Inter fresca vincitrice dello scudetto.

Il 26 ottobre 1919 fu inaugurato il nuovo stadio, l’Arena Garibaldi, e nella stagione successiva il Pisa S.C. si presentò con una squadra forte, una società competente, uno stadio nuovo e capiente, ma soprattutto l’ingaggio del grande allenatore Ging, ex-capitano della fortissima nazionale ungherese.

A partire dalla stagione 1921-22, a seguito della riforma dei campionati, vi fu l’istituzione della serie A a due gironi ed il Pisa fu inserito nel girone B. Per quattro anni la squadra guidata da Ging ottenne ottimi risultati, piazzandosi rispettivamente al terzo, quarto, sesto e quinto posto. Sebbene il Pisa di quegli anni fosse una delle squadre più forti d’Italia, non ci fu mai il giusto spunto per vincere il girone. Nel campionato 1925-26, in seguito all’abbandono dell’allenatore Ging e alla cessione avventata di alcuni giocatori, la squadra non si dimostrò all’altezza e retrocesse per la prima volta in I Divisione (l’attuale serie B).

Nel campionato 1933-34 la dirigenza costituì una rosa solida ed il nuovo allenatore, l’ungherese Orth, ripagò la fiducia portando il Pisa al 2° posto e conquistando la possibilità di giocarsi la promozione in un quadrangolare di spareggio con Parma, Piacenza e Udinese. Nella finale disputata a Roma i neroazzurri batterono i friulani per 3 a 1 e tornarono in serie B. Seguirono stagioni con esiti alterni fino alla sospensione, dal 1943 al 1946, dovuta alla II° Guerra Mondiale.

La stagione 1951-52, resterà nella memoria storica del Pisa come la prima drammatica, in quanto segnò il ritorno in serie C dopo 15 anni e, nel giro di due anni, i neroazzurri si ritrovarono nel campionato di IV serie (l’attuale C2).

Ci furono degli anni davvero difficili, aggravati da una pessima situazione finanziara in cui versava la società, e più di una volta il Pisa dovette alzare bandiera bianca proprio a causa dell’indisponibilità di molti giocatori.

Nel 64-65 arrivò comunque, dopo tredici lunghi anni, il ritorno in serie B. Due anni e fu subito serie A, che però durò solo quella stagione e diede il via ad una discesa in serie C.

 

Romeo AnconetaniNel 1978, all’ottavo anno di C, si aprì una nuova era per il calcio pisano: la società fu acquistata da Romeo Anconetani, o più semplicemente “Romeo” per tutti i pisani, che divenne subito famoso come “ammazza-allenatori” ma anche come grande talent scout. Nel campionato 1978-79, nella neonata serie C1, Romeo alternò alla guida del Pisa ben tre tecnici: Giampietro Vitali, Gianni Seghedoni e infine Pier Luigi Meciani che portò i neroazzurri, trascinati da Claudio Di Prete e Giorgio Barbana, a conquistare la serie B dopo sette anni.

La focosa personalità di Romeo Anconetani divenne in questi anni famosa in tutta Italia, e con essa anche la favola del Pisa, che dal 1982 al 1991 disputò 6 campionati di serie A alternati a 3 promozioni dalla serie B. Il miglior piazzamento in serie A rimane l’11° posto della stagione 1982-83 con Luis Vinicio sulla panchina dei neroazzurri. Purtroppo il Pisa non si ripeté la stagione successiva. Nella storica e decisiva trasferta contro il Milan, nella quale raggiunsero lo stadio di San Siro ben 10.000 tifosi pisani con 5 treni speciali e 30 pullman, i rossoneri si imposero per 2-1 con reti di Antonino Criscimanni, Oscar Damiani e Luther Blissett e per il Pisa fu di nuovo serie B.

Il Pisa visse a cavallo tra A e B, troppo forte per la cadetteria ma non sufficientemente attrezzato per la massima serie, fino alla stagione 1990-91, dove dopo aver conquistato solo il 16° posto retrocesse definitivamente in B, e quella rimane, fino ad oggi, l’ultima stagione neroazzurra in A.

 

Quella del 1994 fu un’estate terribile. Il calcio a Pisa sarebbe sparito se non si fosse costituita subito una nuova società. Dopo interminabili giorni di suspence, alcuni volenterosi personaggi locali iscrissero una nuova società, l’A.C. Pisa, al campionato regionale di Promozione. La nuova squadra fu approntata in breve tempo e non fu in grado di lottare per la promozione, concludendo all’ 8° posto, fra mille difficoltà di carattere burocratico e finanziario, ma mai abbandonata dal pubblico pisano.

Una nuova pagina dello sport cittadino si aprì quando il gruppo composto da Roberto Posarelli, Enrico Gerbi e Bruno Meliani fondò il Pisa Calcio 1995 che, per le garanzie offerte dalla società, fu ripescato nell’Agosto 1995 nel Campionato Nazionale Dilettanti. All’allenatore Luciano Filippi fu affidato un buon gruppo che annoverava anche due giocatori molto esperti quali Gianluca Signorini e Davide Lucarelli. Il Pisa approdò alla serie C2 e, per la gioia dei tifosi pisani, tornò al calcio professionistico.

Nel 1998 i tifosi pisani tornarono ad assaporare la serie C1, il Pisa rimase in questa categoria per ben 8 anni, fino a quando nella stagione 2006-07, dopo aver superato il Monza nella finale playoff (da notare che l’anno prima si era salvato ai playout) conquistarano il diritto a giocare nuovamente in serie B. In città si festeggiò come per la vittoria dello scudetto.

(nel video la festa promozione per il ritorno in B)

 

Attualmente il Pisa gioca il suo secondo campionato consecutivo di B.

 

Vediamo tutti gli scontri diretti che si sono giocati al “Castellani” tra EMPOLI e PISA :

 

29-30     1a Div   1-2     30′ Grassini, 56′ Paradossi, 90′ Baviera

30-31     1a Div   2-2     6′ Baviera, 46′ Cambi, 60′ e 80′ Pampaloni

31-32     1a Div   1-0     43′ Zini

32-33     1a Div   2-0     62′ Volpe, 85′ Cantini

33-34     1a Div   1-1     84′ Zini, 89′ Volk

45-46     C          3-1     15′ Degl’Innocenti, 16′ Profeti, 30′ Malacarni, 77′ Carnasciali

46-47     B          2-0     47′ Pandolfini, 77′ Barbaglia

47-48     B          1-0     14′ Galeotti

48-49     B          1-1     56′ Taccola, 59′ Galeotti

49-50     B          0-0

52-53     C          0-0

53-54     C          2-0     32′ Maluta, 41′ Buda

57-58     D          0-1     30′ Ricoveri

61-62     C          1-2     6′ De Petrillo, 13′ Bui, 71′ Pandolfini

63-64     C          0-1     87′ Balestrieri

64-65     C          0-0

71-72     C          1-0     34′ Donati

72-73     C          0-1     44′ Tardelli

73-74     C          0-1     74′ Giannotti

74-75     C          2-0     53′ Novellino, 70′ Bressani

75-76     C          0-0

76-77     C          0-0

77-78     C          0-1     63′ Barbana

78-79     C1        2-2     33′ Ziviani, 44′ Quarella, 58′ Zobbio, 63′ Ferranti

84-85     B          1-1     6′ Gelain, 40′ Mariani

87-88     A          0-1     88′ Bernazzani    

 

Dunque la storia si interrompe nel 1987-88, e viene interrotta con un gol beffa nel finale. Ci sono tutti i presupposti, a venti anni di distanza, per vendicare quell’amara sconfitta.

 

A.C.

 

 

 

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