Il centrocampista azzurro, Viktor Kovalenko, ha rilasciato un intervista nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Vi riportiamo alcuni estratti.

Viktor, partiamo dalla sua famiglia. Come sta?

“Ci siamo un po’ sparpagliati. Papà, che si chiama come me, mi ha raggiunto a Empoli. Mamma Ludmilla ha deciso di restare a Kherson. Mio fratello Dimitri si spostato in Germania e per fortuna lavora lì. La mia fidanzata Anastasia di solito è qui a Empoli, ma adesso è tornata a Kiev dalla sua famiglia per qualche giorno, trenta ore di pullman. Da Firenze ogni settimana ci sono le partenze. Non sono preoccupato, a Kiev la situazione è sotto controllo.”

Un anno e mezzo fa ci raccontò che suo padre aveva comprato un fucile. Ha dovuto usarlo?

“Per fortuna non ce n’è stato bisogno. Non avrebbe mai voluto sparare, ma se fosse stato costretto…Nei primi mesi di guerra la mia famiglia non poteva muoversi. Io aspettavo notizie, ma anche le telefonate erano veloci e sommarie. C’era pure il timore che venissero intercettate. Faticavo a dormire, è stato un periodo tremendo. Poi la situazione è leggermente cambiata, i miei genitori mi hanno raggiunto a La Spezia e da lì si sono rifugiati in Georgia, dove sono rimasti un anno. E a fine estate papà è venuto a Empoli e mamma è tornata a Kherson. Mi manca mamma, ho paura per lei. Anche ora ci sono bombardamenti quasi tutti i giorni, ma se ne parla sempre meno. So che lei è felice di stare a Kherson: solo lì può sentirsi davvero a casa. E ci sono alcuni amici che la aiutano. Ma quando diventa buio resta sola.”

Da quanto tempo non va in Ucraina?

“Tre anni. Mi manca tanto casa mia. L’ultima volta organizzai una bella cena con gli amici. Io sono fortunato: i calciatori professionisti danno lustro al Paese e non sono stati chiamati a combattere. Ma i non professionisti, invece, hanno fatto la guerra.”

L’unico calciatore russo della A è Miranchuk. In Empoi-Atalanta eravate entrambi in panchina. Quali sentimenti prova verso i colleghi russi?

“Non so come reagirei se trovassi un russo in campo. Non è colpa loro, però mi dispiace che non abbiano usato i social e la popolarità per diffondere messaggi contro la guerra.”

Finiamo con il calcio. Il gol al Napoli le ha regalato un sorriso atteso da tempo.

“E’ stato il gol più bello della mia carriera. Ma anche se fosse stato brutto lo prendevo lo stesso: decisivo, al Maradona, contro i Campioni d’Italia. Con Andreazzoli mi trovo bene, giochiamo un po’ come il mio Shakhtar. Spero di tornare a Empoli sui livelli migliori e di meritarmi di nuovo la convocazione in Nazionale. Poter rappresentare l’Ucraina avrebbe per me un valore immenso. E, dopo il pari con l’italia, speriamo di qualificarci all’Europeo con i playoff.”

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11 Commenti

  1. Proprio ieri ho preso un Uber qui a cracovia e l’autista era ucraino, ragazzino di 23 anni, andato via dopo lo scoppio della guerra. Mi ha detto amo la mia terra e mi manca tanto, ma ho 23 anni, non voglio morire in trincea, voglio vivere come tutti i ragazzi della mia eta’. Una lacrima mi e’ andata giu’. Ma dovreste vedere i bambini che giocano al Parco con mia figlia di 3 anni. Chi ha la testa fasciata, chi senza un braccio, chi senza una gamba. Ti piange il cuore. Io nel mio piccolo ho fatto il mio, ho ospitato una famiglia ucraina x 2 settimane e ho fatto il volontario alla stazione di Cracovia quando arrivavano subito dopo lo scoppio della guerra. Mi piacerebbe dare la mano a quest’uomo!

  2. Grande Kova…una cosa e’ certa, con quel goal a Napoli che ci ha regalato l’ENNESIMA ciliegina in serie A…rimarrai x sempre nel cuore dei tifosi Azzurri (al 100%).
    Continua cosi’ ragazzo…e ti auguro tantissima fortuna per te ..la tua famiglia e la tua terra…flagellata dal male principale dell’essere umano..LA SUPERBIA

  3. Tutte le guerre sono sbagliate, in particolare quelle di offesa, ma non sono da meno, quelle di difesa…. possibile che non ci sia altro modo per risolvere le questioni?
    C’è troppo odio in giro e purtroppo ad ogni livello: verso il nero, verso le donne, verso i poveri…. una società ossessionata dal successo e dal vile denaro…. brutta storia….

    • in che senso quelle di difesa? stai dicendo che se la russia avesse attaccato l’italia, avresti detto prego entrate? qui c’e’ un paese che ha scelto la democrazia, con tutte le difficolta’ del caso che cio’ comporta per una terra senza tradzioni democratiche precedenti e retta da oligarchi, economicamente parlando. Ed una dittatura che vuole impedire che questa terra imbocchi la strada della democrazia! Non c’e’ da fare molte seghe mentali, questa e’ la ragione della guerra! Se tu avessi incontrato qualche ucraino, non diresti queste bischerate!

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