A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: North Side 1994

Altri Gruppi: Gate 7 Chievo Verona 1929, Chievo 1929, The Followers, Engazzà Clivense.

Settore: Curva Nord

Amicizie: –AlbinoLeffe: l’amicizia, che è direttamente instaurata tra “North Side Chievo” e “Nuova Guardia AlbinoLeffe”, nasce il 29 marzo 2008 durante la gara AlbinoLeffe-Chievo di Serie B, quando, dopo esserci stati dei contatti tra rappresentanti dei due gruppi, nella settimana che precedeva la partita, si è deciso di esporre lo striscione “AlbinoLeffe-Chievo, esempi di calcio pulito”. Un amichevole giocata a Desenzano del Garda (Bs), alcuni anni fa, in cui si trovarono fianco a fianco cantando in modo alternato i cori che li accomunano, ha cementato ancor di più il rapporto, che si rinnova con l’annuale torneo estivo di calcio e con visite reciproche. Festa per il decimo anniversario dell’amicizia il 24 marzo 2018, con, tra gli striscioni del “North Side” e della “Nuova Guardia”, la scritta “Passa il tempo mai l’amicizia”. Il 15 dicembre 2019 presente una rappresentanza dei “North Side” al fianco della “Nuova Guardia” in Como-Albinoleffe, Serie C 2019/20. –Pro Sesto: le due squadre di calcio forse non si sono mai incontrate, ma l’amicizia coi sestesi va oltre le categorie, grazie al torneo annuale tra tifosi, cui partecipano spesso anche i ragazzi di Sesto. Per la verità negli ultimi anni non vi hanno preso parte, ma crediamo che l’amicizia sia ancora viva. –Sassuolo: durante l’anno 2013/14 è nata l’amicizia tra il “Coordinamento amici del Chievo” e il Centro Coordinamento Clubs del Sassuolo. Quindi non è a livello ultras, ma solo tra clubs normali. –Taurisano: ottimi rapporti con la tifoseria della cittadina in provincia di Lecce, soprattutto per la partecipazione di essa al Torneo dell’Amicizia che si svolge spesso con la presenza dei salentini, insieme agli ultras di Chievo e Albinoleffe. I leccesi mancarono nel 2017.

Ex-amicizie: Monza: nata nella stagione di Serie B 2000/01, grazie all’allora capo-ultrà monzese, ma una volta che questi ha mollato è venuta meno anche l’amicizia. Era quindi più che altro a livello personale, ora non c’è più nulla.

Rivalità: –Hellas Verona: è l’unica vera rivalità, quella tra Hellas e Chievo, che è tangibile e molto più sentita di quanto si pensi, da ambedue le sponde, soprattutto da quella clivense. Fino al 2001, tra le due squadre, non esiste un reale rapporto competitivo, dato che i “Mussi” vengono ancora visti come una piccola squadra di quartiere, che per decenni si è barcamenata nelle serie inferiori. Tra le due squadre non era quindi mai esistita una rivalità sportiva, ad esempio, nel 1994, in occasione della decisiva trasferta di Carrara per l’approdo del Céo in cadetteria, centinaia di supporters dell’Hellas si uniscono a quelli del Chievo per sostenere insieme la piccola realtà di borgata. L’arrivo in Serie A del Chievo, nel 2001/02, inizia a cambiare le cose: permette innanzitutto alla città di Romeo e Giulietta di essere la quinta a poter vantare un derby cittadino nella massima serie, e inoltre mette per la prima volta realmente sullo stesso piano le due compagini. Il primo derby veronese in Serie A si disputa nel 2001, ma, nonostante i mutati equilibri di forza tra le due formazioni veronesi, vi è ancora un clima di armonia e rispetto tra le due curve, che però viene inclinato dal derby di ritorno, giocato in casa dei “Mussi” e vinto da questi 2-1. Nel decennio seguente, complice la buona gestione societaria di Luca Campedelli, presidente, e Giovanni Sartori, il direttore sportivo, forse il principale