Lo scorso weekend si è concluso il girone di andata del Campionato 2020/21di “Primavera 1”. Va subito detto che delle 15 partite previste l’Empoli ne ha dispuutate una in meno: la gara della 13° giornata con il Torino è stata rinviata e si giocherà in Piemonte il prossimo 7 aprile.

Impossibile quindi fare un qualsiasi tipo di confronto con la scorsa Stagione, nella quale a questo punto del Campionato le partite disputate erano state appunto una in più. Allora, con 15 partite, gli azzurri erano al 7° posto, con 20 punti,  frutto di 5 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, con 17 gol fatti e 26 subiti.

Ma torniamo alla Stagione attuale.

Gli azzurri arrivano al giro di boa con 19 punti, frutto di 6 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte. La squadra è decisamente allergica al segno ics: l’unico risultato di parità è stato a Monteboro alla 14° giornata con il Cagliari. In casa 3 gare vinte e 3 perse, fuori casa 3vittorie e 4 sconfitte.

I gol fatti sono 28, la maggior parte dei quali (17) realizzati in trasferta.  L’attacco azzurro è comunque il secondo migliore del Campionato, dietro solo a quello della capolista Roma che di gol ne ha fatti 33.

Se andiamo ad analizzare i realizzatori vediamo che la squadra ha segnato i sui gol con 11 giocatori diversi. Il reparto della squadra che ha segnato di più è il centrocampo con 18 gol; segue l’attacco con 8 e la difesa con 2.

Non stupice quindi se i capocannonieri della squadra sono al momento due cecntrocampisti, entrambi con 6 realizzazioni a testa: Asllani e Baldanzi. Dietro di loro Lipari (una punta) con 4.

Non bene il computo dei gol subiti: 30, che collocano la difesa al 14° posto. Sul totale delle reti subite pesano le 20 incassate fuori casa.

Sicuramente gli azzurri sono in credito con la fortuna (le gare con Roma ed Inter su tutte) ma la squadra deve migliorare su alcuni aspetti che i numeri ci suggeriscono.

Se andiamo ai risultati si vede che, se le partite fossero terminate con il risultato maturato al termine dei primi tempi, l’Empoli avrebbe conquistato 13 punti mentre ne avrebbe 20 (uno in più degli attuali) se si fossero giocati solo i secondi 45’. La squadra ha quindi ha un motore più diesel che benzina.

E questo si vede anche dai gol realizzati: 8 le reti messe a segno nei prini 45’ e ben 20 quelle realizzate nella ripresa. E per gli azzurri i minuti più prolifici sono gli ultimi 15’ dei due tempi (6 gol sugli 11 totali messi a segno a Monteboro e 8 su 17 realizzati fuori).

Per quanto riguarda i gol subiti se ne segnalano 10 a Monteboro e 20 in trasferta.  Anche qui balza agli occhi quanto accade negli ultimi 15’ di gara: sono 16 sul totale di 20 i gol incassati dagli azzurri nell’ultimo spicchio della gara, e di questi sono 6 su 10 quelli subiti a Monteboro e 10 su 20 quelli subiti fuori casa.

Il mister ed i tecnici daranno la loro interpretazione a questi numeri ma è certo, quantomeno, che la squadra ha nei finali di gara il suo Paradiso ed il suo Inferno e su questo ci sarà da lavorare nella seconda parte del Campionato.

Infine,  un dato sul minutaggio dei singoli giocatori nelle 14gare disputate in Campionato, escludendo quindi le due di Coppa.  Guida questa speciale classifica Rizza con 1.210 minuti, seguono Donati con 1.170 ed a ruota Belardinelli con 1.067 e Baldanzi con 1.167. Il primo sotto quota 1.000 è Asllani con 974 minuti.

Numeri a parte, che ci aiutano semmai a capire certe situazione e magari a correggerne alcune, rimane il fatto di una squadra che gioca un buon calcio, sempre e che ha nel suo DNA il carattere e la personalità del suo allenatore. La bomtà del lavoro che Buscè ha fatto e sta facendo ad Empoli nella sua seconda vita di mister non si vede solo dai numeri, che comunque sono lì, a dimostrarne la validità. Una vittoria nel Campionato Toscano con i Giovanissimi B, il titolo italiano conquistato con l’Under 16 nel 2019, la classifica dello scorso Campionato Primavera che, con ogni probabilità, avrebbe portato la squadra quanto meno ai play off per la fase finale. Ma, al di là dei risultati sportivi delle sue squadre, quello che in questi anni abbiamo visto nel lavoro di Buscè è la qualità di gioco e la personalità che riesce a dare alle sue squadre ed ai suoi giocatori, come collettivo e come singoli. Alcuni di loro sono cresciuti e son lì, pronti per il grande salto nel calcio professionistico. E, poi in fondo, è questo che si chiede agli allenatori del Settore Giovanile azzurro: far cresceri i giovani. La Primavera azzurra portà su di sé le stimmate del suo allenatore. Ed ora via, verso la seconda parte del Campionato. Con la stessa determinazione, con la stessa fiducia, con la stessa qualità.

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