Lo stemma di SalernoLa prossima squadra che l’Empoli andrà ad affrontare è la Salernitana.

Essendo una trasferta, ci focalizzeremo sul contesto della città non tralasciando comunque ciò che riguarda la squadra che andremo ad affrontare.

Intanto diamo qualche informazione generale. Salerno è una città della Campania, conta circa 140.000 abitanti distribuiti su 58,96 km quadrati. Il santo patrono di questa città è San Matteo.

La città campana dista dalla nostra Empoli 551 km ed in macchina ci vogliono poco piu di 4 ore per arrivarci.

Andiamo a conoscere un pò più da vicino la storia di questa bella città:

 

Salerno è una stupenda città situata al centro di due incantevoli coste, quella amalfitana e quella cilentana. Nel 194 a.C. divenne colonia romana prendendo il nome di Salernum.

Progredì, arricchendo la sua cultura e le sue tradizioni anche durante le occupazioni di Goti, Bizantini, Longobardi, Normanni.

I Goti vennero sconfitti dai Greci la cui dominazione durò 15 anni (dal 553 al 568), fino a quando dal settentrione irruppero i Longobardi che occuparono quasi l’ intera Penisola.
Nel 786 Arechi II, principe Longobardo, trasferì la sede del Ducato di Benevento a Salerno, per sfuggire all’offensiva di Carlo Magno e garantirsi il controllo di una zona strategica al centro delle comunicazioni costiere ed interne della Campania.

Con Arechi II, Salerno ebbe grande splendore diventando poi centro di studi con la celebre Scuola Medica Salernitana, la più antica e famosa istituzione europea per lo studio e la diffusione della medicina. E’ opinione diffusa che i presupposti di quello che fu sicuramente un gran passo in avanti sull’evoluzione della scienza medica, fino ad allora bloccata sui principi di Paracelso e Avicenna, poteva determinarsi soltanto nel panorama di una grande capitale, legata alla speculazione filosofica della Magna Grecia, orientata dalla cultura che cominciava a uscire dai grandi complessi monastici, stimolata dalla necessità di espandere i propri confini e interessi, col bisogno di curare viaggiatori e pellegrini e accudire i feriti nelle imprese belliche.
Il principe longobardo fece fortificare la città, già dotata del Castello sul colle Bonadies, con mura e torri, e la nuova capitale dall’ 839 fu sede di un principato e potente centro politico.

Il 13 dicembre 1076 il condottiero normanno Roberto il Guiscardo conquistò Salerno ponendo fine al plurisecolare dominio longobardo.

In questo periodo vennero edificati la Reggia (Castel Terracena), il maestoso Duomo e si diede grande impulso alla scienza portando la Scuola Medica Salernitana, al suo più alto splendore.
Con l’avvento degli Svevi, alla fine del XII secolo, si registrò un periodo di risveglio economico della città.

Manfredi, figlio di Federico II, spinto da Giovanni da Procida, illustre cittadino dell’epoca, fece costruire il molo che ancora oggi porta il suo nome e istituì la Fiera di San Matteo, la più significativa dell’Italia meridionale.

Dopo la conquista angioina, la città fu particolarmente amata dalla Regina Margherita di Durazzo che vi fissò la propria residenza e vi fu sepolta nella monumentale tomba, oggi in Cattedrale, opera del famoso scultore Baboccio da Piperno.

Dal XIV secolo in poi gran parte della provincia di Salerno diventò territorio dei Principi di Sanseverino, potenti feudatari, i quali si comportarono come veri signori della regione, accumulando un enorme potere politico e amministrativo e attirando uomini d’arte e di cultura nella propria reggia.

La città nel XV secolo fu teatro di scontri tra gli eredi Angioini ed Aragonesi coi quali in fasi alterne si schierarono i principi locali.

Nei primi decenni del XVI secolo l’ultimo discendente dei Sanseverino entrò in contrasto con il governo spagnolo, determinando la rovina dell’intero casato e l’avvio di un lungo periodo di decadenza per la città.

Il 1656, il 1688 e il 1694 rappresentano date dolorose per Salerno: peste e terremoti produssero innumerevoli vittime.

Una lenta rinascita della città si avrà nel XVIII secolo con la fine dell’Impero Spagnolo e la realizzazione di numerose dimore signorili e chiese che caratterizzano le strade principali del centro storico. Nel 1799 Salerno aderì alla Repubblica Partenopea.

Nel periodo napoleonico salirono al trono prima Giuseppe Bonaparte e poi Gioacchino Murat, che nel 1811 emano il decreto di soppressione della Scuola Medica Salernitana, decaduta da decenni al livello di scuola poco più che teorica.

