“Cosa sarebbe successo se…?” Quante volte, ripensando al passato, ci siamo posti questa domanda. Come direbbero gli inglesi, la vita è ricca di sliding doors: momenti topici, in cui una storia può cambiare il suo corso e prendere una certa piega, a volte inaspettata. A ben vedere anche il secolo azzurro è ricco di porte scorrevoli. Noi abbiamo scelto cinque momenti, cinque situazioni in cui potevano cambiare le sorti dell’Empoli.

1) 1935/36: L’EMPOLI SI RITIRA DAL CAMPIONATO E RISCHIA LA RADIAZIONE
Nel 1935, dopo sei buoni campionati in Prima Divisione, l’Empoli viene ammesso in Serie C. È guidato da Renato Nigiotti in veste di allenatore-giocatore. E da un anno ha riabbracciato il figliol prodigo Carlo Castellani, tornato a vestire l’azzurro dopo le esperienze al Livorno e al Viareggio. Sembra una stagione come le altre, con l’obiettivo di una salvezza tranquilla. L’avvio è altalenante, l’Empoli perde alla prima giornata contro lo Spezia (che vincerà quel campionato) ma si rifà contro il Derthona (2-1, gol decisivo di Demi all’89). Nei turni successivi spicca il 4-0 casalingo all’Andrea Doria, ma complessivamente l’Empoli ottiene solo cinque punti in sette partite.

Il campionato degli azzurri finisce però prematuramente, prima di poter disputare la decima giornata (contro la Ventimigliese). Infatti l’8 dicembre 1935, come un fulmine a ciel sereno, la società ritira la squadra dal campionato. Ufficialmente a causa della chiamata alle armi di numerosi giocatori azzurri per la guerra coloniale in Etiopia. Questo comportò l’immediata radiazione dell’Empoli, come recita il bollettino del Direttorio Divisioni Superiori, pubblicato il 12 dicembre 1935: “Si è preso atto che l’A.S.F. Empoli si è ritirato dall’ulteriore disputa del campionato di Serie C girone C. In applicazione delle norme generali del regolamento dei campionati, tutte le gare precedentemente disputate non avranno valore per la classifica. L’ASF Empoli è radiata dai ruoli federali; tutti i giocatori sono dichiarati liberi, mentre ai dirigenti attualmente in carica si inibisce di ricoprire per l’avvenire cariche sociali e federali”.

Grazie ai buoni uffici del presidente azzurro Onorio Onori (era un gerarca fascista ben ammanicato con le alte sfere del partito), viene riconosciuta all’Empoli la “causa di forza maggiore” e la radiazione è tramutata in semplice assegnazione dell’ultimo posto, con conseguente retrocessione nel campionato di Prima Divisione regionale. La decisione provoca qualche mugugno, anche tra i tifosi. Ma la parola fine alla vicenda viene messa da un articolo, a firma Fernando Codeluppi (allora segretario dell’ASF Empoli), sul giornale livornese Il Telegrafo: “(…) Le ragioni che hanno spinto i dirigenti a prendere la suprema decisione del ritiro della squadra di calcio sono facilmente comprensibili dato il momento eroico che attraversa la nostra patria. Restava oltremodo difficile provvedere all’oneroso carico finanziario che gravava sulla società. Non era possibile, per ragioni tecniche e morali, proseguire a ranghi ridotti”.

La formazione del 1935/36*

2) 1959/60: LO SPAREGGIO CONTRO RIETI E CARRARESE SALVA L’EMPOLI DALLA PRIMA CATEGORIA
Come vi abbiamo già raccontato, la stagione 1959/60 non fu particolarmente felice. L’Empoli è neopromosso in Serie D e deve battagliare duramente su ogni campo. L’inizio è a handicap a causa di due sconfitte – contro Nuorese e Larderello – e il girone d’andata si conclude con 14 punti in cascina. La stagione non decolla: la classifica è corta ma gli azzurri sono troppo discontinui per togliersi dal pantano della zona calda. In occasione dell’ennesimo 0-0 casalingo, l’8 maggio 1960 contro il Tempio, il quotidiano la Nazione definisce l’Empoli “moribondo, sull’orlo della retrocessione”, recriminando sulla direzione arbitrale e lamentando il fatto che la società azzurra non sia benvoluta in Lega.

