Adagio

L’Empoli si congeda dal 2025 con il pareggio interno con la capolista Frosinone. La squadra più in forma del torneo, proveniente da 5 vittorie consecutive e da 23 punti ottenuti nelle ultime 9 gare, rallenta la propria corsa al Castellani al termine di un match intenso, brillante e divertente. Una gara senza esclusione di colpi, mutuando un’espressione dal gergo pugilistico. Entrambe le formazioni avrebbero potuto portare a casa l’intera posta o uscire sconfitte a testa alta. Alla fine ne è uscito fuori un pareggio sostanzialmente giusto che mantiene in vetta i ciociari e getta uno squarcio di luce sul futuro azzurro, all’alba del nuovo anno. Gli uomini di Dionisi sono scesi in campo senza timori reverenziali dimostrando, come in qualche modo già accaduto con il Palermo, di potersela giocare a viso aperto con le compagini più blasonate della serie cadetta. Paradossalmente l’Empoli ha fatto più fatica con le squadre meno dotate sul piano della qualità ma agonisticamente più “intense” (Pescara, Reggiana, Carrarese, Virtus Entella, Juve Stabia) che con le formazioni più squisitamente tecniche. Evidentemente gli azzurri, per esprimersi al meglio, hanno bisogno di spazi più aperti e di liberarsi da quelle scorie mentali che hanno sinora reso discontinuo il loro percorso.

Andante

Va agli archivi un opaco 2025 per i colori azzurri, in cui si è materializzata la retrocessione in B dopo 4 anni in massima serie e una faticosa ricostruzione ripartendo dalla cadetteria. L’anno solare che ci lasciamo alle spalle porta con sé un bilancio sportivamente negativo. Poche vittorie – la prima addirittura a metà maggio dopo cinque interminabili mesi di digiuno – e tre allenatori avvicendatisi sulla panchina. Il sogno salvezza di Roberto D’Aversa si è infranto contro un’inarrestabile involuzione tecnica nel girone di ritorno e l’iceberg di una rosa falcidiata dai numerosi infortuni. Guido Pagliuca non è stato in grado di riproporre a Empoli il modello Juve Stabia, rivelandosi figura probabilmente inadatta alla gestione dell’imponente restauro post-retrocessione voluto dalla società. E infine Alessio Dionisi, chiamato a tornare sui propri passi dopo uno scottante divorzio. Il tecnico amiatino sta cercando, tra alti e bassi, di edificare un nuovo percorso di crescita che potrebbe prendere forma nell’anno che verrà.

Allegretto

L’alba di una nuova stagione azzurra che non vedrà tra i suoi protagonisti Roberto Gemmi. È di queste ore la notizia dell’esonero del direttore sportivo ex Cosenza, proprio alla vigilia di un passaggio delicato e imminente come la gestione del prossimo mercato invernale. Singolare che le strade si dividano proprio a pochi giorni dall’appuntamento destinato, sulla carta, a cercare di migliorare una rosa valida per la B ma, a oggi, evidentemente irrisolta. Plasmata sulle idee tattiche di Pagliuca e convogliata repentinamente su quelle di Alessio Dionisi. Il mister azzurro ha avuto il buonsenso di non snaturare un progetto che, sul piano tattico, non risulta esattamente il più congeniale alle sue teorie di gioco. Dionisi, al netto di alcuni passaggi a vuoto, si è lucidamente affidato a una rivoluzione morbida provando a riequilibrare una difesa apparsa l’anello debole, anche numericamente, di una rosa che ha le carte in regola per vivere un campionato senza particolari patemi. Solo il tempo ci dirà se ci sono margini per effettuare un ulteriore step migliorativo in un torneo perennemente in bilico tra le stelle dei playoff e le stalle dei bassifondi. 

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4 Commenti

  1. Mi piacerebbe capire bene, quale dovrebbe essere il gioco di Dionisi:
    a) “gioco propositivo con costruzione dal basso”, mi sembra che sia completamente assente, anzi si cerca di saltare il centrocampo con lanci in avanti;
    b) “densità nel mezzo, pressing alto e aggressivo”, in parte lo si vede, ma con scarsi risultati;
    c) “transizioni rapide con velocità sugli esterni e presenza di un trequartista fondamentale”, per ora non mi sembra che abbia optato con decisione per un trequartista puro, ma si interstardisce nel continuare a sfruttare la corsa di Shpendi fra centrocampo e attacco, relegando i vari Ilie/Saporiti a ruoli secondari.
    In sostanza la sua mano, non si è ancora del tutto vista. Le attenuanti che gli possiamo concedere, sono due: una è che non può schierare una dfesa a 4 (però, c’è anche da dire che l’anno scorso a Palermo, è partito con la difesa a 4, per poi dover ripiegare su quella a 3); l’altra è che i giocatori in mezzo al campo, sono quelli che sono.

  2. Bella sintesi…. magari si riuscisse a capire cosa bolle in pentola…. ovvio non tutto, ma le linee generali, troppi silenzi, troppi “si dice” e troppe confidenza da bar….

  3. Sta facendo il paracarro se ha accettato doveva subito mettere mano al gioco , ha scelto di arrivare a gennaio e poi gli sarà stato promesso i giocatori utili a par suo … non condivido pero poi si vuole il salto di qualità niente scuse !
    allora avrà ragione lui!

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