artefice della “favola Chievo”, sulla sponda clivense, e quella tribolata Pastorello-Cannella, su quella targata Hellas, il Céo rimane una presenza fissa nella massima serie, mentre per il Verona inizia un lento declino, che lo porterà a sfiorare la C2. Dopo la retrocessione in Serie C nel 2007, si inizia a parlare seriamente di una fusione tra le due formazioni: ad opporsi sono i tifosi e l’allora presidente veronese Martinelli. La “guerra dei simboli”, scoppiata nell’estate del 2010, riporta in auge la discussione tra le opposte fazioni sportive, riguardanti i colori e gli stemmi societari impiegati dal Chievo. Gli Hellas Fans rimproverano infatti all’altra sponda di Verona, l’uso degli stessi colori sociali, il giallo e il blu delle insegne comunali, mentre le tinte originali del Chievo erano il bianco e l’azzurro. In questo contesto, alla vigilia della stagione 2010/11, il Chievo durante la sua campagna abbonamenti, tra i vari simboli promozionali utilizza un cavaliere con un drappo su cui era rappresentato lo stemma della dinastia scaligera: la Scala. Tutto ciò crea una nuova protesta dei sostenitori dell’Hellas, i quali identificano tale simbolo come proprio, fin dagli anni ’70, con le storiche “Brigate Gialloblù”, e vedono quindi il tutto come un tentativo del Chievo di prendere idealmente il posto e l’identità del Verona nell’immaginario collettivo, emulandone i simboli e i colori. Il presidente del Chievo Campedelli replica sostenendo che l’antica Scala è da intendere come rappresentante di tutta la provincia di Verona, dimostrando anche come il Chievo sfoggiasse la Scala sulle proprie maglie sin dagli anni 1930. In occasione di Chievo-Sampdoria del 2010/11, la presenza di ultras veronesi coi gemellati doriani genera dei disordini tra fans dell’Hellas e del Chievo, a seguito dei quali si sono registrati fermi da ambo le parti. Il 23 novembre 2013, trascorso molto tempo dalla fine del derby veronese, un folto gruppo di ultras veronesi si sposta in massa, minaccioso, verso il parcheggio riservato ai tifosi del Chievo, che stavano uscendo in quel momento. Lo schieramento delle forze dell’ordine fa sì che i veronesi tenessero a freno ogni provocazione e si allontanassero dalla zona, spostandosi però in una via interessata dal transito di spettatori che tornano dallo stadio, alla ricerca di supporters clivensi. Ma anche qui un cordone di sicurezza impedisce qualsiasi contatto. Ma riecco l’allarme un’ora più tardi, quando un convoglio formato da otto veicoli, tra auto e moto, si porta al “Forte Chievo”, distante circa quattro chilometri dal “Bentegodi”, dove un gruppetto di tifosi clivensi si era radunato dopo la gara. Dai mezzi scendono minacciosi degli ultras scaligeri, alcuni coperti in viso e armati di mazze, diretti verso i tifosi avversari. Intervengono a tempo alcuni poliziotti che mettono in fuga gli ultras dell’Hellas. La polizia individua poi, grazie al lavoro della Scientifica, che aveva interamente filmato la scena, due giovani ultras dell’Hellas. Più grave quello che succede il 10 maggio 2015, la mattina di Chievo-Verona, verso le 9,30, quando sedicenti tifosi dell’Hellas, arrivati in massa, si parla di una 50ina di supporters, aggrediscono un gruppo di tifosi del Chievo nel parcheggio a loro destinato, quello del palazzetto dello sport, prendendoli a sberle e cinghiate, alcuni di loro appartenenti al gruppo “Gate 7”. A quell’ora allo stadio non erano ancora in funzione le telecamere per l’ordine pubblico e non c’erano forze di polizia in zona, dovendo cominciare la partita alle 12,30. Il pestaggio, il cui bilancio parla