“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, asseriva lo scrittore Primo Levi a proposito del dramma della Shoah. Parole che rappresentano ancora oggi un monito significativo. Perché sì, ricordare e parlare di certe atrocità fa ancora male al cuore. Ma è un male necessario, per renderci consapevoli degli orrori commessi in quel periodo e per evitare che si possano ripetere. E oggi, nel Giorno della Memoria, tra le persone da commemorare c’è anche una persona cara al popolo azzurro: Carlo Castellani.

Carlo Castellani

Il nome Carlo Castellani sarà forse sconosciuto alla maggior parte delle persone in Italia; per i calciofili, invece, è probabilmente solo colui al quale è intitolato lo stadio comunale di Empoli. Ma per noi empolesi la sua figura rappresenta ben più di un semplice calciatore – capace di battere ogni record possibile. Sconfina purtroppo nella tragica cronaca della guerra e nella drammaticità di un periodo che, proprio come diceva Primo Levi, se non potrà mai essere compreso, non dovrà nemmeno mai essere dimenticato.

Carlo Castellani nacque a Fibbiana, frazione del comune di Montelupo Fiorentino, nel 1909: fin da giovane coltivò la sua passione per il calcio ed entrò a far parte dell’Empoli FC appena diciassettenne, nel 1926. Militò in azzurro per quattro campionati consecutivi (uno in Terza Divisione, 2 in Seconda Divisione e 1 in Prima Divisione). Nel 1930 venne ingaggiato dal Livorno, che allora giocava la Serie A, ma quattro anni dopo, dopo essere passato anche dal Viareggio, tornò a Empoli e qui chiuse la sua carriera nel 1939.

La lapide commemorativa presente allo stadio Carlo Castellani

Ma, come dicevamo, la storia di Castellani non si esaurisce nel calcio: nella notte dell’8 marzo 1944 i fascisti fecero dei rallestramenti, nel comune di Montelupo Fiorentino, mirati a colpire coloro che lavoravano nelle vetrerie della zona e che avevano scioperato quattro giorni prima. Si trattava di una vera e propria rappresaglia nei confronti di coloro che rappresentavano una minaccia per il regime: “le persone nemiche” furono individuate e portate in caserma, caricate in torpedoni e trasportate poi alla Stazione di Firenze.

I fascisti si presentarono alla porta della famiglia Castellani con l’intento di arrestare il padre David, ma Castellani disse che il padre era malato e, convinto che avrebbe risolto la cosa rapidamente, decise di andare in caserma per chiarire l’equivoco. Invece, il ragazzo non tornerà più: venne messo su un treno per Mauthausen-Gusen, uno di quei tanti e terribili campi di sterminio e lì morirà, dopo cinque mesi di prigionia, l’11 agosto 1944 all’età di 35 anni.

Come testimoniato da Alfio Dini, nel suo libro La notte dell’odio, “molti deportati di Montelupo toccarono le infermerie dei vari campi. La sorte che vi incontrarono fu la più diversa. Per alcuni, fu rapida anticamera della morte. Carlo Castellani, colpito da dissenteria, fu isolato, insieme a tanti altri in una baracca appartata che chiamavano ‘lazzaretto’, e lì trovò solo il conforto di qualche visita di Aldo Rovai a cui affidò il suo messaggio per la famiglia che sembrava rivolto a una nuova umanità: ‘Racconta come sono morto!… Dì loro quanto ho sofferto…più di Gesù Cristo!’. Il giorno dopo Rovai tornò e non lo trovò più. Nessuno forse, tranne lui, s’accorse che il deportato Carlo Castellani era morto.”

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

20 Commenti

  1. Brutta storia, su quel treno se non erro c’era anche il nonno del mio suocero sempre per gli scioperi delle vetrerie. Diamoci tutti una calmata e cerchiamo di onorare questi 100 anni in un finale di campionato come meritano queste persone.

  2. Bisognerebbe parlare di calcio, ma dopo questo articolo di Simone Galli non posso esimermi dal dire che purtroppo c’è ancora gente che esalta il fascismo, il nazismo, il comunismo e tutto ciò che termina in ISMO, e non sanno che sono state le più grandi tragedie dell’umanità, ma non si ripeteranno più, i loro sostenitori si possono mettere l’animo in pace.

    • Verissimo mancano all’appello capitalismo e liberismo. Il solo e unico faro per l’umanità deve essere l’ambiente, l’ecosostenibilità e tutto cio che è in accordo con le leggi della natura. Tutto ciò che è legato a potere e soldi sono una tragedia ed una condanna e la storia non smette mai di dimostrarcelo, spesso però è già troppo tardi. Facciamo si che questa volta non lo sia!!!

  3. Un grande calciatore e un grande uomo che ha pagato la follia umana. bisogna fare in modo che non si perda l’importanza di questa giornata e la memoria di quegli anni. propio ora che ci sono quelli che cercano di riabilitare razzismo e rancore fra le persone

  4. È una gran bella cosa che l’Empoli calcio insiema alla A.C. abbiano dedicato lo stadio a Carlo Castellani cosi che il ricordo di cosa ha rappresentato…oltre il calcio…rimanga vivo nelle generazioni future!

    • ..ragazzi, se si dovesse farlo nuovo lo stadio e avessero in mente di chiamarlo in altro modo

      ci vado io col tassellatore e i tasselli di 12 a mettere la targa vedrai che un la levano piu’

  5. per tutti noi lo stadio deve restare indelebile il nome “carlo castellani”ho ribrezzo per gli stadi intitolati tipo juventus stadium dacia arena,col nome sponsorizzato è ridicolooooooooooooooooooooooo!

  6. sono stato sia a Mauthausen, che a Auschwitz indimenticabile.
    E c’è chi dice che non è successo niente i cosiddetti negzionisti

  7. E pensare che c’è qualche politico e i suoi seguaci stupidi che gli vanno dietro che sta seminando odio con le loro propagande politiche , il giorno della memoria è per non dimenticare che all’epoca fascisti italiani e tedeschi fecero in Italia e in Europa .
    Mai più !

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