di Alessandro Marinai

 

Leggendo i dati pubblicati dal sito digilander relativi agli spettatori del campionato di Serie B non possiamo rimanere indifferenti di fronte a certi numeri, specialmente se li confrontiamo con altre realtà paragonabili alla nostra, per esempio alla Championship inglese, che è l’equivalente della cadetteria italiana.

 

La media di una gara di Serie B è di 4.922 spettatori, la più alta ce l’ha il Torino con 13.368, la più bassa il Gallipoli con 1.699. L’Empoli si trova al 17° posto con 3.136, dietro ci sono Albinoleffe (3.009), Cittadella (3.006), Piacenza (2.858), Grosseto (2.743) e, appunto, Gallipoli.

 

In Championship la media-gara è invece di 18.113 spettatori. Tre volte e mezzo di più. Solo questo è un numero incredibile. La media più alta è del Newcastle con 42.887 presenze, la più bassa dello Scunthorpe con 6.878. Attenzione però! La media dello Scunthorpe in Italia sarebbe al 5° posto dietro solamente al Torino (13.368), al Cesena (10.877), alla Salernitana (7.355) ed al Vicenza (6.918).

 

La partita più vista in Italia è Torino-Empoli, la gara che ha segnato il debutto stagionale dei granata in casa, con 18.606 spettatori; quella più vista in Inghilterra è invece Newcastle-Middlesbrough con addirittura 49.644 presenze. Le gare invece con meno pubblico in assoluto sono state: in Italia, Gallipoli-Frosinone con appena 769 spettatori! In Inghilterra invece si è registrata la minor affluenza di pubblico nella gara Scunthorpe-Coventry con “solo” 5.013 spettatori.

 

Come abbiamo visto soltanto due squadre italiane possono vantare una media-spettatori superiore a 10.000 unità (Torino e Cesena), in Inghilterra invece sono addirittura dieci quelle che superano la soglia di 20.000 presenze di media e soltanto tre sotto le 10.000!.

 

Balza agli occhi un altro dato non propriamente simpatico per l’Empoli: se Torino-Empoli è stata la gara più vista del campionato è anche, ovviamente, il record casalingo per la società del Presidente Cairo. Il record stagionale dell’Empoli al “Castellani” è invece di 3.880 spettatori stabilito proprio contro il Torino un paio di settimane fa. E quello degli azzurri è il numero più basso delle massime presenze per ogni singola squadra; in penultima posizione c’è l’Albinoleffe: contro il Frosinone allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” erano presenti sugli spalti 4.230 spettatori.

 

Non c’è confronto, non c’è paragone. Difficile anche capire se sono pessimi i nostri dati oppure se sono straordinari quelli degli inglesi. Due realtà diverse, due modi diversi di vivere il calcio. E molteplici possono essere le cause e i motivi. Per esempio la cultura: in Inghilterra c’è un legame più forte per la squadra della propria città, un’icona che rappresenta alla perfezione le proprie origini e la propria estrazione. Una bandiera, un simbolo e i colori dei quali andare fieri sempre. Ad Empoli invece, per esempio, sono in pochi a tenere veramente alla squadra della propria città e molti preferiscono deviare le proprie attenzioni su Juventus, Inter, Milan, Fiorentina ecc… E immagino sia così anche a Bergamo per l’Albinoleffe oppure a Gallipoli o ancora a Sassuolo e via dicendo.

 

E’ opinione diffusa che le televisioni recitano un ruolo fondamentale nel drastico calo degli spettatori negli stadi italiani. Qualche riserva me la tengo: è chiaro che qualcuno avrà abbandonato lo stadio preferendo la poltrona ma i numeri e le adesioni ai pacchetti delle “pay tv” che curano la Serie B non sono tali da poter giustificare totalmente il problema.

 

Il comfort degli stadi che in larga percentuale risultano inadeguati, scomodi, scoperti. La difficoltà a volte di raggiungere gli stadi perchè poi hai problemi di parcheggio, i biglietti che non sai mai dove li vendono per andare in trasferta (CAMS permettendo). E poi le nuove norme con i biglietti nominativi, i tornelli e tutto ciò che ne è conseguito dalle nuove leggi in materia di prevenzione di incidenti.

 

La crisi economica che nell’ultimo anno ha messo in difficoltà molte famiglie e quindi il caro-prezzi (non è però il caso di Empoli); anche il fatto che in Italia ormai non si sa più quando e a che ora si gioca: il lunedì? sì… Anzi no, perchè la Triestina ha passato il turno di Tim Cup e quindi non può giocare in posticipo. Facciamo giocare Grosseto-Empoli che doveva essere di sabato. Questo solo per citare uno dei numerosissimi esempi che i nostri illustri dirigenti della Lega riescono ad escogitare. Chissà come mai in Inghilterra quando stilano il calendario a luglio sanno già quando, dove e a che ora giocano il 26 Dicembre.

 

Ma qua siamo in Italia. Dove viene rinviata Fiorentina-Milan per il ghiaccio dopo la nevicata e non si può giocare il giorno dopo perchè i “fuoriclasse” hanno il biglietto d’aereo per raggiungere le località di villeggiatura natalizia. Poco male, troviamo un’altra data. Poi però a Galliani non va bene quella data e se la sposta. Bah…

 

Io credo che in Italia il calcio abbia anche perso di credibilità. Calciopoli è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la gente si è stufata e preferisce fare altro probabilmente.

 

Di cause come abbiamo visto possono essere molteplici e sicuramente mi sarò dimenticato qualcosa. Secondo me ci vorranno anni per migliorare tutti questi aspetti. La Lega Calcio farebbe molto meglio a studiare seriamente a come fare per cercare di rilanciare questo sport, a ridare entusiasmo alla gente e fare in modo che lo stadio diventi un luogo di aggregazione e socializzazione, un punto d’incontro.

 

In conclusione, dopo aver affrontato principalmente la B inglese, non possiamo non segnalare che pure rispetto alla “Bundesliga 2” siamo molto lontani: in Germania hanno una media-gara di 15.056 spettatori. In Francia invece hanno numeri meno importanti ma comunque superiori ai nostri: la media-gara è di 7.291 spettatori. E giocano il venerdì sera alle 20.

 

Riflettiamo su questi numeri.

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