di quattro persone ferite, una di loro suturata alla testa con un paio di punti per la ferita di una cinghiata, è durato pochi minuti. Una storia che purtroppo si ripete. In Hellas Verona-Chievo del 10 marzo 2018 (ultimo derby disputato in quanto l’Hellas nel 2018/19 ha militato in Serie B, nel 2019/20 e nel 2020/21 il Chievo milita in Serie B e il Verona in A), le due tifoserie si beccano non di rado e la curva clivense scandisce addirittura il coro “Nessuno nessuno vaffanculo”. –Juventus: applicazione del Daspo per due tifosi del Chievo, in occasione di ChievoVerona-Juve del settembre 2013. Un 16enne, incensurato, dopo esser salito all’anello superiore della curva Sud, brandisce una cintura all’indirizzo di alcuni tifosi ospiti, cercando una reazione da quest’ultimi. La polizia interviene bloccando il minore ed evitando lo scontro. Nel secondo caso, un 26enne, anch’esso incensurato, viene intercettato dalla polizia mentre minaccia un tifoso juventino, costringendolo a togliersi la propria sciarpa bianconera. Scontri, anche piuttosto gravi si verificano domenica 25 gennaio 2015 a Torino tra tifosi bianconeri e clivensi. Per fortuna non è risultato nessun ferito, ma i testimoni parlano di incidenti piuttosto cruenti.

Mini-storia del tifo del Chievo: il Chievo ha vissuto una favola calcistica bellissima, non finendo mai di sorprendere, come non hanno mai smesso di sorprendere i suoi tifosi, profondamente diversi dai cugini maggiori veronesi. Il tifo dei supporters del Cèo (così viene chiamato in dialetto veronese) è genuino, sano, corretto, goliardico, apolitico, quasi mai violento, l’esatto contrario di quello degli esuberanti e sfrontati cugini dell’Hellas. Un fenomeno vero e proprio quello del Chievo, sociale, economico, di costume, capace persino di ispirare libri e un film, e di giocare pure in Europa: pensare che negli anni 80 era in C2 e non faceva abbonamenti…Il gruppo organizzato principale dei tifosi del Chievo è sempre stato il “North Side”, letteralmente “Settore Nord”, adottato per distinguersi dall’opposta tifoseria cittadina, anche se tuttavia la curva Nord del “Bentegodi”, stadio in cui gioca il Céo dal 1986/87 (prima giocava al “Bottagisio”), il primo in una serie professionistica, la C2, non era stata mai però concessa a causa di prescrizioni di sicurezza, ed era adibita a settore ospiti. Il gruppo nasce nel 1994, con lo striscione che fa il suo esordio il 6 novembre a Cesena, per la volontà di un gruppo di pochi ragazzi che seguivano già la squadra con calore e passione, riunendo quindi i tifosi più caldi, sull’onda dell’entusiasmo per la storica promozione in Serie B. Inizialmente fanno parte del Club “Amici del Chievo Verona”, ma nel ’96, dopo due campionati, escono dal Coordinamento, visto che non si riconoscono più nel regolamento da esso stilato, per l’esigenza di esprimere liberamente le proprie idee. I “North Side”, comunque, non si definiscono sin dall’inizio un vero gruppo ultras, bensì di “supporters”, visto anche che fanno il tifo per la propria squadra, non offendendo mai i rivali, almeno fin quando non sono a loro volta insultati dai tifosi avversari. Un’altra peculiarità è quella che non stipulano gemellaggi, ma tuttavia non rinnegano amicizie con gruppi di altre squadre. Il primo simbolo del gruppo è la “Rosa dei Venti”, ben presto abbandonato a favore di “Marvin il marziano”, famoso personaggio dei cartoni animati “Looney Tunes”, adottato poiché il Chievo e la sua tifoseria vengono definiti dei “marziani” nel panorama del calcio professionistico italiano. Nei primi anni il “North Side” può contare