Lento 

Il desiderio dei tifosi azzurri era quello di avvicinarsi alle festività con qualche piccola certezza in più. Il Natale avrebbe assunto un significato assai più dolce con uno sgambetto alla Lazio del grande ex Sarri da posizionare sotto l’albero. Invece, ancora una volta, l’Empoli esce a bocca asciutta dal Castellani al termine di una gara in cui gli azzurri, per quasi un’ora di gioco, sono riusciti anche a farsi preferire ai più blasonati avversari. Tra il gol iniziale di Guendouzi e il raddoppio di Zaccagni, gli uomini di Andreazzoli hanno tenuto il pallino del gioco, creando importanti occasioni da rete e mostrando un atteggiamento coraggioso e propositivo contro una delle Lazio più pallide degli ultimi anni. È vero che la squadra di Maurizio Sarri, dopo pochi minuti di gioco, ha dovuto fare a meno di Immobile e Luis Alberto, usciti anzitempo per infortunio, ma è altrettanto vero che i biancocelesti hanno subito a lungo la manovra degli azzurri, affidandosi a un Provedel superlativo per non soccombere al Castellani. Il portiere friulano, non esattamente rimpianto dalle nostre parti, si erge a protagonista assoluto respingendo le conclusioni di Cambiaghi e Maldini e neutralizzando le velleità di un Empoli tanto pimpante quanto incapace di sottrarsi alle avversità di un destino che, a poco a poco, assume contorni sempre più foschi e preoccupanti.

Adagio

Il ritorno al vecchio e collaudato 4-3-1-2 di base, con la figura del trequartista di ruolo tornata a rivestire una funzione chiave nell’assetto empolese, è sembrata una scelta tattica piuttosto felice. Contro la Lazio, mister Andreazzoli ha rilanciato Daniel Maldini dal primo minuto affidandogli il ruolo che fece le fortune del tecnico massese nella prima sontuosa esperienza sulla panchina azzurra. Il figlio d’arte, già vivace al debutto da titolare a Marassi, era stato tenuto due gare in naftalina senza disputare lo straccio di un minuto. 75 minuti in cui l’ex spezzino si è mosso discretamente mostrando piglio e personalità. Nelle intenzioni del mister pare evidente il tentativo di tornare alle origini, rispolverando dall’armadio quel costume da trequartista che, giocoforza, sarà indossato da Baldanzi quando il prodotto del vivaio azzurro avrà ritrovato una condizione accettabile. Allo stato attuale, purtroppo, tutt’altro che imminente. I cambi in corso d’opera -Baldanzi e Kovalenko per Cancellieri e Fazzini – stavolta non hanno generato i risultati sperati finendo per alleggerire la pressione degli azzurri, in un momento del match in cui sembrava ispirata e arrembante. Con il raddoppio di Zaccagni, nel momento migliore di Cambiaghi e compagni, la gara è virtualmente finita, trascinandosi stancamente verso un verdetto irrevocabile.

Allegro moderato

Non giocava dalla prima giornata, giorno dello sfortunato debutto con il Verona in pieno agosto. Elia Caprile, miglior portiere della serie B 2022-23 con la maglia del Bari, è arrivato a Empoli via Napoli con il compito ingrato, se non impossibile, di non far rimpiangere un certo Guglielmo Vicario. Su di lui aveva puntato tantissimo la società azzurra per limitare i “danni” provocati dalla partenza del fuoriclasse finito al Tottenham. Un obbiettivo di mercato dichiarato, perseguito a lungo e infine centrato. Poi tutto è andato storto. L’infortunio sul gol dello scaligero Bonazzoli alla prima di campionato, un grave infortunio alla caviglia e il ruolo di mero spettatore delle prestazioni del più esperto Berisha nel corso di questi mesi. All’improvviso, agli sgoccioli del 2023, Caprile torna titolare contro la Lazio, offre una prestazione convincente e prova a riannodare i fili di un torneo interrottosi troppo presto. Stiamo pur sempre parlando di un ragazzo di 22 anni – età verdissima per un portiere – che merita spazio e fiducia, evitando di scomodare ingombranti paragoni con il passato. Anche attraverso la valorizzazione di Caprile passano le speranza azzurre di non fallire un “appuntamento con la storia” sempre più in salita.  

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3 Commenti

  1. Articolo meno incisivo di sempre….. forse ha prevalso il clima natalizio ….. tornare al vecchio e caro 4312 vuol dire sconfessare completamente il mercato estivo…. ma metterci la faccia e dichiarare apertamente di aver sbagliato, costa troppo caro? Forse per chi ha un ego spropositato si. Credere alla salvezza? Aspetto un colpo…. anzi tanti colpi di mercato…. i primi a crederci devono essere Pres. e Ds, poi la squadra e infine i tifosi…. ma non a parole o con proclami inutili, ma con fatti….

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