Ma l’Empoli, con un finale di stagione gagliardo, riesce a ottenere due vittorie preziose (contro Cuoiopelli e Viareggio), che gli consentono di agganciare Rieti e Carrarese e di conquistare lo spareggio a tre. Solo la prima classificata si salverà, le altre due verranno retrocesse in Prima Categoria (l’equivalente dell’attuale Eccellenza). L’Empoli non parte bene: sul neutro di Viareggio non va oltre lo 1-1 con la Carrarese (segna l’attaccante Luciano Filippi) e si trova a un bivio. Nella gara decisiva – a Pesaro – deve battere il Rieti, altrimenti consegnerà la salvezza ai laziali. È una partita carica di tensione e si vede, il risultato non riesce a schiodarsi. Fino a sei minuti dalla fine, quando una sortita del difensore Vezzosi porta in vantaggio gli azzurri e gli consegna vittoria e salvezza. L’anno successivo l’Empoli si classificherà al primo posto e verrà promosso in Serie C.

La formazione del 1959/60*

3) 1962/63: GLI AZZURRI BATTONO IL TEMPIO E VENGONO PROMOSSI. DA QUEL MOMENTO MAI PIÙ SERIE D.
La stagione 1962/63 rappresenta una svolta importante, forse una delle più decisive. Perché quella promozione in Serie C, ottenuta con tanta determinazione, sarà l’ultima nella storia dell’Empoli: gli azzurri, da quel momento, non scenderanno mai più in quarta serie. Dopo un campionato molto lottato, a una sola giornata dal termine l’Empoli è primo in compagnia di Tempio e Nuorese. Con una vittoria contro il Pontedera l’Empoli si gioverebbe almeno dello spareggio, visto che le due sarde sono impegnate nello scontro diretto. E mentre l’Empoli non fatica ad avere ragione dei granata (5-0), il Tempio sconfigge la Nuorese e stacca il pass per la sfida decisiva.

Durante la stagione Empoli e Tempio avevano vinto una partita a testa nel doppio confronto. Non c’è una vera e proprio favorita quindi, nello spareggio di Genova. In Liguria accorrono ben duemila tifosi azzurri, che vogliono stare accanto alla squadra in un momento così delicato. L’Empoli si giova del calore del suo pubblico, sembra quasi di essere al Sussidiario. Sblocca l’incontro Carlo Gori al 37′, poi nel secondo tempo ci pensa Bruno Bertini a mettere la parola fine alle speranze del Tempio. L’Empoli è di nuovo in Serie C.

La formazione 1962/63*

4) 1976/77: L’EMPOLI ACCIUFFA LA SALVEZZA ALL’ULTIMA GIORNATA GRAZIE ALLA MIGLIORE DIFFERENZA RETI
Tra i campionati più complicati e sofferti c’è quello 1976/77. L’Empoli è reduce da ben 13 campionati consecutivi di Serie C, in cui si è sempre salvato con largo anticipo. Ma quell’anno qualcosa va storto. A cominciare dall’allenatore, visto che l’Empoli è costretto a cambiare tre volte guida tecnica (Giorgi-Melani-Giorgi) e si trova impelagato in fondo alla classifica. La forza dell’Empoli è indubbiamente il suo attacco, in cui primeggia il 24enne centravanti Ermanno Beccati, arrivato in estate dal Lecce, che firmerà 14 gol in 26 partite.

Ma a cinque giornate dal termine la situazione è drammatica. La classifica recita: Pistoiese 47; Parma 45; Spezia, Lucchese, Reggiana, Pisa 36; Giulianova, Arezzo 35; Teramo 34; Siena, Olbia 33; Grosseto 31; Fano 30; Livorno, Anconitana 29; Riccione, Viterbese 28; Massese, Sangiovannese 27; Empoli 26. Nonostante serva un miracolo, gli azzurri continuano a crederci. Ottengono due successi e due pareggi prima di presentarsi alla sfida decisiva con il Teramo. Sono ancora ultimi, appaiati con la Viterbese e vincere non gli basta. Devono sperare in buone notizie dagli altri campi.