su poche unità di persone, perlopiù ragazzi che si avvicinano al mondo del tifo incuriositi da questa squadra di quartiere, che scala, stagione dopo stagione, le gerarchie del calcio nazionale. A fine millennio il “North Side” conta su un discreto zoccolo duro di persone, che ogni domenica seguono con voce e calore, ove possibile, la propria squadra. Ma è proprio nel 2000, con la diffida per 5 anni di 5 ragazzi tra i più attivi, che il gruppo conosce un grave momento di crisi, uscendo a pezzi dalla vicenda e andando sull’orlo dello scioglimento. A fine stagione però il gruppo trova, nella fede e nell’amore dei suoi ragazzi, nuova linfa e nuovi stimoli per ricominciare, ed è così che alcuni veterani, insieme a molti giovani, prendono in mano le redini e, complice anche la cavalcata trionfale del 2000/01 verso la Serie A, superano il momento difficile. La promozione suscita giustamente molto clamore, e nel suo primo anno in massima serie la compagine clivense sorprende tutti, lottando nel girone di andata gomito a gomito con le prime della classe, permettendosi il lusso, per alcune settimane, di essere la capolista del campionato e dando addirittura a tratti l’impressione, l’effervescente squadra di mister Del Neri, di lottare per lo scudetto. Nel girone di ritorno però avviene il crollo, ma arriva comunque un buon quinto posto, che le permette di disputare la Coppa Uefa nel 2002/03, eliminata al primo turno dalla Stella Rossa Belgrado. Grazie a questi storici risultati, la squadra è al centro di una grande attenzione mediatica e diviene conosciuta al grande pubblico. L’arrivo al vertice del calcio italiano di una formazione di quartiere viene vista come una grande impresa, e l’oculata gestione societaria viene da più parti presa a modello. Nel 2002/03 il Chievo disputa ancora un bel campionato, classificandosi settimo, beffato all’ultima giornata da Parma e Udinese. L’anno dopo, a causa delle cessioni dei suoi giocatori più importanti, arriva “solo” il nono posto. Nella stagione 2004/05, con la partenza di Perrotta e dell’allenatore del “miracolo Chievo”, Luigi Del Neri, si salva in extremis grazie a due vittorie e un pari nelle ultime tre giornate. Sono anni comunque esaltanti per la tifoseria, sull’onda di incredibili risultati, che si presenta sempre più numerosa, nel loro piccolo, in stadi nei quali, fino a pochi anni fa, sembrava impossibile solo varcarne i cancelli ed appendere gli striscioni. Tutto questo anche in Europa, che torna, dopo l’assaggio del 2002/03, nel 2006/07, sotto forma della competizione più importante, la Champions League, grazie al quarto posto ufficiale dell’anno prima, derivante dalle contemporanee penalizzazioni di Juventus (scudetto sul campo ma retrocessa d’ufficio in B), Fiorentina e Lazio, entrambe di 30 punti, tutte squadre immischiate nello scandalo “Calciopoli”. Il Chievo viene però subito eliminato al terzo turno dei preliminari dal Levski Sofia (sconfitto 2-0 in Bulgaria, 0-0 a Verona) e “retrocesso” al primo turno di Coppa Uefa 2006/07, eliminato anche qui, ma con molte più recriminazioni, al primo turno, dallo Sporting Braga (sconfitto 2-0 a Braga, vincente ai supplementari 2-1 a Verona ma fuori lo stesso). Come un fulmine a ciel sereno, però, in quell’anno arriva la retrocessione in Serie B, a Bologna contro il Catania all’ultima giornata (0-2). Ma il Chievo e la sua tifoseria dimostrano grande caparbietà e l’anno dopo avviene subito il ritorno nella massima Serie, con un perentorio primo posto. L’anno dopo il Chievo si salva per miracolo, diventando poi però, negli anni successivi, una realtà del