Nello stesso periodo furono soppressi anche gli Ordini religiosi e confiscate numerose proprietà ecclesiastiche. La città trovò quindi la sua espansione oltre le mura antiche e venne potenziata la via marina, asse viario che attraversa la città collegando la pianura orientale con l’area che conduceva a Vietri e Napoli. Dopo l’Unità d’Italia, continuò un lento sviluppo urbano che vide ingrandire molte aree periferiche e la costruzione di grandi edifici pubblici e privati.

La città continuò a svilupparsi fino alla seconda guerra mondiale. Nel settembre 1943 fu teatro dello sbarco degli alleati e dal 12 febbraio al 17 luglio 1944 ospitò il Governo Badoglio.
Salerno oggi si propone sempre più come una comunità accogliente per i turisti di tutto il mondo, con l’incanto di un centro storico dove possono scorgersi tanto le tracce della sua antica storia quanto il fervore di botteghe artigiane e locali di aggregazione culturale e musicale vissuti da migliaia di persone.

 

Andando a Salerno due cose assolutamente da visitare sono appunto il “Castello Arechi“, anche se un pò fuori dal centro cittadino, si erge infatti sulla vetta del monte Bonadies, ed il duomo di San Matteo sito invece nel centro storico cittadino.

 

Parlando di Salerno da un punto di vista turistico, non possiamo non citare la vicinissima costiera Amalfitana, una delle più incantevoli mete turistiche del mondo, comprende i territori dei comuni rivieraschi compresi tra Positano e Vietri sul Mare alle porte di Salerno.

Si tratta di un territorio di straordinaria bellezza paesaggistica in cui l’attività umana ha saputo integrarsi perfettamente, attraverso il paziente lavoro millenario per strappare alle scoscese balze montane fazzoletti di terra per uso agricolo o edilizio.

 

 

Un pò come in tutta la regione, anche a Salerno si mangia una pizza che difficilmente dalle nostre parti si riesce ad eguagliare, quindi non possiamo che consigliare, a chi volesse fermarsi a mangiare da quelle parti un paio di pizzerie, che chi vi scrive ha provato sul suo palato, davvero ottime.

La prima si chiama “Ciripizza” e si può trovare in via Fieravecchia al numero 41. La seconda proposta, che ritengo ancor migliore, è però un pò fuori, bisogna spostarsi fino a Vietri a Mare, il locale si chiama “I Butteri” e si trova in via Giovanni Pellegrino 170.

 

C’è però, non ce lo dimentichiamo, anche da andare allo stadio, e quindi diamo un pò di informazioni su quello che è il luogo che ci ospiterà per 90 minuti.

 

Lo stadio come tutti sanno si chiama “Arechi”, magari adesso qualcuno in più saprà da cosa prende il nome. Ci sono per l’esattezza 37.045 posti a sedere, ovviamente ridotti dalla Salernitana per ovviare a determinate norme imposte dalla Lega Calcio.

Lo stadio si trova in via Allende, il terreno di gioco misura 105 mt di lunghezza per 68 mt di larghezza. Una delle particolarità è la mancanza di una pista di atletica, che ha consentito di realizzare lo stadio a forma rettangolare; ciò permette di assistere agli incontri senza l’ostacolo visivo della pista e senza influenzare la capienza.

In seguito ad alcune modifiche avvenute nel 1998 l’impianto può oggi ospitare 37.045 spettatori (in origine erano 45.000), di cui 205 in tribuna stampa, e dispone di ampi parcheggi esterni per tutti i settori.

La struttura è in cemento armato ed è organizzata in quattro settori simmetrici, uno lungo ogni lato del campo.

 

Riportiamo adesso tutti i risultati della gare giocate dall’Empoli su questo terreno di gioco:

 

48-49     B     5-2     42′ Sifredi, 50′ Flumini, 69′ Bottoletto, 75′ e 79′ Flumini, 87′ Bertolucci, 90′ Cataldo

49-50     B     1-0     25′ Giorgetti

78-79     C1    2-0    45′ Valeri, 88′ Ciccotelli

79-80     C1    1-0    73′ Cariati

82-83     C1    0-0

96-97     B     1-1     35′ Esposito, 36′ Pirri

98-99     A     1-1     10′ Breda, 33′ Lucenti

99-00     B     1-1     17′ Saudati, 63′ Vannucchi

00-01     B     0-0

01-02     B     1-0     90′ Arcadio

04-05     B     1-1     22′ Pratali (Aut.), 36′ Tavano

 

Purtroppo è chiaro come l’Empoli non abbia mai espugnato l’Arechi, ma nella vita si sa c’è sempre una prima volta.

 

A.C.

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