Lento

Si spengono le luci al Castellani. Un anno fa, una città intera si era riversata sul rettangolo di gioco per assaporare l’estasi della vittoria. Domenica sera, in un silenzio surreale, lo stesso popolo azzurro ha abbandonato gli spalti con l’amarezza nel cuore e la dignitá di sempre. In questo angolo di Toscana coesistono sentimenti e sensazioni contrastanti. Conosciamo l’ebbrezza più totalizzante e l’arte antica di non abbattersi. In fin dei conti, anche in passato, le imprese più esaltanti sono state edificate sulle delusioni più acute. La sconfitta con il Verona che ha determinato la retrocessione in serie B, apre un nuovo, incerto capitolo per gli azzurri. All’orizzonte si profilano scenari di non facile lettura sul piano tecnico e societario e una solida, quanto amarissima certezza: l’Empoli saluta la serie A dopo quattro anni vissuti ai massimi livelli.

Adagio

8 dicembre 2024. L’Empoli strapazza 4-1 il Verona al Bentegodi e si posiziona al decimo posto in classifica, a +7 dalla zona retrocessione. Siamo quasi alla fine del girone di andata e tutto sembra funzionare a meraviglia per la squadra di mister D’Aversa. Poco più di cinque mesi dopo, sembra trascorso un secolo. Con gli ultimi scampoli del 2024, il fragile marchingegno azzurro, abile sino ad allora a celare carenze di organico e problemi strutturali, comincia inesorabilmente a incepparsi. La squadra è falcidiata da una serie infinita di infortuni. Con il progressivo deteriorarsi della rosa, il team azzurro inizia a perdere certezze entrando in un inarrestabile loop negativo. Cominciano a filtrare voci di mercato che tolgono serenità all’ambiente. La società non riesce o non può arginare l’emorragia che sta corrodendo la rosa dal suo interno. Lo stesso allenatore, fino ad allora praticamente inappuntabile, opera alcune scelte non propriamente felici. Su tutte la gestione autolesionistica dei portieri che, alla vigilia della capitale sfida interna con il Lecce, genera ulteriori insicurezze con relativo harakiri. A onor del vero, occorre dare atto a D’Aversa di non essersi mai pianto addosso, evitando di andare alla ricerca di alibi su cui avrebbe potuto trovare facili appoggi. Lo splendido cammino in Coppa Italia è un accecante lampo nel buio vissuto più come un seccante intralcio che una storica opportunità. Il resto è storia recente: i gol di Anjorin tengono l’Empoli a galla, le vittorie con Parma e Monza alimentano la speranza. Purtroppo destinata a rivelarsi una mera illusione.

Andante

Mentre si applicano i cerotti sulle ferite delle retrocessione, l’obiettivo diventa quello di ripartire dalla cultura sportiva che, da sempre, contraddistingue Empoli e gli empolesi. Come ha sottolineato il presidente Corsi, la serena accettazione della sconfitta e una lucida analisi degli errori commessi, è il primo passo per porre le basi in direzione di una ricostruzione futura. Oggi l’Empoli è più che mai un vaso di coccio tra vasi di ferro. In un calcio distante anni luce dalla dimensione provinciale che ha fatto le fortune della società azzurra, alimentato a suon di fondi esteri e sterminate risorse finanziarie, l’Empoli, per sopravvivere, deve puntare solo su sé stesso. Vale a dire su intuito, competenza e lungimiranza. Nonostante lo sbocco finale fortemente negativo, parte del materiale umano a disposizione è stato valorizzato. Si deve necessariamente partire da una proficua monetizzazione per programmare la ripartenza e alleviare lo sconforto che in questo momento fa da padrone.

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3 Commenti

  1. Non crediamo che la retrocessione sia figlia esclusiva degli infortuni…. si hanno influito, ma se non si sbagliava le partite con Lecce, Venezia e Verona, eri a scrivere un’altra storia…. e potevi festeggiare nonostante tutto (il riferimento è tutto a D’Aversa).
    A caldo ci si può rimanere male, una retrocessione è dolorosa e fare un passo indietro spesso comporta sacrificio…. ma a distanza di 2gg, vedo già tutto diversamente…. come poteva essere una nuova A in questo stato? Una nuova agonia nel vedere solo 2 vittorie in casa, non si poteva sopportare. Sarà una bella occasione per fare pulito, tirare una vera riga (e non come quella di un anno fa) e ripartire da Empoli e con meno presunzione di essere troppo bravi!!!!
    Se sarà un’opportunità piuttosto che un castigo, lo scopriremo a breve: stadio, allenatore, DS ….. lì si misurerà se il Pres. vuole svoltare con un progetto serio oppure tirare a campare (come fatto negli ultimi 2 anni)…..

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