calcio italiano: nella partita Brescia-Chievo del 30 gennaio 2011, la squadra raggiunge le 100 vittorie in Serie A. Si piazza 14^ nel 2010, anno in cui si forma in curva il nuovo gruppo “The Followers”, che prende posto in uno dei balconcini della curva, mentre nel 2011 (11° posto) nasce, dalla scissione di una parte di sostenitori del “North Side”, il gruppo ultrà “Chievo 1929”, che ripropone un ritorno alle origini, in tema di colori sociali e nome di società. Nel 2013, da un’altra scissione in seno ai “North Side”, nascono i “Gate 7”, gruppo non numeroso, caratterizzato, in antitesi rispetto al resto della curva, da una certa mentalità ultras. Arrivano poi, nel 2012 e nel 2013, un decimo e un dodicesimo posto, mentre nel 2014 i clivensi si salvano sul filo di lana (16° posto), e nel 2015 raggiungono una salvezza piuttosto tranquilla con un 14° posto. Ancor più tranquilla è la salvezza del 2016: un nono posto che ha permesso loro di togliersi parecchie soddisfazioni. Seguono un 14° e un 13° posto, con salvezze piuttosto tribolate. Negli ultimi anni il gruppo principale “North Side” è diventato una realtà nel panorama ultras, un punto di riferimento per tutti quei giovani clivensi che vogliono sostenere la propria squadra con passione e calore, anche se non sono mancati momenti difficili, alti e bassi, diffide e cambiamenti. Risale al 2018 lo scioglimento del gruppo “Milano Clivense”. Nella stagione 2018/19, nata male e finita peggio, è arrivato un malinconico ultimo posto con la conseguente retrocessione in Serie B, la seconda della storia del Chievo. Nel 2020 arriva un sesto posto, quindi la possibilità di giocare il turno preliminare dei Playoff contro l’Empoli, arrivato settimo, qualificandosi con un 1-1 d.t.s., grazie al miglior piazzamento nella regular season, passando alle successive semifinali, perse con lo Spezia (2-0, 1-3), stavolta per il peggior piazzamento in campionato, squadra che verrà poi promossa in Serie A nella finale col Frosinone. Nella stagione 2020/21 il Chievo sta lottando per un posto nei Playoff.

Curiosità: -Con un comunicato del 24 settembre 2020, in vista dell’inizio del campionato di Serie B 2020/21 in cui, nelle prime giornate, fino alla forte seconda ondata di contagi per il Covid, era prevista la presenza di 1.000 spettatori a partita, il “North Side” dichiara che, pur non vedendo l’ora di tornare sui gradoni, vogliono farlo a certe condizioni, cioè senza mascherine, distanziamento sociale e posto nominale, non compatibili con il loro vivere lo stadio, fatto di passione e aggregazione. Torneranno solo quando ci saranno le condizioni per tifare a modo loro. -L’8 agosto 2020, in occasione della semifinale Playoff di andata con lo Spezia, i gruppi organizzati della Nord invitarono tutto il popolo clivense a presentarsi alle 19 sotto la Curva per aspettare l’arrivo del pullman della squadra, come fatto in occasione del turno preliminare Playoff con l’Empoli. -Sergio Pellissier, responsabile dell’Area Tecnica del Chievo ha abbandonato il calcio giocato nella scorsa stagione 2018/19, autentica bandiera del Chievo che era presente alla bella festa dei “North Side” del 16 novembre 2019 per il 25° compleanno del gruppo. L’ex ineffabile bomber e capitano del ChievoVerona, del quale ha indossato la casacca ininterrottamente dal 2002 per 496 volte (record per i gialloblù), realizzando 134 gol, di cui 112 in Serie A, presenziava alle cene, fossero esse di ultras che di semplici clubs. -In Chievo-Ascoli del 20 ottobre 2019, 8^ giornata del campionato di B 2019/20, esposta in curva la pezza “Reno vive”, in memoria