Dopo il primo tempo l’Empoli è virtualmente retrocesso, visto che sta perdendo 1-0. Ma nella ripresa un rigore di Garlini e una rete di Ettore Donati ribaltano il risultato. Ai ragazzi di Giorgi manca un altro tassello per completare il puzzle, che arriva dal Del Conero di Ancona: i padroni di casa non vanno oltre l’1-1 contro il già salvo Grosseto e vengono raggiunti in classifica dagli azzurri. Empoli, Anconitana e Viterbese hanno 34 punti, ma i nostri prevalgono grazie alla differenza reti, spedendo marchigiani e laziali in Serie D.

La formazione del 1976/77*

5) 1977/78: LA VITTORIA SUL PISA CI APRE LE PORTE DELLA NEONATA SERIE C1
Cosa ci può essere di soddisfacente in un campionato terminato con un anonimo decimo posto? È vero, se guardiamo la semplice posizione in classifica c’è poco da dire, la stagione 1977/78 non è stata tra le più esaltanti. Eppure quella posizione mediocre permette all’Empoli di aprirsi le porte del neonato campionato di Serie C1.

Nelle fila dell’Empoli giocano giocatori di valore come Salvemini, Papis, Ciulli, Ettore Donati, Biliotti e Zanone. Ed è allenato da quel Gianpiero Vitali che si rivelerà uno dei tecnici più influenti del secolo azzurro. Eppure la squadra non riesce a decollare. È molto discontinua e fa una fatica bestiale in trasferta (alla fine solo due vittorie, contro Giulianova e Chieti). La situazione si fa critica, soprattutto a causa della formula di quel campionato: all’orizzonte c’è la suddivisione della Serie C in C1 e C2. Sono previste ben otto retrocessioni e dieci “promozioni”: l’Empoli punta a ottenere un posto nella Top Ten, che gli consentirebbe di giocare in C1 l’anno successivo.

La sconfitta alla terzultima contro l’Arezzo complica i piani dei ragazzi di Vitali. Gli azzurri sono costretti a giocarsi tutto nel derby con il Pisa dell’ultima giornata. Il risultato non riesce a schiodarsi per gran parte del match. Ma al 72′ è Ciulli a realizzare la rete della vittoria e del tanto sospirato decimo posto. Tutta Empoli festeggia, si è rischiato la beffa di finire in C2 con un gran finale di stagione, che ci ha permesso di staccare rivali agguerrite (il Siena su tutte). Questa rappresenterà una tappa importantissima, visto che da quel momento gli azzurri non scenderanno mai più oltre quella serie. Rischieranno di scivolare in C2 nel 1993-94, ma il playout contro l’Alessandria ci salverà dall’impaccio.

La formazione del 1977/78*

Naturalmente, nell’arco di cento anni, non sono stati solamente cinque gli spartiacque della storia azzurra. Queste sono forse i meno appariscenti, ma comunque importanti, perché hanno finito per decretare, in un modo o nell’altro, gli eventi futuri. La storia recente ci ha consegnato gare di drammaticità estrema (lo spareggio perso con il Brescia nel 1988), di gioia inattesa (la promozione nel playoff col Como nel 1994/95), di speranza esaudita (il playout contro l’Alessandria del 1994), un mix di tutto (Empoli-Vicenza 3-2). Perché in fondo cos’è tifare azzurro, se non emozionarsi e provare sentimenti contrastanti. Nel bene e nel male.

*Le foto sono riprese dal libro Brividi d’Azzurro – La storia dei colori dell’Empoli (C. Fontanelli-M. Ciabattini-M.Fontanelli, Geo Edizioni, 2020).
PS. Da domani il libro sarà in vendita anche presso l’edicola di piazza XX settembre a Fucecchio.

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

16 Commenti

  1. mi permetto di ricordare Empoli-Trento 3-0 (ultima giornata della stagione serie C1 gir. 1981-82) che non sarebbe bastato all’Empoli allenato prima da Pezzotti e poi da Vitali per rimanere in Serie C1 se la Triestina non fosse andata a vincere 1-2 a Mantova. La Triestina si qualificò per la Coppa Italia Professionisti. Quelle partite non erano seguite dalla RAI per cui erano le radio locali a fornire le informazioni e i risultati. Radio Play per l’amicizia con TS Radio Express riuscì a trasmettere tutto il secondo tempo in diretta della radiocronaca di Mantova – Triestina che appassionava sportivi e giorcatori più della garain campo e permetteva di tenerla sotto controllo. Grazie all’amicizia con Radio Dolomiti di Trento, che si prestò a fare da gancio, il risultato di Empoli per tutta Italia era 0-0 . A partita finita gli ultimi 5 minuti di Mantova Triestina, ancora in gioco, furono trasmessi tramite gli altoparlanti dello stadio con i giocatori fermi ad aspettare il fischio di Mantova dove, sapendo dello 0-0 di Empoli (falso) alla fine festeggiarono per 5 minuti. Per ringraziare i radiocronisti triestini (che rischiarono le botte) Bagnoli e Corsi (il padre del presidente) inviarono alcuni regali (graditissimi, a Trento e Trieste fa freddo). L’anno dopo l’Empoli volò, con Vitali in panchina, in Serie B e poi in Serie A.

