STORIE DI CALCIO è una rubrica con la quale vogliamo inaugurare un racconto di quello che il calcio è o è stato anche fuori da Empoli. Abbiamo dedicato nel 2020 un intero anno a celebrare i 100 anni di storia dell’Empoli FC e questo ci ha consentito di confermarci quanto il calcio sia un grande contenitorie di storie.

Quella dell’Empoli, certo, ma anche storie di altre realtà, di personaggi, di fatti a volte a noi lontani nel tempo o nello spazio ma capaci di essere a noi vicini perché raccontano la stessa passione per il calcio, perché – che siano più o meno conosciute – hanno contribuito a costruire la nostra identità di tifosi, e perciò è giusto che entrino a far parte della nostra memoria collettiva e condivisa di appassionati di questo gioco.

Indipendentemente dal business, dal marketing, dai contratti mlionari, dalle TV, dagli orari spezzatino, dagli stadi oggi vuoti per una pandemia che sta devastando il mondo, quello che lega tutti i tifosi  in ogni parte del pianeta è la passione per una squadra, la passione per il calcio.

Faremo un viaggio. Che non avrà tappe fisse ed itinerari pre-determinati, non seguirà alcun ordine cronologico. Un viaggio che sarà anche dentro il calcio stesso, partendo dalla sua stessa preistoria, per ricordarcene l’origine, per vedere come e perché è nato, come è cresciuto nei suoi anni pionieristici, come sono nate e cambiate nel tempo alcune sue regole. Perché si gioca in undici? Perché le gare durano 90 minuti? Le reti alle porte ci sono sempre state? Queste, ed altre domande, sono quelle che magari a volte ci facciamo ed alle quali, con la nostra rubrica, cercheremo di dare risposte.

Storie del calcio e di calcio quindi.

Pensiamo sia giusto che PIANETAEMPOLI apra il suo spazio e le sue pagine anche  a questo tipo di racconto, fuori dalla cronaca quotidiana, dalle urgenze di oggi, dalla attualità di una gara, dal mercato.

Speriamo con ciò di offire uno spunto di lettura in più ai nostri lettori ed anche qualcosa che esca fuori dalla solita routine e che possa sollecitare  la nostra curiosità.

Faremo questo in proprio ma anche avvalendoci di quanto altri colleghi hanno scritto e pubblicato su altri siti, con i quali, di fatto, avviamo una collaborazione. Ci riferiamo in primo luogo a MONDOSPORTIVO (www.mondosportivo.it) dal quale attingeremo gran parte delle storie, scritte peratro da un collega che è anche nella Redazione di Pianetaempoli: Simone Galli. Ma non solo. 

Degli articoli pubblicheremo il titolo originale ed il nome dell’autore.

A quelle testate web, ai Direttori, ai colleghi, un sentito ringraziamento per consentirci di appropriarci del loro racconto: è comunque un bel segnale di collaborazione tra soggetti diversi che sono cumunque legati dalla stesa passione, capaci di allargare i propri orizzonti e di rendere gli altri partecipi del loro lavoro per condividerlo con tutti.

Abbiamo deciso  – lo scrivo con rammarico – di privarci delle foto perché la storia del Diritto d’Autore sulle immagini sta creando diversi problemi e preferiamo, al momento, farne a meno, almeno fino a quando non saranno chiari i contorni legali e/o altre modalità del loro utilizzo.

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E ora, via! Iniziamo con la Storia numero 1.

E non potevamo che partire con la storia di una squadra che crediamo metta tutti d’accordo: la Nazionale Italiana. Quando è stata la sua prima volta?

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Da: www.mondosportivo.it

di Simone Galli

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15 maggio 1910: l’esordio (vincente) della Nazionale Italiana

De Simoni, Varisco, Calì, Treré, Fossati, Capello, Debernardi, Cevenini, Rizzi, Lana, Boiocchi. Con questa formazione la Nazionale Italiana di calcio fece il suo esordio in ambito internazionale. Era il 15 maggio 1910 e c’era molta curiosità attorno ai bianchi (ancora doveva essere scelto l’azzurro, colore di Casa Savoia) capitanati da Franz Calì, difensore dell’Andrea Doria. La Francia, invece, schierava: Tessier, Mercier, Sollier, Rigal, Ducret, Vascout, Mouton, Sellier, Bellocq, Olvier, Jourde.

Per decidere chi sarebbe sceso in campo la Commissione Tecnica Arbitrale (composta da Umberto Meazza, Agostino Recalcati, Alberto Crivelli, Gianni Camperio e Achille Gama Malcher) organizzò due amichevoli suddividendo i calciatori in due squadre, quella dei “probabili” e quella dei “possibili”. Entrambe le gare finirono con la netta vittoria (4-1 e 4-2) da parte dei probabili e servirono per sciogliere i dubbi su chi dovesse avere l’onore e l’onere di giocare. Fu scelta quasi interamente la formazione dei probabili, con l’unica eccezione rappresentata dal centrocampista Debernardi al posto di Bontadini.

IL PRIMO TEMPO

Intorno alle 15:45 l’arbitro inglese Goodley fischia l’inizio delle ostilità. Dopo qualche fase di studio, la Nazionale italiana prende le redini del match, provando a scalfire la difesa francese. Ma la prima parata la deve compiere il portiere italiano De Simoni, che respinge una conclusione di Sollier, ben servito da Mouton. È un fuoco di paglia, perché alla prima vera occasione l’Italia passa in vantaggio. Il primo gol assoluto lo realizza Pietro Lana, detto Fantaccino, uno dei dissidenti del Milan che nel 1908 aveva fondato l’Inter: il suo tiro potente, da 30 metri, si insacca alle spalle di Tessier.

La Francia reagisce prontamente e De Simoni sventa un paio di pericoli salvando la propria porta. Ma ancora una volta l’Italia non si scompone e al 29′ trova il raddoppio con Virgilio Fossati, centrocampista e capitano dell’Inter che solo sei anni più tardi perirà, in combattimento a Monfalcone, durante la Prima Guerra Mondiale. Nel primo tempo si susseguono altre emozioni, tra cui un gol annullato a Cevenini per fuorigioco, ma il risultato non si schioda dal 2-0.

IL SECONDO TEMPO

Nella ripresa è la Francia a partire con maggiore convinzione. E trova la rete della speranza dopo otto minuti con Sollier. Ma ancora una volta l’Italia non si abbatte. Al 59′ Lana approfitta di una corta respinta di Tessier e lo beffa da posizione ravvicinata. Il tira e molla continua, perché gli ospiti accorciano nuovamente le distanze, grazie a un preciso calcio di punizione battuto da Jourde. L’Italia, però, ristabilisce subito la doppia distanza con un gol del centrocampista dell’Ausonia Rizzi, ben servito da un piazzato di Calì. A questo punto, sotto 4-2 e ormai priva delle energie necessarie per tentare una reazione, la Francia si scioglie completamente.

C’è solo una squadra in campo, nonostante l’Italia sia costretta a giocare quasi con due uomini in meno, visto che Cevenini e Treré sono vistosamente zoppicanti. Al 82′ il torinista Debernardi segna la quinta marcatura, ma non è ancora tutto. A un minuto dalla fine l’arbitro Goodley assegna un calcio di rigore alla ai nostri in seguito a un fallo i mano di Mercier: Lana insacca dagli undici metri, realizzando così la sua personale tripletta. È il 6-2 definitivo, che sancisce la prima storica vittoria della Nazionale Italiana.

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