di Nazzareno Filippini, capo ultras ascolano barbaramente picchiato a morte da “Skins” interisti il 9 ottobre 1988 dopo un Ascoli-Inter, a circa 31 anni dalla sua scomparsa. -Il 21 settembre 2019 si è svolto l’Oktoberfest Clivense al “Forte Chievo”, sede accogliente del gruppo “North Side”, con fiumi di birra ottimo cibo, tanta musica e cocktails. -Il 22 giugno 2019 si è svolto a Leffe l’ottavo ed ultimo, vista la pandemia nel 2020, “Torneo dell’Amicizia” tra tifosi di Chievo, Albinoleffe e Taurisano. -Il 14 e 15 giugno 2019 per il nono anno consecutivo è stata organizzata la “Festa Forte Chievo”, con stand enogastronomici, concerti e possibilità di visitare le sedi delle associazioni partecipanti. -In occasione di Chievo-Bologna dell’11 novembre 2018 esposto dai “North Side” lo striscione “1994-2018…chiudo gli occhi e penso che passa il tempo passa insieme a te”. -Dopo l’umiliante sconfitta contro l’Atalanta al “Bentegodi” (1-5), all’esordio in panchina di Giampiero Ventura, del 21 ottobre 2018, i tifosi del Chievo mettono in scena una dura contestazione contro società e giocatori, con cori contro il portiere Sorrentino e compagni tipo “Ci avete rotto il c…o”, in una situazione fattasi disperata col Chievo ultimo a -1, già a 9 punti dalla salvezza. Gli ultras al 70’ abbandonano la curva, comportamento inusuale per loro, dando un segnale forte visto la misura colma. Esposta la scritta in curva “Grazie D’Anna”, in panchina fino alla giornata precedente, una bandiera del Chievo da giocatore, di cui ha vestito la maglia dal 1994 al 2007, collezionando 354 presenze e 17 gol, oltre a esserne stato allenatore della squadra “Primavera” nel 2012/13 e dal ’14 al ’18. -Il 16 ottobre 2018 è stato organizzato l’evento benefico “Una partita per Tommy”, da “Cuore Chievo”, col patrocinio degli ultras, avente come obiettivo una raccolta fondi da destinare all’Unione Italiana Ittiosi. -Con un comunicato di fine luglio 2018 i “North Side”, non volendo entrare nello specifico sul caso delle plusvalenze fittizie del Chievo Calcio, che sono costate il 13 settembre una sanzione, comminata dal Tribunale della Federcalcio, di 3 punti in classifica, hanno voluto dire la loro sullo sciacallaggio mediatico, a loro dire indegno, contro il Chievo, concludendo con un “consapevoli e fieri di starvi sul cazzo!”. -Bella coreografia in Nord per Chievo-Benevento del 20 maggio 2018, ultima di campionato, per festeggiare la salvezza: quattro copricurva, alternativamente gialli e blu formano l’anno di nascita del Chievo “1929”, con su ciascun bandierone un numero, proprio sotto allo striscione, sempre presente in casa al terzo anello, “Orgoglio clivense” dei “North Side”. -Minicoreografia per ChievoVr-Crotone (2-1) del 6 maggio 2018, per uno scontro-salvezza importantissimo, con la squadra che era terz’ultima in classifica: un bandierone copricurva con dipinto. Curva Nord piena in entrambi i settori, ma nelle altre partite dov’era l’occasionale da 1 euro? Il giorno precedente una decina di tifosi del Chievo fa irruzione a Veronello, durante l’allenamento, e pretende di andare in campo a parlare con la squadra. Nel tentativo di impedire un avvicinamento tra tifosi e giocatori, ha la peggio il team manager della società, Marco Pacione, ex centravanti di Juve, Verona e Atalanta, colpito da uno schiaffo al volto da parte di un ultras. Sul posto intervengono i carabinieri e subito torna la calma. -Da tanti anni ormai, praticamente da quando il Chievo disputa i campionati professionistici, la tifoseria clivense chiedeva di poter usufruire in esclusiva della Curva Nord. Il North