Stadio Meazza di Milano. Minuto 73. L’Empoli sta pareggiando 0-0 a San Siro contro l’Inter di Alberto Zaccheroni. Da una decina di minuti, i nerazzurri, orfani di Bobo Vieri, sono in dieci per l’espulsione del turco Emre, cacciato dal campo dall’arbitro Paparesta per reiterate proteste. Il tecnico azzurro Attilio Perotti si accorge che il colosso interista ha i piedi d’argilla e fiuta il colpo grosso: fuori il difensore Lucchini, dentro Ciccio Tavano. In campo ci sono già Di Natale, Rocchi e il trequartista offensivo Vannucchi. L’attaccante casertano si posiziona sulla destra di uno spregiudicato fronte offensivo. Passano i minuti e l’Empoli si ritrova tutto proteso in avanti alla ricerca dell’episodio che può scrivere la storia. Gli azzurri affondano nella retroguardia interista come lama nel burro. Quando un incontenibile Di Natale, a cinque minuti dalla fine, prima sfiora il palo della porta di Toldo, poi fa vibrare la traversa con una conclusione di piatto, San Siro rumoreggia incredulo.

Fuga per la vittoria: Tavano si invola verso la porta di Toldo (foto Maltinti per la rivista Variety)

Piovono contestazioni, fischi, urla di disapprovazione in una sorta di psicodramma collettivo. La matricola toscana sta dando una sonora lezione di calcio alla sgangherata truppa di Zaccheroni. Capitan Zanetti e compagni si trascinano goffamente fino al recupero, sperando che Paparesta fischi la fine per scongiurare il peggio. Non andrà così. Tommaso Rocchi e compagni stanno affinando il delitto perfetto. Le luci di San Siro, cantate da Roberto Vecchioni, quel cupo e piovoso pomeriggio invernale, hanno deciso di accendersi solo per l’Empoli. Eppure gli azzurri, all’ombra della “Madunina”, non hanno mai avuto particolare fortuna, per utilizzare un eufemismo. Il bilancio con l’Inter è impietoso. In Coppa Italia 4 k.o. su 4, in campionato, 5 sconfitte su altrettante gare disputate, con ben 16 gol al passivo.

Capitan Ficini controlla a distanza il turco Emre (foto Maltinti per la rivista Variety)

E’ vero, in due circostanze la “Scala del Calcio” ha sorriso agli azzurri ma, in entrambi i casi, di fronte c’era il Milan. La prima volta è successo nel lontano febbraio 1986. L’Empoli di Gaetano Salvemini, ancora poco più di un outsider nella seria cadetta, pareggia 1-1 contro la squadra del Barone Nils Liedholm negli ottavi di finale di Coppa Italia ed elimina i rossoneri dalla competizione. Quel match sarà ricordato per l’incredibile assolo coast to coast di Francesco Della Monica. Uno dei gol più belli della centenaria storia azzurra che consente al talentuoso fantasista salernitano di guadagnarsi l’appellativo di “Maradona dei poveri”. Il secondo blitz degli azzurri si è verificato appena nove mesi prima, nell’aprile 2003. L’aeroplanino di Totò Di Natale è decollato a San Siro dopo aver siglato il gol decisivo che ha permesso agli uomini di Silvio Baldini di stendere a domicilio i futuri campioni d’Europa di Carlo Ancelotti, incamminandosi verso una trionfale salvezza.

Contrasto tra Almeyda e Vannucchi (foto Maltinti per la rivista Variety)

Il Meazza visto dalla prospettiva del biscione nerazzurro, è invece sempre stato off limits. Perotti, che sta faticosamente cercando di raddrizzare la rotta di una barca alla deriva, avverte che è arrivato il momento di sfatare un tabù, di osare l’impossibile. Nell’universo di infinite possibilità che il calcio offre, qualche regista occulto deve aver tracciato il nome di Ciccio Tavano, quale l’uomo destinato a ribaltare la storia. E’ arrivato a Empoli nel giugno 2001, in comproprietà dalla Fiorentina. Ha timbrato il suo primo gol in serie A nel novembre 2002, andando a segno proprio contro l’Inter di Hector Cuper nella pirotecnica gara del Castellani finita 4-3 in favore di Recoba e compagni. Il futuro “uomo dei record”, da due anni e mezzo, soffre la presenza ingombrante di gente come Maccarone, Rocchi, Di Natale, lo stesso Saudati. L’ex viola, quando chiamato in causa da Silvio Baldini, esibisce interessanti qualità tecniche ma le occasioni per mettersi in mostra sono centellinate a causa della contemporanea presenza di attaccanti di tale levatura. Eppure, quel pomeriggio a San Siro, Tavano estrae dal cilindro l’intuizione che cambierà per sempre la sua carriera in azzurro e la percezione che l’ambiente empolese avrà di lui. La favola dell’uomo che straccerà ogni record, del bomber centenario, del cannoniere principe della storia dell’Empoli, seppur intervellata da altre esperienze professionali, prende forma durante quella bestiale domenica milanese datata 18 gennaio 2004.