  2. Io non è che non voglio dire che la partita col Vicenza non sia stata spettacolare, io la ho vissuta normalmente, nessuno dice che già sapevano di un eventuale ripescaggio e la partita non serviva neanche giocarla visto che poi il Vicenza e stata ripescata .

    • Mah…ripescaggio ufficiale avvenuto in tarda estate, molto probabilmente vari elementi chiave avrebbero salutato nel frattempo…
      Magari avremmo preso un altro tecnico e non Sarri…eccetera

      • Era 20 giorni prima della partita che ne parlavano e poi sai poi come vanno le cose , giustamente e stato meglio salvarsi sul campo , ma era una delle poche volte che si sapeva al 100% poi se ti piace credere diverso nessuno te lo vieta
        ma la favola che le squadre non lo sapevano e quello che vo hanno fatto credere, era uscito anche un articolo che non ricordo dove alla ho letta che neanche la volevano giocare

      • Mah!! Non saprei bisognerebbe vedere il regolamento perché Empoli non è capoluogo di provincia Vicenza si è questa cosa in fase di ripescaggio conta…. meglio non aver corso il rischio !!

  3. “La storia recente ci ha consegnato gare di drammaticità estrema (lo spareggio perso con il Brescia nel 1988), di gioia inattesa (la promozione nel playoff col Como nel 1994/95), di speranza esaudita (il playout contro l’Alessandria del 1994), un mix di tutto (Empoli-Vicenza 3-2)”

    Mi permetto di aggiungere la PRIMA SALVEZZA IN A, all’ultima giornata, vincendo 1-0 a Como (Osio).
    Direi che quel momento (in questo articolo, comunque bellissimo, neppure rammentato) sia superiore a molti altri segnalati in questo pezzo. La classifica era tremenda, dopo la sconfitta in casa con l’Avellino di 7 giorni prima.
    Ed invece… la “porta” si aprì alla rovescia….

  4. A me viene in mente una “sliding door” in negativo, che non mi è andata per niente giù: che se nel 2007 si schierava i titolari quel primo turno con lo Zurigo si passava. Lo Zurigo poi ha fatto un girone con Bayer Leverkusen, Spartak Mosca, Tolosa e Sparta Praga. Lo ha anche passato per poi perdere con l’Amburgo. Ecco, una cosa del genere non ci ricapiterà mai più. E io ancora non mi capacito di cosa gli può esser passato per la testa al Pres. per fare questa scelta senza senso.

    • Uno dei tanti misteri della attuale presidenza…
      Siamo stati capaci di cose straordinarie, ma allo stesso tempo di errori madornale e scelte incomprensibili:
      1) quella da te rammentato di Empoli-Zurigo
      2) la non riconferma di Giampaolo
      3) la separazione della coppia Caputo/Donnarumma

  5. Un’altra spartiacque è stato sicuramente l’intervallo di Venezia-empoli del 99…con una vittoria si sarebbe dato una spinta notevole per la salvezza e invece la spinta l’abbiamo data a novellino e Recoba..

  6. un’altra sliding doors in negativo fu la retrocessione dalla serie A credo nel 2008 a causa della partita farsa Catania – Roma in cui i giallorossi smisero di giocare gli ultimi 5 minuti con una invasione di campo e gli etnei pareggiarono in modo scandaloso. Era una partita da annullare con vittoria 3-0 a tavolino della roma (a cui cmq non gli sarebbe bastata per vincere il campionato, che andò all’inter per un punto). Se invece dell’Empoli, che non contava un caxxo, ci fosse stata un’altra squadra quella retrocessione (peraltro immeritata a livello di gioco e di campionato) non l’avremmo subita. Da allora odio il catania calcio.

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