Side nel 2002 organizzò una raccolta di firme per chiedere ufficialmente il legittimo diritto di avere una curva tutta per sé, visto che la curva Sud era esclusiva, quando il Verona giocava in casa e nei derby stracittadini, dei tifosi dell’Hellas, e per questo i clivensi non la sentivano propria. Spesso negli anni precedenti aveva campeggiato nella parte alta della curva lo striscione “Vogliamo la Curva Nord”, e per un certo periodo è stato esposta la pezza “Curva Nord Chievo”. Dopo 20 anni di lotte, battaglie, richieste, recriminazioni, testardaggine e fede incrollabile, il North Side, che aveva scelto di chiamarsi in quel modo proprio perché quello era il loro naturale collocamento all’interno del “Bentegodi”, insieme a tutta la tifoseria clivense ha ottenuto finalmente ciò che gli spettava di diritto: il collocamento in pianta stabile in curva Nord, che dall’estate 2015 è esclusivamente dei tifosi del Chievo, seppur divisa in due parti. Finalmente, grazie soprattutto all’interessamento della società, facendo breccia in quel muro che per lunghi 20 anni li aveva respinti e rinchiusi in una curva che per storia e tradizione non gli apparteneva e non potevano sentire loro, sono tornati nella loro casa tradizionale. -In seguito al derby del 21 dicembre 2014, cinque ragazzi del gruppo “Gate 7 Chievo” furono colpiti da Daspo solamente per aver teso un bandierone, sotto al quale sarebbero state accese alcune torce e per un petardo caduto poi nel parterre sottostante la curva Nord. Con un comunicato ufficiale i ragazzi del gruppo intesero chiarire che, a differenza di quanto riportato dai giornali e dalla stessa questura, i ragazzi non accesero nessun tipo di materiale pirotecnico, ma commisero il presunto “reato” di colorare il settore con un bandierone biancazzurro. L’accanimento nei confronti dei cinque ragazzi del gruppo sembrò quindi esagerato, considerato che il coprisettore biancazzurro venne realizzato sia per esprimere la posizione del “Gate 7” riguardo la questione dei colori societari, posizione peraltro ripresa dallo striscione appeso in ringhiera “La Curva Nord è biancoceleste”, sia per colorare la curva vista la mancanza di coreografie da parte degli altri gruppi, in una partita da loro molto sentita. -In un derby del ’95 i veronesi esposero lo striscione in dialetto, a tutta curva, “Quando i mussi i volerà faremo il derby in Serie A”, per ridicolizzare il piccolo Chievo che provava a sfidare il “grande” Verona. Il 18 novembre 2001, con un “Bentegodi” pieno come non si vedeva dallo scudetto del 1984/85 del Verona (35.000 spettatori), quello che sembrava impossibile si è avverato e dallo scherno è nato il soprannome “Mussi volanti” (asini volanti), ironicamente attribuitosi dai clivensi stessi in risposta allo sfottò. -Dinamici, intraprendenti e battaglieri i ragazzi del “Gate 7”: sono più sfrontati dei “North Side” gli eredi degli “Ultras Chievo”. -Il Chievo costituisce un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l’unica Società proveniente dalle categorie minori ad aver scalato l’intera piramide calcistica nazionale. -La stampa veronese fa spesso riferimento al Chievo chiamandolo “La squadra della Diga”, appellativo dovuto alla presenza, nel piccolo quartiere di 3-4mila anime, di una diga sul fiume Adige.

Clubs principali: Club “Amici del Chievo Verona”, Iz Iz Alè Ceo, Chievomania Pantelleria, Mussi Volanti, The Friends Chievo Forever                                                                                           

Politica: ufficialmente apolitici.

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