Tommaso Rocchi supera Toldo e ammutolisce San Siro (foto Maltinti per la rivista Variety)

E’ il minuto 91. Tavano, in pieno recupero, si inventa, ai danni della meteora interista Brechet, il preziosismo che i tifosi azzurri non si stancheranno mai di rivedere in loop negli anni a seguire: palla bloccata a terra con la suola del piede destro sulla linea laterale, tocco fulmineo con il sinistro ad aggirare il malcapitato terzino francese, fuga verso l’area di rigore e preciso suggerimento rasoterra di piatto destro per l’accorrente Rocchi che supera in spaccata Toldo. I circa 300 tifosi nostrani che hanno raggiunto Milano sono letteralmente in delirio. La curva esplode in un eterogeneo miscuglio di orgoglio, gioia e incredulità. Quasi 20 anni dopo lo storico gol di Osio a Firenze nel debutto assoluto dell’Empoli in serie A, l’Inter è di nuovo al tappeto. C’è voluta un’invenzione. Un’anarchica giocata d’istinto, coraggio e fantasia per la quale vale la pena scomodare la definizione del goal coniata da Pier Paolo Pasolini: “Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del goal. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice. Il goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica”. L’assist di Tavano per il gol di Rocchi esce dalle pieghe della cronaca per diventare l’irriverente, eterno archetipo della sfrontatezza del club azzurro al cospetto delle big del calcio nazionale.

Gli highlights di Inter-Empoli 0-1 del 18.01.2004

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15 Commenti

  1. E son mi ricordo male, Moratti si dimise addirittura da presidente dopo questa sconfitta…….E la settimana dopo il mitico 3-3 con la Juve…..Mi ricordate come abbiamo fatto a retrocedere?? ah Ancona dimenticavo….

    • Quello fu un campionato strano, cominciato malissimo con Daniele Baldini in panchina e poi finito tristemente. Ma l’Empoli di Perotti, pur con tanti limiti, rimane per me uno dei migliori di sempre.
      Grazie a perle di partite come questa e alla successiva.
      Certo avere in campo contemporaneamente Di Natale, Rocchi e Tavano…
      … davvero, come abbiamo fatto a retrocedere?
      Quel mese di gennaio però quei ragazzi ci hanno fatto stare bene!
      E complimenti a Nico Raffi per l’articolo, è bellissimo.

  2. “L’assist di Tavano per il gol di Rocchi esce dalle pieghe della cronaca per diventare l’irriverente, eterno archetipo della sfrontatezza del club azzurro al cospetto delle big del calcio nazionale.”

    Grande Nico Raffi. Poesia anche la tua.

    Ps: grande serata, per festeggiare bevvi 2 doppio malto all’alchemist… 😂😂

  3. ……quel gesto tecnico di Tavano fu allucinante, ricordo che lo guardai e riguardai, non capivo bene cosa avesse fatto. Poi, col tempo, e nel tempo, confermò ampiamente di che pasta era fatto.

  4. Complimenti innanzitutto per l’articolo,poesia pura..come la magia che fece il mitico Ciccio,giocatore che resterà per sempre nei nostri cuori

  5. Che ricordi…. abbiamo fatto parecchia storia a livelli incredibili per Empoli… ancora più orgoglioso di tifare questa maglia

  6. Grande goduria! Anche se personalmente sono più affezionato alla vittoria in casa Milan, anche perché in quella vittoria con goal di Di Natale c’ero a San Siro, mentre questa la vidi al circolo di Avane!

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