L’Empoli fa la quinta vittoria consecutiva, sei con la trasferta di Siena in Coppa Italia, vola al primo posto in classifica, 18 punti in cascina, distanzia alcune favorite di almeno 10 punti, ma se si può criticare e dir male, lo si fa.
Leggendo i giornali nazionali all’indomani della vittoria a Salerno (vedremo quanti ci vinceranno, ndr), se si occultassero i numeretti dei gol segnati e ci si soffermasse solo sulle righe scritte dai giornalisti, grandi esperti di turno, avremmo certo l’impressione che l’Empoli sia uscito con le ossa rotte, massacrato e denigrato per tutti i 90 minuti.

 
Non c’è gioco, si legge, giocatori mal disposti in campo e abulici che non sprecano nemmeno il 50% delle proprie potenzialità, quasi messi lì per caso a far da comparse.
Poi grazie a Dio, si alzano gli occhi, e si scorge uno 0-1, che ti fa dire “beh almeno si è vinto”.

Non parliamo dei voti in pagella, si salva Bassi che ha fatto il miracolo su Di Napoli, ed è vero lo ha fatto, e dobbiamo dire grazie al nostro portiere perché ormai ha trovato quella sicurezza che forse nelle prima partite gli mancava; poi che tra i pali è forte non lo si scopre certo oggi. Però quel colpo di testa di “Re Artu’” viene letto quasi come se raccogliesse un intera partita di dominio.

 

Poi gli abulici, pero’ alla prima vera volta che giocano a pallone fanno quel che vogliono e mettono l’uomo addirittura in curva, se non ci fosse la rete a delimitare certi confini.
E purtroppo, quella con la Salernitana è solo l’ultima di una serie di critiche che vengono mosse all’Empoli sotto il profilo del gioco, critiche che se poi vai a leggere tra le righe, sono dritte dritte sparate a Silvio Baldini.
Già Silvio Baldini, tecnico scomodo, sicuramente non amato a livello nazionale, uomo-allenatore sicuramente anche invidiato, perché, e qui non ce ne volere GRANDE SILVIO, dopo che ha lasciato Empoli e l’Empoli ha forse raccolto più di quanto ha seminato.
 

Poi che gli azzurri non siano la squadra simpatia per antonomasia si sa, ovvio il giallo del Chievo e magari il neroverde del Sassuolo sono colori piu trendy ed apprezzati dal pubblico che segue il calcio.
Ma qui mi sa che si stia iniziando a perdere un pò il lume della ragione.
Al di la delle parole del tecnico di Massa, che chi scrive appoggia in pieno, dove viene evidenziato quanto in questa fase di campionato sia più importante la quantità della qualità, ci chiediamo: “ma davvero era meglio lo scorso anno quando si giocava al bacio, e si mettevano sotto squadre come l’Inter, l’Udinese, il Milan, ma poi puntualmente per la giocata del singolo si perdeva?”.
Io dico no, ed inviterei i cosiddetti addetti ai lavori, giornalisti di grandi testate nazionali, a rivedersi le cavalcate scudetto di Inter e Juve, per venirci poi a dire se oltre ai risultati facevano anche calcio champagne.
 

La nostra forza, è che ormai siamo abituati a questo tipo di situazione, e allora che vadano di moda Chievo, Sassuolo, Albinoleffe o chi più ne ha più ne metta. Resta il fatto che una città, un comune di 45mila abitanti con 9 partecipazioni in serie A ed una in CoppaUefa devono ancora inventarla. E questo da fastidio, eccome se ne da.
Si va comunque avanti, contro tutti e contro tutto, con un unico obbiettivo, riprenderci quella serie A che l’anno scorso in maniera davvero clamorosa abbiamo perso.
Ed ecco che andiamo ad incrociare i guantoni con il Parma, caduta come noi nel limbo del purgatorio al termine dello scorso campionato e da tutti etichettata come la dominatrice di questo torneo.
Servirà molta attenzione e parte di quella “fortuna” che ci ha caratterizzato in questo avvio di campionato. Il Parma ha fame di riscatto ed è in cerca di punti come un assetato è in cerca di acqua.
Quale miglior occasione per far rialzare Golia ferito e dare da parlare, facendo cosi gongolare tutti nel dire che è stato tutto bluf.
Una vittoria comunque ci sarà da ambo le parti, ed è quella delle tifoserie, gemellate da anni, un gemellaggio vero e sincero, gli uni accanto agli altri, senza mai prevaricazione o gelosie, e queste sono le cose che fanno davvero bene in questo mondo.

 

A. C.

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